La scuola dietro la lavagna

Foto: Itar-Tass

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Secondo un sondaggio del Centro di ricerca Levada, il 45% dei russi non è soddisfatto dell’attuale sistema educativo, mentre per il 37% la qualità dell’istruzione è peggiorata nel 2011

Scuola russa bocciata: un recente sondaggio del Centro di ricerca russo Levada mette in evidenza l’insoddisfazione provata dei russi nei confronti della pubblica istruzione. L’analisi è stata condotta dal 19 al 23 agosto 2011 su un campione di 1600 adulti residenti in 130 diverse località (rurali e urbane) distribuite nelle 45 regioni del Paese.

Stando ai risultati l’attuale sistema educativo russo soddisferebbe solo il 2% della popolazione. Da notare che tra dal 2007 e il 2009 il 4% degli interrogati rispondeva positivamente a questa domanda. Nel 2011 un quarto dei partecipanti ha risposto: “Né sì, né no”. Il 45% ha segnalato di non essere per niente soddisfatto del sistema educativo russo. Peraltro, gli esperti del Levada hanno osservato che il numero degli scontenti è cresciuto incessantemente negli ultimi tre anni.

I sociologi hanno fatto un’indagine anche sullo sviluppo dell’insegnamento russo dall’anno scorso ad oggi. La risposta “La qualità è aumentata notevolmente” è stata scelta solo dall’1% degli intervistati (per una differenza statistica del 3,4%). Il 10% dei cittadini ritiene che la qualità dell’insegnamento in Russia sia “leggermente migliorata”. Tuttavia il numero degli insoddisfatti rispetto all’attività educativa è molto più nutrito: il 37% pensa che nel 2011 la qualità dell’insegnamento messo a disposizione degli studenti universitari russi e degli alunni di scuole elementari, medie e superiori sia in qualche modo peggiorata.

Il 50% degli intervistati, infine, è convinto che, ad oggi, né loro stessi né i loro figli possano “ottenere un buon livello d’istruzione”. Va aggiunto che i sociologi del Centro Levada hanno fatto un’ulteriore domanda ai cittadini riguardo ai problemi più importanti della scuola. Quasi la metà ritiene che “l’aumento dei costi supplementari all’istruzione” sia la cosa più preoccupante, mentre il 34% si definisce preoccupato per “il mancato interesse per lo studio da parte dei ragazzi”.     

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