Foto: Marcella Miccolupi
Reduce da
un trionfale tour del Giappone, è già pronto a lasciare di nuovo Napoli alla
volta di San Pietroburgo. Augusto, oltre 200 chilogrammi di marmo datati I
secolo avanti Cristo, è una delle “archeostar” di una mostra tutta dedicata alle
antichità di Ercolano, che l’Ermitage ospiterà a partire dal 17 dicembre 2011 fino al 12 febbraio
2012. L’evento porterà nella città degli zar trentotto reperti – statue,
affreschi, iscrizioni – provenienti dall’antica Ercolano e attualmente
custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I manufatti sono originari della Basilica, o Augusteum, edificio eretto in
onore degli imperatori romani dagli abitanti di Herculaneum, sepolto
dall’eruzione del 79 dopo Cristo e mai più riportato alla luce; scoperto dagli
archeologi nel Settecento, ancora oggi è accessibile solo agli addetti ai
lavori attraverso una fitta rete di cunicoli.
Si trattava, in sostanza, di un luogo consacrato al culto dei governanti e alla venerazione del potere. “Tra le idee alla base della mostra c’è la volontà di ricostruire il processo di formazione dell’ideologia imperiale in uno spazio realizzato proprio per consacrare la magnificenza e il potere degli zar – spiega il curatore Stefano De Caro –. È un accostamento suggestivo e divertente tra due forme di potere lontanissime nel tempo, ma simili nella forma”. Un filo lungo duemila anni che unisce la capitale dell’Impero romano al Palazzo d’Inverno, sottile ma inequivocabile come la stessa etimologia della parola “zar”: dal latino “Caesar”, Cesare o, appunto, imperatore.
“Per il pubblico russo si tratta di una mostra unica, data la provenienza e la
novità dei manufatti”, conferma la direttrice del museo di Napoli Valeria
Sampaolo. Che confessa la sua speranza: “Poterli collocare in uno spazio dedicato
e riportare alla luce l’antica Basilica ercolanese. Dipenderà dalla
disponibilità dei fondi”.
Cittadini di San Pietroburgo e turisti in visita all’Ermitage potranno godersi
la bellezza di pezzi da qualche anno non più visibili al pubblico italiano, se
non in minima parte, e conservati nei depositi del museo napoletano, in attesa
di nuova collocazione: le statue degli imperatori, un bronzo raffigurante
Agrippina – restaurato per l’occasione nel sofisticato laboratorio del museo –,
le iscrizioni ornamentali, una testa di Amazzone con tracce della policromia
originale. E soprattutto gli affreschi: Achille e Chirone, Marsia e Olimpo,
Teseo che uccide il Minotauro, tra i pezzi più attesi e delicati che si
apprestano a partire alla volta di San Pietroburgo.
L’esposizione sulle antichità ercolanesi darà la possibilità ai cittadini della
Federazione russa di conoscere da vicino un sito archeologico riconosciuto
Patrimonio dell’Umanità. “Attualmente non sono moltissimi i russi che visitano
la cittadina vesuviana, anche se si nota un crescente interesse dei tour
operator che hanno compreso quanto il nostro territorio abbia da offrire nel
suo complesso -, conclude la direttrice degli Scavi di Ercolano Maria Paola
Guidobaldi -. La mostra potrà determinare un successivo incremento di visitatori
di questa nazionalità”.
Per informazioni: hermitagemuseum.org
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