Opere di Stefano Ricci. Fonte: Boomfest
Il fumetto resta una disciplina sottovalutata in
Russia. Tintin e Lucky Luke sono dei completi sconosciuti. In compenso,
quest’autunno Corto Maltese potrebbe lasciare un segno indelebile. Ma la mostra
di Hugo Pratt è solo la ciliegina sulla torta. Da qualche anno un gruppetto di
pionieri conduce una battaglia per il riconoscimento del fumetto in Russia,
dove il pubblico è ancora restio. Dmitri Jakovlev, direttore e fondatore del
festival del fumetto a San Pietroburgo, Boomfest è sicuro che il futuro di questo genere in
Russia sia più che radioso.
“Otto anni fa la letteratura francese mi ha fatto scoprire il fumetto. Sono rimasto colpito dal fatto che in Francia il fumetto sia un genere così popolare da essere considerato in tutto e per tutto parte del patrimonio culturale. Quando ho visto tutti quei libri ho capito di volerli far scoprire anche al pubblico russo, per questo abbiamo organizzato il festival”, spiega Dmitri.
Da allora, il festival Boomfest e la casa editrice Boomkniga hanno lanciato una campagna di promozione della “nona arte”. “Abbiamo avuto la fortuna di conquistarci in questi cinque anni un pubblico fisso, fatto di veri amanti del fumetto”.
Per Dmitri il fumetto non è un genere, ma una forma che consente di
affrontare qualsiasi tematica. Ovviamente il festival mira a sconfiggere lo
stereotipo secondo cui il fumetto sarebbe una lettura “leggera” e “per
bambini”: quest’anno, tra l’altro, rende omaggio al reportage grafico con le
opere Il mondo diplomatico a fumetti
e L’arte proibita (di Viktoria
Lomasko e Anton Nikolaev), reportage grafico fatto in occasione di un processo
agli organizzatori di una mostra di opere d’arte proibite che ha fatto scandalo
nel 2010.
“In Italia e in Germania si vedono sempre più opere a fumetti nelle librerie comuni, e questo aiuta a cambiare il rapporto del pubblico con questa arte. Grazie a recenti pubblicazioni come Cronaca del grande male di David B. diventeranno più numerosi anche nelle vostre librerie”, afferma Stefano Ricci, disegnatore italiano che in occasione del festival ha presentato una mostra intitolata Humus vertebra.
Tuttavia, il fumetto non è un nuovo passatempo occidentale importato in Russia. “Il fumetto esisteva già in epoca sovietica sotto forma di Storie aimmagini pubblicate sui giornali. Ma si trattava di immagini separate dai testi in un flusso continuo, mai ellittico. Il fumetto contemporaneo è completamente diverso. È vero che il regime scacciava ogni influenza da Occidente, ma c’era anche una questione legata a un certo realismo naturale”, afferma Viktoria Lomasko, una dei partecipanti del festival.
Oggi, disponendo di una totale libertà creativa, gli autori russi a poco a poco ci stanno prendendo gusto. Una buona parte del festival è dedicata al fumetto russo: “Esistono molti esponenti, ma purtroppo diversi autori non fanno altro che imitare lo stile dei grandi illustratori o dei manga, - sottolinea Dmitri, che ogni anno organizza un concorso di fumetti su un tema prescelto -, in ogni campo esistono delle opere maestre, e in ogni campo c’è anche il contrario, e così è anche nel mondo del fumetto”.
Quest’anno Boomfest coglie l’occasione dell’Anno bilaterale Italia-Russia per presentare Corto Maltese e una serie di autori italiani al pubblico russo. Tavole rotonde, conferenze, proiezioni, saloni letterari organizzati in vari musei, lo scopo è sfoderare ogni arma possibile per conquistare i giovani.
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