La sede di Sberbank che sperimenta il calcolatore di Co2 creato da Wwf Russia (Foto: Lori/Legionmedia)
Il Wwf Russia ha sviluppato e presentato un calcolatore “verde” che permette di quantificare le emissioni di CO2 generate dall’attività delle imprese russe, nonché di valutare i vantaggi ottenuti dall’impiego di tecnologie per il risparmio energetico. Sul calcolatore è riportata la struttura produttiva di energia elettrica o termica di una determinata regione. L’impresa inserisce nel dispositivo gli indicatori relativi al consumo di elettricità, calore, acqua calda e fredda, carta e indica l’eventuale adozione di misure volte al risparmio delle risorse. Per testare il calcolatore sono stati utilizzati i dati di un’impresa volontaria, la filiale della banca Sberbank di Murmansk, nella Russia nord-occidentale. “Analizzando e riducendo il consumo di energia, un’impresa può risparmiare e contenere l’impatto sull’ambiente circostante”, spiega Julija Polonskaja, responsabile dei programmi di politica ambientale del settore finanziario del Wwf.
“Ci interessava la possibilità di risparmiare sui consumi energetici, per questo abbiamo aderito all’idea del Wwf di collaudare il calcolatore sulla base dei nostri dati”, dichiara Igor Korovin, direttore amministrativo della filiale Sberbank di Murmansk. La banca adotta un programma basato su un utilizzo razionale dell'energia e delle risorse. I consumi più elevati si hanno con elettricità e riscaldamento. I dirigenti Sberbank sono dell’idea che, sostituendo le lampade con dei led e utilizzando materiali di ultima generazione per l’isolamento e il rivestimento delle pareti, sia possibile ridurre in modo significativo il consumo energetico dell’azienda. “I primi risultati saranno visibili già a partire dal primo trimestre dell’anno prossimo e saranno quantificabili in meno di due anni”, prevede Korovin. “Con un unico investimento si avranno benefici economici per anni”. “La gestione dell’efficienza energetica è un tema scottante per le imprese russe”, riconosce Anton Chodko, direttore del settore strategia e sviluppo di Sberbank. “Ciò che a noi, così come a molte altre imprese del mercato, interessa è proprio la possibilità, offerta dal calcolatore dell’impronta di carbonio, di valutare i consumi e gestirli”.
“Il calcolatore dell’impronta di carbonio può essere utile a qualsiasi impresa russa”, parla Ksenija Leschinskaja, direttrice, responsabile del settore servizi nell’ambito dello sviluppo sostenibile del gruppo Ernst & Young, società che applica da sempre all’interno dei suoi uffici una politica di contenimento degli impatti negativi sull’ambiente. Questa politica si fonda, nel dettaglio, sulla riduzione del consumo di elettricità, la rinuncia all’impiego di posate monouso, l’utilizzo razionale della carta e il suo successivo riciclaggio, la sostituzione parziale delle visite ai clienti con una serie di videoconferenze. Inoltre molta attenzione è dedicata alla sensibilizzazione ambientale di dipendenti e clienti.
Il calcolo dell’impronta ecologica non è nuovo nemmeno a un’altra banca, la Rosbank, che dal 2011 utilizza una tecnica di raccolta dati sugli indicatori ambientali del gruppo Société Générale, che prevede il calcolo automatico delle emissioni di Co2 tramite il metodo Sg. Lo strumento proposto dal Wwf è stato comunque accolto positivamente dalla banca, molto attenta a monitorare e ottimizzare le spese amministrative. “Per ottenere un risultato più preciso, è necessario adattare la formula a una regione concreta”, sostiene Arina Slynko, responsabile delle relazioni pubbliche della società di investimenti O1Properties. “È essenziale tener conto del clima e della posizione geografica. Nel nostro settore il calcolatore può contribuire positivamente a una riduzione dei costi operativi e in parallelo migliorare l’efficienza energetica dei nostri centri”. La società è attualmente impegnata in un’attività di rimboschimento, ovvero nella creazione di parchi attorno alle proprie sedi. Alla O1Properties ritengono che anche questo indice possa essere utilizzato nel calcolo, dal momento che gli alberi assorbono Сo2. “Molti centri hanno i propri ristoranti. Anche la produzione di cibi comporta una determinata emissione di Co2. Bisogna pertanto considerare anche questo fattore”, conclude Slynko.
In Norvegia, che secondo il Wwf è il Paese europeo che più assomiglia alla Russia in termini di clima, quasi ogni cittadino contribuisce all’efficienza energetica. In Russia, un territorio con un elevato potenziale energetico, questo tema sta prendendo piede molto lentamente, sostengono gli esperti. “Le imprese russe investono in efficienza energetica, in quanto ciò consente di ottenere grandi volumi di produzione, con il medesimo consumo di risorse energetiche”, dichiara Leschinskaja di Ernst & Young, che ha notato un maggiore coinvolgimento nei confronti delle tematiche green da parte delle aziende russe: molte, infatti, stanno implementando dei sistemi di gestione ambientale. Eppure il ritardo rispetto alle imprese occidentali rimane considerevole.
“Una delle principali domande, che sono emerse nel corso del seminario del Wwf è stata: perché? Infatti, se per quanto riguarda la riduzione dei consumi energetici risulta tutto chiaro (consente di risparmiare sulle spese urbane), permangono diversi interrogativi circa la certificazione volontaria, come ad esempio: chi ne ha bisogno? In Norvegia i progetti con tecnologie di efficienza energetica ricevono fino al 20% di finanziamenti statali, e le banche offrono condizioni particolari di credito. Noi non abbiamo le stesse agevolazioni”, riassume Slynko.
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