Foto: TASS
Il vice ministro per lo Sviluppo economico Andrej Klepach ha ammesso che, con ogni probabilità, le commesse militari statali per il 2011-2012 verranno annullate. Sembra che questa stia diventando ormai una tradizione. La commessa militare statale del 2010, del valore di 1,159 trilioni di rubli, non è stata realizzata al 30%, e l'anno precedente al 50%. Come e con cosa, allora, verranno equipaggiate le forze armate russe nei mesi a venire?
Ci sono alcuni punti sui quali il Complesso militare-industriale esegue gli ordinativi statali in modo eccellente come ad esempio le baionette. Il Ministero della Difesa ha deciso di non eliminare le baionette dagli armamenti durante una recente riunione dello Stato Maggiore. Determinante è stata l'osservazione di uno dei membri dell'assemblea secondo cui “la baionetta resta l'ultima salvezza del soldato quando finiscono i proiettili”. Quindi l'attacco per la baionetta è stato inserito nella lista dei requisiti obbligatori del nuovo fucile (che non ha ancora un nome) che l'industria sta elaborando in sostituzione dell'AK-74, parente dell'indimenticato “kalashnikov”.
Nel frattempo l'esperto militare Viktor Korablin afferma invece che nei combattimenti di oggi gli scontri con le baionette sono altamente improbabili: “Portare una compagnia in combattimento corpo a corpo contro un nemico armato fino ai denti di armi automatiche è un suicidio. Le baionette possono andare bene per i servizi di ronda o per i rituali militari ufficiali, ma non per i combattimenti generici”.
Però abbiamo anche armi molto più serie della baionetta. Anche su questo gli affari del Complesso militare-industriale russo vanno piuttosto bene. Secondo le informazioni diffuse dal primo vice-ministro per la Difesa Aleksandr Sukhorukov, verranno completati sicuramente gli ordinativi statali alla holding “Vertoleti Rossij” (Elicotteri Russi), dell'impianto industriale per la contraerea “Almaz-Antej” e dell'Istituto di tecnologie termiche di Mosca (Mit). Col Mit sono stati stipulati tre contratti per la fornitura di complessi missilistici a fini strategici: due nuovi “Yars” e un “Bulava” per la Marina.
Alla base del complesso “Yars” c'è il missile balistico strategico RS-24 (nome in codice Nato: SS-X-29) con testata multipla indipendente (Mirv), fornito di un sistema all'avanguardia per il superamento degli scudi antimissile e destinata a sostituire il missile balistico intercontinentale a testata unica “Topol” sia a base fissa che mobile. Per quanto riguarda il “Bulava”, si tratta di un missile strategico a carburante solido per sottomarini R-30 (SS-NX-30) con testate multiple indipendenti. Bisogna ammettere che su 16 lanci realizzati durante le esercitazioni ingegneristiche estive, soltanto 8 sono stati considerati effettivamente riusciti...
Tuttavia, non si può andare a combattere con un'arma nucleare se non si vuole avere la garanzia della distruzione totale di tutto ciò che vive sul pianeta, ovvero non si può usare questo tipo di armi per i conflitti locali. Questo significa che alla base delle forze armate di un Paese come la Russia, responsabile della sicurezza collettiva di un'enorme regione del pianeta, devono esserci non sistemi nucleari, ma di altro tipo.
Ed è qui che iniziano i problemi. Come ha dichiarato il vice-ministro Sukhorukov, l'inizio delle forniture di caccia da esercitazione Yak-130 all'esercito russo verranno rimandate dal 2011 al 2012. Al 2015, invece che al 2014, verranno rinviate le forniture di 24 caccia navali MiG-29K, destinati alla portaerei “Admiral Kuznetsov”.
Inoltre, fino alla fine del 2011i sistemi antimissilistici e contraerei russi non entreranno in possesso di altri due battaglioni di sistemi missilistici antiaerei C-400, la cui fornitura era stata confermata in agosto dal Generale capo Aleksandr Zelin. Al momento attuale negli impianti di Elektrostal e Dmitrovoe sono fermi due battaglioni di C-400 e la consegna all'esercito avverrà soltanto nel 2012 a causa della stipulazione troppo ritardata dei contratti.
A questo si vanno ad aggiungere le perdite subite negli ultimi mesi dall'agenzia spaziale Roskosmos, che hanno inciso sul bilancio per diversi miliardi di rubli. Ma il deficit di armi e tecnologie moderne tra l'equipaggiamento delle forze militari russe non è dovuto solo al mancato rispetto dei termini dei contratti con i produttori. Secondo quanto ammesso dai vertici militari del Paese, l'industria non è in grado di fornire all'esercito prodotti adeguati, che siano all'altezza dei metodi attuali di conduzione dei combattimenti.
Per questo il comandante delle forze di terra Aleksandr Postnikov ha ammesso che gli ultimi modelli di equipaggiamento prodotti in Russia sono comunque obsoleti rispetto ai sistemi corazzati, all'artiglieria e alle armi da tiro dei Paesi della Nato, e che anche Pechino ormai in questo settore ha superato Mosca. In particolare, il comandante ha criticato il nuovo mezzo corazzato T-90, esprimendo l'opinione che invece di spendere 118 milioni di rubli per il T-90, sarebbe stato meglio acquistare tre carrarmati tedeschi “Leopard”.
Allo Stato maggiore della Federazione, alla fine di marzo 2011, sono addirittura arrivati alla conclusione che la scienza militare e l'arma russa siano rimaste indietro di vent'anni rispetto ai Paesi più avanzati dell'Occidente. Secondo l'ultimo programma statale per gli armamenti, compilato fino al 2020, Mosca ha intenzione di spendere in armamenti circa 500 miliardi di euro, dei quali la maggior parte, a quanto sembra, andrà a favore degli stranieri.
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