Foto: Ria Novosti
Fine della carriera politica per Yulia Tymoshenko? Parrebbe di sì, a giudicare dal verdetto pronunciato a Kiev. Bisognerà però attendere gli sviluppi per capire se all’eroina della rivoluzione arancione sarà accordata in qualche modo un’altra via d’uscita. Una sentenza dura, in ogni caso, per l’ex primo ministro dell`Ucraina, riconosciuta colpevole di abuso d’ufficio e condannata a sette anni di reclusione. Pena attesa, che conferma le richieste fatte dall’accusa e che ora mette anche un punto interrogativo sui rapporti tra Ucraina e Unione Europea.
Per i giudici l’intesa tra Kiev e Mosca che nel gennaio 2009 ha messo fine alla guerra del gas è stata imposta di fatto alla società energetica statale Naftogaz e il prezzo di 450 dollari per mille metri cubi ha causato un danno di oltre 130 milioni di euro alle casse ucraine. Denari che dovranno essere ripagati allo Stato. La Lady di ferro aveva sempre respinto ogni accusa e aveva ripetuto all’infinito durante gli ultimi quattro mesi che il processo era parte di un complotto organizzato dal presidente Victor Yanukovich per eliminarla dalla lotta politica.
L’ex premier, passata lo scorso anno dal governo all’opposizione, si è rifiutata di alzarsi in piedi durante la pronuncia del verdetto, trasmesso in diretta televisiva e via Internet. “Questa sentenza non cambierà nulla nella mia vita e nella mia lotta politica”, aveva detto appena arrivata in tribunale. Ora la battaglia rivoluzionaria continuerà da dietro le sbarre. Almeno per un po’. È probabile infatti che dietro le quinte si raggiungano compromessi per dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Dall’Unione Europea erano arrivati in queste settimane diversi avvertimenti a Yanukovich a non far uso della cosiddetta “giustizia selettiva” per sbarazzarsi dell’opposizione. Richieste rimaste inascoltate. Tra Bruxelles e Kiev sono in corso i negoziati per la firma dell’accordo di associazione e di creazione di un’area di libero scambio. La dura condanna della Tymoshenko potrebbe provocare a questo punto lo stop delle trattative e allontanare così l’Ucraina dall’Europa, come ha commentato preoccupato anche Arsenii Yatseniuk, un altro dei leader dell’opposizione.
Ma i buchi dove andare a pescare una soluzione che permetta alla Tymoshenko di uscire relativamente in fretta dal carcere e a Yanukovich di salvare capra e cavoli si possono allargare in fretta. L’ex presidente ucraino Victor Yushchenko, ex alleato della Tymoshenko durante la rivoluzione arancione del 2004, ha affermato che non si è trattato di un processo politico, ma che l’ex premier ha arrecato danni economici al proprio Paese, preferendo l’interesse personale a quello nazionale. Posizioni diverse, che testimoniano come l’Ucraina e la sua classe politica debbano ancora trovare un equilibrio sulla via della transizione democratica cominciata esattamente vent’anni fa con il crollo dell’Unione sovietica e l’indipendenza da Mosca.
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