Una Transiberiana tutta italiana

Foto: AFP/ Eastnews

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Giornalisti e scrittori del Belpaese in viaggio in treno attraverso la Federazione per far conoscere la cultura italica e realizzare reportage nell’ambito dell’Anno 2011

Un gruppo formato da 11 scrittori e giornalisti del Belpaese è partito alla volta della Russia sulla “transiberiana italiana”. Andranno a dialogare coi colleghi russi su temi che riguardano il futuro della letteratura contemporanea e del giornalismo.

Questo insolito viaggio sull’“espresso letterario” s’inscrive nell’ambito delle iniziative dell’Anno dell’Italia in Russia e della Russia in Italia. Ekaterinburg è la terza tappa prevista dal viaggio. Il treno, partito dalla stazione Jaroslavskyi di Mosca, ha fatto sosta a Nizhnyi Novgorod e a Kazan’. Dopo Ekaterinburg, gli scrittori partiranno alla volta di Tomsk, Krasnoiarsk e Irkutsk per concludere il viaggio a Ulan-Udè il 26 settembre 2011. A promuovere l’iniziativa sono stati l’Agenzia federaleperla stampa e i mass media della Federazione Russa,il Ministero della Cultura italiano e il Pen Club italiano.

Il gruppo è composto da Giulio Anselmi,  Simone Caltabellota, Luciana Castellina, Luigi La Spina, Marina Teresa Giaveri, Antonio Gnoli, Sebastiano Grasso, Angelo Guglielmi, Andrea Kerbaker, Roberto Pazzi e Mario Santagostini. Alcuni di loro hanno già visitato la Russia, ma sono stati solo a Mosca o a San Pietroburgo, la “capitale del Nord”. Lo scrittore e giornalista Roberto Pazzi ci ha confidato di aver sognato per tutta la vita di poter visitare la capitale degli Urali, Ekaterinburg, il luogo dove è stata giustiziata la famiglia imperiale. Una delle sue opere più famose, il romanzo Cercando l’imperatore, ha come tema la fine dello zar Nicola II e della sua famiglia. “Non sono mai stato negli Urali a Ekaterinburg, ma ho sempre cercato di immaginare questa città che ho descritto nel mio romanzo. È sempre stato uno dei miei più grandi desideri visitarla e ci sarei andato anche a piedi”,  ha dichiarato con enfasi.

transsiberiana

Dopo aver trascorso un’intera giornata a Ekaterinburg, Luciana Castellina, presidente onorario di Cineuropa, quotidiano on-line in quattro lingue sul cinema europeo, e del Festival del cinema europeo di Viareggio, ha commentato che Ekaterinburg somiglia molto a Milano. Il poeta Sebastiano Grasso ha raccontato della sua amicizia con il celebre poeta russo Evgeny Evtushenko, che è stato suo ospite in Italia e che nel 2008 ha scritto l’introduzione alla sua antologia di versi Ninfa in jeans, di cui è uscita anche un’edizione in lingua russa.

Durante la giornata trascorsa nella città-leggenda le “penne” italiane hanno visitato la Chiesa sul sangue, eretta sul luogo della fucilazione della famiglia imperiale, hanno passeggiato per il quartiere letterario, si sono infilati in un’escursione per i luoghi costruttivisti e hanno persino cercato di setacciare l’oro nelle miniere di Beriozovsky, la città gemellata con Ekaterinburg; a dire il vero, senza successo. Per ammissione dello stesso vicepresidente del Centro di ricerca su testi e tradizioni testuali e dell’ Associazioneper gli Studi di Teoria e Storia comparata della letteratura, Marina Teresa Giaveri, sono stati vittime di un “piccolo inganno”: di oro là non c’era neppure l’ombra, al suo posto la delegazione dopo molti sforzi è riuscita a setacciare della pirite.

Ma l’evento saliente della giornata è stato l’incontro coi colleghi dell’Università statale di Ekaterinburg, intitolata al primo presidente della Federazione Russa, Boris Eltsin. Ad ascoltare gli scrittori c’era una folla di operatori culturali, studenti della Facoltà di Giornalismo, di Lingue e Relazioni internazionali. I presenti hanno discusso della situazione della stampa e della letteratura nel proprio Paese e hanno posto innumerevoli domande al pubblico presente in sala.

È emerso che i problemi degli scrittori italiani sono gli stessi dei loro colleghi di penna in Russia. “La nostra televisione si è guadagnata una pessima reputazione”, ha commentato Angelo Guglielmi, critico letterario, ex dirigente televisivo e autore cinematografico, tra i fondatori, con Alberto Arbasino, Umberto Eco e Edoardo Sanguineti, del celebre Gruppo 63, gruppo letterario d' avanguardia. Le televisioni private sopravvivono grazie agli introiti pubblicitari e commerciali, ma gli innumerevoli canali della TV pubblica sono anche peggio per i contenuti: non ricevono sovvenzioni dallo Stato che si limita a imporre i palinsesti.

“I media dipendono ormai per la quasi totalità dalla pubblicità e per ottenere della pubblicità occorre piacere al pubblico”, afferma l’inviato speciale Luigi La Spina. “Ma per piacere al pubblico un editore deve adeguarsi alle esigenze del pubblico. Il risultato  è un impoverimento e un abbassamento della qualità. I media dipendono dal pubblico e questo gli impedisce di migliorare, ma le edizioni di qualità dovrebbero invece anticipare le esigenze del pubblico e formarlo”.

È emerso che in Russia si legge molto di più che in Italia. A confermarlo indirettamente sono i dati sul numero di copie di libri vendute in Italia, dove la tiratura massima per un libro si aggira sulle 10.000 copie. In Russia questa sarebbe una tiratura poco più che simbolica, e anche le tirature dei giornali sono di gran lunga più basse di quelle degli Stati Uniti dove i quotidiani vengono stampati in milioni di copie. Come hanno osservato gli ospiti, uno dei quotidiani italiani più letti ha, per esempio, una tiratura di 700.000 copie e questo per gli standard locali è già ritenuto un discreto successo. Perciò Simone Caltabellota, fondatore delle riviste Darsena ed Elliot Narrazioni e del marchio editoriale Lain, ha esortato gli aspiranti giornalisti russi a credere in se stessi e a impegnarsi nel raggiungimento dei propri obiettivi.

“Quando ho iniziato questa professione mi sentivo chiedere: quali sono i tuoi obiettivi? E io non l’ho dimenticato e ho continuato per la mia strada”, rivela Caltabellota. “L’importante è non perdersi d’animo di fronte alle difficoltà e continuare per la  strada che si è scelta. Per questo a noi italiani sta a cuore il futuro della Russia, un Paese che ha cambiato rotta solo poco tempo fa e ha intrapreso un nuovo cammino”.

Gli scrittori italiani hanno poi raccontato che mentre il treno sfreccia per la Russia o dormono o si dedicano alla lettura, passandosi di mano in mano un volume di storia della Russia in lingua inglese. A seguito di quest’esperienza verranno realizzati un documentario e un libro con le impressioni di viaggio. Oltre a ciò, gli scrittori italiani hanno in progetto di preparare una serie di reportage.

Foto: ufficio stampa

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