Medvedev e la multiculturalità

Uno degli argomenti più dibattuti nel Forum di Politica Mondiale a Jaroslavl viene ripreso dal Presidente della Federazione nell’ intervista rilasciata a Euronews, in cui si parla anche dei rapporti con Siria e Ucraina

Il tema della multiculturalità è stato uno degli argomenti centrali del Forum di Politica Mondiale che si è svolto a Jaroslavl il 7 e l’8 settembre 2011. Ad aprire i lavori il Presidente russo Dmitri Medvedev, che, in un’ampia intervista rilasciata a Alexander Shashkov di Euronews, ha precisato le posizioni russe su alcune questioni, come il gas e i rapporti con l’Ucraina e la situazione siriana.



Sta per iniziare un nuovo inverno e si profila un nuovo conflitto tra Russia e Ucraina per il gas…
Beh, finora non c‘è stato alcun conflitto, anzi ci sono differenze che possono portare a diversi sviluppi.

Questo può creare problemi per la fornitura di gas all’Europa?
Mi auguro, anche sulla base delle recenti esperienze, che i nostri vicini partner abbiano imparato che non si può, anche se non piace, distruggere una base contrattuale mentre è in vigore. Non si può non onorare un contratto, come avevano fatto il presidente e il primo ministro ucraini, dicendo che l’accordo era ingiusto. E’ un atteggiamento inaccettabile. Tutti gli accordi, purché non siano respinti da un tribunale o sospesi dalle parti, devono essere rispettati. Spero che i nostri partner, i nostri amici ucraini rispettino rigorosamente l’accordo raggiunto nel 2009. Per quel che riguarda il futuro, l’ho già ribadito più volte: siamo disposti a discutere di vari programmi di cooperazione con i nostri colleghi ucraini. Compresi i programmi basati sull’integrazione dell’Ucraina nell’Unione doganale. Le autorità ucraine sostengono che l’Organizzazione Mondiale del Commercio impedisce al Paese di partecipare all’Unione doganale. E’ strano. A noi come entità dell’unione doganale non ci è stato impedito l’accesso al Wto. Ma questo riguarda direttamente l’Ucraina. Noi possiamo discutere di integrazione sotto altri punti di vista, come i nostri investimenti economici o nella realizzazione di un sistema di trasporto del gas dell’Ucraina. Ora, se raggiungiamo un accordo su questo punto, possiamo prendere in considerazione la possibilità di cambiare il sistema di cooperazione. Ma al tempo stesso resta immutato il principio secondo cui la cooperazione legata al gas si è sempre basata su una formula. E’ una formula universale, che si applica all’Ucraina e agli altri Paesi. Un discorso del tipo “stiamo pagando più di altri Paesi” è un discorso che si basa sul nulla. E’ pura propaganda. L’Ucraina paga con la stessa formula, e paga in proporzione al prezzo pagato dagli altri consumatori europei. I prezzi attuali sono alti, è vero. Ma a volte possono anche essere estremamente bassi. E in questi casi può diventare un problema per il fornitore di energia. Pertanto, in sintesi, spero che i consumatori ucraini rispetteranno i termini del contratto e in seguito potremo raggiungere un accordo sulle nostre attività future.


Il ministro degli Esteri francese Alain Juppé, in visita a Mosca, sembra abbia fatto appello alla Russia chiedendo di sostenere l’Unione Europea nelle sanzioni contro la Siria. Qual è la politica della Russia in questo senso?
Ho discusso della questione con il ministro Juppé. Il punto è questo: noi non siamo soddisfatti del tutto per come è stata stilata la risoluzione 1973. Ormai è una cosa che appartiene al passato, visto che in Libia, la situazione è cambiata. Tuttavia, riteniamo che il mandato derivato dalla risoluzione 1973 fosse eccessivo. E noi non vogliamo assolutamente che accada la stessa cosa per quanto riguarda la Siria. Ovviamente vediamo i problemi presenti in Siria, vediamo un uso sproporzionato della forza e un gran numero di vittime. E questo non ci piace. Ho più volte parlato personalmente al presidente Bashar Assad e ho recentemente inviato un viceministro degli Esteri per sottolineare ancora una volta la nostra posizione su questo tema. Credo che le risoluzioni per chiedere alla leadership siriana di ritornare sulla retta via, debbano essere rivolte ad entrambi i campi. La situazione non è solo in bianco e nero. Coloro che inneggiano contro il governo non sono solo manifestanti che si ispirano alle democrazie europee. Ci sono molte altre persone, e francamente molte delle quali estremiste. Alcuni di loro potrebbero addirittura essere chiamati terroristi. Quindi la situazione non può essere idealizzata. Dobbiamo procedere in base al rapporto di forze e interessi in campo. Siamo pronti a sostenere differenti approcci, ma non dovrebbero basarsi su una condanna unilaterale delle azioni del governo e del presidente Assad. Occorre inviare un messaggio forte ad entrambi le parti: devono iniziare le trattative per porre fine allo spargimento di sangue. La Russia è interessata a che questo avvenga anche per la grande amicizia che intrattiene con la Siria, un Paese con il quale abbiamo numerose relazioni commerciali e politiche. Continueremo a cercare una via d’uscita da questa situazione.


A Jaroslavl, dove per la terza volta si è svolto il Forum di Politica Mondiale organizzato dalla Russia, il tema principale è stato il multiculturalismo. Perché pensa che questo argomento sia così rilevante?
La Russia è un Paese estremamente complesso e multietnico, composto da molte popolazioni e religioni. Viviamo con la compresenza di diverse nazioni, non ci limitiamo a parlare di immigrazione, perché gli immigrati esistono in qualsiasi Stato, anche in Russia. Per noi è una questione di armonia interna costruita nel corso dei secoli. Vi ricordo che in epoca sovietica, abbiamo usato il termine: “La solida comunità del popolo sovietico”. Sotto diversi punti di vista questo si è rivelato soltanto un concetto teorico. Ma non significa certo che dobbiamo abbandonarne l’idea. Abbiamo davvero bisogno di creare una società armoniosa con persone tolleranti e al tempo stesso rispettose delle tradizioni che costituiscono il cuore di ogni gruppo etnico, a prescindere della regione, sia il centro della Russia, il Caucaso, l’Estremo Oriente. Ovunque vivano, i cittadini russi hanno gli stessi diritti e doveri. Dovrebbero relazionarsi con correttezza nella nostra società. E’ un tema importante per noi. Ma anche in Europa vi sono molti problemi e penso che un confronto sugli approcci teorici a questo riguardo potrebbe essere importante per trovare ricette pratiche.

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