Foto: Evguenia Liuliukina e Anton Belitski
Pur dichiarando di amare molto il teatro russo Tom Stoppard, celebre commediografo britannico di origine ceca, si reca raramente nella Federazione. La preparazione dell’allestimento di Rock-n’-roll al Teatro della Gioventù Accademica Russa (per la prima del 22 settembre 2011) è stata un’eccezione. Il regista ha lavorato a stretto contatto con gli attori e ha supervisionato personalmente l’intera fase di preparazione. Oltre a lanciare la pièce, il giorno successivo Stoppard aprirà un concerto di beneficenza a favore delle case di cura russe per malati terminali. Il concerto coinvolgerà anche i personaggi della sua opera: il gruppo musicale ceco The Plastic People of the Universe e celebri musicisti del panorama rock russo.
È iniziato tutto diversi anni fa e, come spesso accade, per puro caso. Artemy Troitsky , giornalista e critico musicale russo, una volta si ritrovò con un biglietto in più per la rappresentazione di Tom Stoppard La costa dell’utopia in un teatro di Londra e decise di offrirlo ad Arkady Ostrovskij, un traduttore che rimase colpito dalla pièce a tal punto da decidere di tradurla in russo insieme al fratello Sergei. Nel 2007 La costa dell’utopia debuttò al Teatro della Gioventù. Ora, quasi contemporaneamente, l’opera di Stoppard Rock-n’-roll sta per essere pubblicata in Russia (dalla casa editrice Corpus nella traduzione, ovviamente, dei fratelli Ostrovskij) e messa in scena da Adolf Shapiro (neanche a dirlo, al Teatro della Gioventù).
L’azione si apre a Cambridge nel 1968, quando le truppe sovietiche invadono la Cecoslovacchia, Paese natale del protagonista, e si conclude a Praga nel 1990 con un concerto dei Rolling Stones. Quindici scene teatrali intervallate da intermezzi musicali, con canzoni dei Beach Boys, dei Pink Floyd, di Bob Dylan e dei The Plastic People of the Universe. Stoppard vuole mostrare quanto sia difficile mantenersi libero sia in una società totalitaria che in una democratica, e quanto sia importante fare la vita che si desidera. E ancora quanto sia difficile innamorarsi ed essere un amico fedele.
Stoppard spiega così il suo pensiero: “Lasciando da parte il rock and roll in sé, credo che l’idea di fondo dell’opera sia che, in un contesto totalitario, nessuno si sente staccato dalla società. Esiste l’opposizione ufficiale che fa parte del gioco. Dopotutto, gli stessi musicisti dicevano: Non ci importa cosa fate voi, noi vogliamo solo fare rock and roll. In questa pièce cerco di dimostrare che non si può mantenere questa posizione: o fai parte del sistema, o sei contro di esso. È impossibile dire: Non siamo contro, semplicemente non ci interessa”.
Il risultato è una storia intelligente, a tratti triste e allo stesso tempo avvincente. “È fantastico quando una commedia si trasforma in qualcosa di più di un semplice spettacolo e provoca altro”, dice Aleksej Borodin, direttore artistico del Teatro della Gioventù Accademica Russa. “È proprio questo che ci sforziamo di fare ogni volta: fare un teatro che vada oltre il semplice teatro”. Il pensiero di Aleksej rispecchia quello della fondazione di beneficenza Vera (Fede), che sostiene una serie di hospice in 14 città russe, dove i malati terminali possano ricevere gratuitamente assistenza medica, sociale, psicologica, legale e spirituale. “Vede, non si tratta solo di una prima teatrale, non è solo la rappresentazione russa dell’opera di un grande drammaturgo. In realtà è un progetto culturale molto ambizioso”, dichiara Nyuta Federmesser, presidente della fondazione Vera. “Non a caso vengono coinvolti gli hospice, perché gli hospice sono un elemento culturale di una società. In realtà non è una questione medica, ma culturale. Sono molto grata agli organizzatori perché, per la prima volta, l’aiuto alle persone malate non è visto da un punto di vista medico ma di cultura sociale, come dovrebbe essere”.
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