Foto: TASS
Lo storico e rinomato Teatro Bolshoj ha riaperto i suoi regali battenti dopo sei anni di ristrutturazione, polemiche e costernazione. Inaugura la sua 236° stagione con un repertorio amato, prudente e classico, resistendo ancora un po’ al Ventunesimo secolo.
La
comunità internazionale degli amanti della musica e del balletto era molto
rattristata quando, nell’estate del 2005, ha trovato il suo amato Teatro Bolshoj
chiuso e circondato da impalcature. Come si è poi scoperto, l’arte e il mondo
della musica avrebbero dovuto aspettare ancora a lungo per il loro amato Bolshoj.
L’avvio della sensazionale ristrutturazione del teatro non è arrivato troppo presto, comunque. Secondo alcune fonti, l’edificio era in un tale stato di degrado da essere sull’orlo del collasso. Nel corso del tempo, il pubblico del Teatro Bolshoj è diventato dolorosamente consapevole del fatto che la data iniziale di completamento indicata per il restauro era in realtà una data arbitraria che non sarebbe mai stata rispettata. Tuttavia, nessuno avrebbe mai immaginato che si sarebbe dovuto attendere fino all’ottobre 2011 per poter entrare di nuovo nei leggendari interni.
Il
direttore del Bolshoj, Anatoly Iksanov, amministratore di lunga data, ammette
che arrivò a comprendere la portata della complessità dell`opera solo a lavori
iniziati. “Nuovi problemi sono emersi dopo la chiusura. Quando abbiamo
raschiato l’intonaco che copre le pareti, abbiamo scoperto sette massicce crepe
che correvano dalle fondamenta fino al tetto. In realtà, le pareti si reggevano
in piedi solo grazie al loro peso”, ha riferito. Ufficialmente, il lavoro è
costato 635 milioni di dollari. Alcuni rapporti hanno però insinuato che alla
fine il budget sia stato due volte superiore. Due anni fa è stata costituita
una commissione d’inchiesta federale per garantire che non ci fosse stato un
abuso di fondi pubblici, ma le conclusioni devono ancora essere pubblicate. Il
Teatro Bolshoj non commenta le accuse di sperpero. Kirill Kabanov, presidente
della Commissione nazionale anti-corruzione, ha dichiarato: “I nostri esperti
concordano sul fatto che il costo finale è in realtà di due volte superiore
rispetto a quello ufficiale”.
Una nuova luce sull’antico
splendore
Eppure, il restauro è stato eseguito con cura e attenzione. Il risultato più
importante della ristrutturazione è un grande miglioramento nell’acustica,
secondo Iksanov. Ci sono stati anche miglioramenti estetici. Il vecchio legno della
balconata è stato sostituito con pino di Karelia. Anche il tessuto per le sedie
e per le tende è stato scelto in accordo con le raccomandazioni degli esperti
di acustica. Nel teatro sono state utilizzate quattro tonnellate di oro, mentre
i simboli sovietici esposti fino al 2006 (come la falce e il martello) hanno
lasciato il posto alle antiche insegne dello zar risalenti al 1856.
Tuttavia, il dittatore sovietico Stalin ha lasciato il segno. La sua stanza
personale in una cabina vicino al palcoscenico è stata scrupolosamente
restaurata, “ma resterà inaccessibile al pubblico”, ha sottolineato Iksanov.
Grazie a un design più moderno, il Bolshoj dispone ora di più spazio. Questo
spazio aggiuntivo verrà utilizzato come sala prove, mentre il palco principale
ne otterrà un guadagno in termini di profondità. Da sottolineare che la linea
della metropolitana mai passata così vicino al Bolshoj è stata chiusa per un
paio di giorni per allestire nuovi binari progettati per ridurre le vibrazioni
che potrebbero essere percepite anche all’interno della sala da concerto.
Focus sulle produzioni classiche
La politica artistica del teatro è perfettamente in sintonia con il suo tempo. Il
conservatorismo è la tendenza attuale e il Bolshoj ancora si colloca tra i più
tradizionali del mondo. “Intendiamo dirigere grandi opere e balletti del
passato, questa è la nostra priorità”, ha osservato Anatoly Iksanov. “Le produzioni
più moderne saranno riservate per il nuovo palcoscenico, dove l’approccio è più
creativo”.
Nel corso dell’ultimo decennio, il Teatro Bolshoj ha raramente sorpreso o scioccato il suo pubblico. Una delle poche eccezioni è stata i “Figli di Rosenthal”, l’opera di Leonid Desyatnikov e Vladimir Sorokin, che ha rappresentato la prima anteprima mondiale di un’opera al Bolshoj in un quarto di secolo. L’ex direttore artistico del balletto Bolshoj, Alexei Ratmansky, si era anche concentrato sulle opere d’avanguardia dimenticate del 1920. Naturalmente, queste opere venivano rappresentate solo sul nuovo, più intimo palcoscenico, un teatro adiacente di dimensioni più modeste inaugurato alla fine del 2002.
La 236esima stagione si aprirà con “Ruslan e Ludmila”, un’opera simbolica spesso considerata dai musicologi come la nascita del genere lirico russo. La produzione sarà diretta da Vladimir Yurovsky e messa in scena da Dmitri Chernyakov. Il lavoro si basa su un romanzo di Puskin; proprio lo scrittore più apprezzato della Russia avrebbe dovuto scriverne il libretto, ma morì in duello.
Il primo balletto della stagione, “La bella addormentata”, con coreografia
originale di Marius Petipa, rivisitato dal direttore artistico del Bolshoj,
Yuri Grigorovich, partirà a novembre 2011. A stagione inoltrata, “Il cavaliere della
rosa” di Richard Strauss e “Charodeika” di Tchaikovsky, rappresenteranno le
uniche nuove produzioni di una prima edizione del rinnovato teatro. Mentre gli
amanti della danza contemporanea non vedono l’ora di assistere all’opera
recente e mozzafiato del coreografo William Forsythe.
I prezzi dei biglietti saranno più costosi, collocando il Bolshoj più in linea
con le altre principali case d’opera. Al momento i ticket sono già esauriti
fino a gennaio 2012. L’unico modo per assicurarsi un posto prima della
primavera per il prestigioso palcoscenico è ricorrere al mercato nero.
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