Le vie del gas verso l’Europa

Russia tra Nord e South Stream, a che punto siamo? Il primo gasdotto baltico attende solo il via libera, mentre la realizzazione della linea meridionale è in stand-by


Infografia: Gaia Russo.Cliccate per ingrandire. Fonte: Eurogas Statistical Report 2010

Le tensioni in Medio Oriente e Nord Africa fanno crescere l’interesse dell’Europa per il gas russo. Di positivo c’è che il primo gasdotto, Nord Stream, è pronto a rifornire l’Europa settentrionale. Il tratto finale, che collega le sezioni offshore a quelle onshore, è stato ultimato e attende solo di essere collegato alla rete distributiva del Vecchio Continente.

”Abbiamo completato con successo tutti i collaudi”, ha spiegato Georg Nowack, project manager di Nord Stream AG per la Germania. Il progetto è in corso di realizzazione dalla fine degli anni Novanta. All’epoca, l’Unione Europea si era riproposta di ridurre al minimo i rischi legati al transito delle forniture di greggio e di gas destinate ai Paesi dell’Ue, dopo le controversie tra Russia e alcune ex repubbliche sovietiche come Bielorussa e Ucraina. Tenuto conto che i rapporti tra Paesi confinanti sono spesso imprevedibili, si scelse di creare un passaggio privilegiato sotto il Mar Baltico. La Nord Stream Company, fondata nel 2005, è un’iniziativa congiunta di Russia, Germania, Paesi Bassi e Francia, con Gazprom, che partecipa al consorzio con la maggioranza assoluta delle azioni. Direttore esecutivo della società è l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder.


Il progetto prevede di avviare i rifornimenti nei prossimi mesi, in attesa che parta la costruzione del secondo gasdotto. Quando anche questo progetto sarà completo, Nord Stream porterà in Europa circa 55 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa un terzo di quanto i Paesi dell’Unione acquistano dalla Russia. Come ha sottolineato l’Agenzia internazionale per l’Energia, il mondo è entrato ormai nell’era d’oro del gas. Per far fronte a una domanda in costante aumento da parte dell’Occidente, la Russia sta pensando di realizzare il South Stream attraverso il Mar Nero, per rifornire di gas i Paesi dell’Europa meridionale entro il 2014. Quando sarà ultimato, questo gasdotto permetterà di far arrivare a destinazione 65 miliardi di metri cubi di gas. Uno dei vantaggi principali di entrambi i gasdotti è che non vi saranno costi di transito e questo dovrebbe concorrere a far abbassare il prezzo finale.

Peraltro, da poco, sono entrate in vigore le nuove normative comunitarie denominate “Terzo Pacchetto Energia”, che regolamenteranno i costi e la fornitura di gas all’Europa. Lo scopo primario è di incoraggiare la competitività e offrire maggiore scelta ai consumatori. Al progetto Nord Stream è stata garantita una deroga da tali normative, mentre altri oleodotti o gasdotti che collegano Nord Stream con altre regioni d’Europa non l’hanno ricevuta. Come Nel, che collega il gasdotto russo alla rete distributiva tedesca del gas per i trasporti non è stato esentato dal rispetto di queste nuove normative.

A oggi, si trova nella stessa situazione South Stream. Alcuni analisti ritengono che se il progetto non dovesse ottenere la deroga nei confronti delle misure previste dal “Terzo Pacchetto Energia”, potrebbe non essere proprio costruito. “South Stream sarà ultimato soltanto se potrà ottenere uno status prioritario”, taglia corto l’analista Vitaly Kryukov, specializzato nel settore.

In ogni caso, Mikhail Krutikhin, partner di RusEnergy, ritiene improbabile che l’Europa faccia una deroga unicamente a beneficio del trasporto di gas russo: “Tutto ciò è illogico, appare senza né capo né coda. In base alle normative europee vigenti, gli oleodotti e i gasdotti che attraversano vari Stati della Comunità Europea devono rispettare le normative contemplate dal Terzo Pacchetto Energia”.

Tuttavia, quando a maggio 2011 il Progetto South Stream è stato presentato a Bruxelles, il commissario per l’energia Günther Oettinger ha promesso alla Commissione Europea di appoggiarlo senza ulteriori restrizioni. Il ministro russo per l’Energia, Sergei Shmatko, prevede che in autunno saranno annunciati i risultati preliminari dei colloqui con la Commissione Europea sullo status di progetto speciale. Stando alle ultime voci di mercato, una possibilità sarebbe di riconoscere il gasdotto come facente parte integrante del sistema di distribuzione del gas russo.

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