Riforma nella Chiesa russa ortodossa

Foto: Ria Novosti

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L`apertura di nuove eparchie cambierà una struttura ancora legata all`epoca sovietica. “Un segno del riemergere della religione in Russia”, commenta l`esperto Giovanni Farina

Il Patriarca ortodosso russo Kirill ha istituito dodici nuove eparchie (diocesi) in tutto il Paese, una mossa che alcuni vedono come la più grande riforma della Chiesa dopo la dissoluzione sovietica e altri come una manovra per rafforzare il suo potere.

 
In linea con la riforma territoriale iniziata a marzo 2011 che ha già visto la creazione di otto nuove eparchie, di cui tre nel Caucaso del Nord, il Santo Sinodo ha approvato la creazione di altre 13 eparchie nelle regioni di Irkutsk, Orenburg, Ryazan e Saratov, così come in Kazakistan.

 
Vladimir Vigilyansky, portavoce della Chiesa, ha riferito al quotidiano Kommersant che la riforma dovrebbe migliorare la capacità di controllo delle eparchie cambiando una struttura ancora risalente all’epoca sovietica, dove una eparchia spesso si estende per migliaia di chilometri. Molti preti locali hanno accolto con favore la riforma, dicendo che aiuterà i vescovi a stabilire relazioni più strette con le chiese che dirigono.


“Il problema era che spesso il prete poteva vedere il proprio vescovo solo poche volte nella sua vita, e il vescovo non era a conoscenza della vita quotidiana della Chiesa”, ha riferito Padre Andrei, della Chiesa dell’Assunzione della Madre di Dio in Angarsk, nella regione di Irkutsk.

Per esempio, la nuova eparchia di Irkutsk Bratsk supervisionerà diverse aree intorno a quella città, centro industriale della regione, con una popolazione di circa 250.000 persone.

 
“Il vescovo di Bratsk può prestare attenzione alle zone del Nord, dove si hanno distretti con un solo prete,” ha affermato Padre Andrei. Si ridurranno i costi per il viaggio, perché alcuni luoghi sono raggiungibili solo in elicottero.


Giovanni Farina, docente di Studi religiosi presso la George Mason University, considera la mossa come un segno di rinascita religiosa nella nazione post-sovietica.

 
“L’apertura di nuove chiese è un segno del riemergere della religione in Russia, - ha commentato Farina -. Ma ce ne sono innumerevoli altri, che vanno dai nuovi movimenti religiosi alle opere delle grandi fedi storiche”.


Alcuni, invece, vedono la creazione di nuove eparchie come un tentativo di consolidare il potere del Patriarca Kirill, che in Russia viene visto sia come una figura religiosa che come figura politica.


“La creazione di nuove eparchie, ovviamente, può migliorare la capacità di governo della Chiesa, ma allo stesso tempo, il Patriarca sta rafforzando il suo potere - dopo tutto, sono pur sempre nuovi vescovi che dipendono da lui”, ha riferito a Kommersant Roman Lunkin, presidente dell’Associazione degli esperti sulla religione e la legge.

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