Atletica, Russia sempre sul podio

Il medagliere della Federazione ai Mondiali di Daegu, in Sud Corea, tra grandi imprese e flop inaspettati, eguaglia l’Urss del 1991. Aspettando Mosca 2013

Il terzo titolo di Olga Kaniskina nella 20 chilometri femminile. E l’impresa di Yulia Zaripova nei 3.000 metri siepi e di Marya Savinova che batte Caster Semenya negli 800. La Russia eguaglia, nei Mondiali di atletica leggera delle sorprese a Daegu, Corea del Sud, il primato ottenuto dall’Urss nel 1991 in Giappone. Con le donne protagoniste (13 medaglie su 19), nonostante il flop della primatista mondiale Elena Isinbayeva, solo sesta nell’asta. La corsa al primo posto nel medagliere di Mosca 2013 è già partita.  

La Russia, insomma, guida la rivoluzione dell’atletica leggera mondiale. A un anno dallo start olimpico di Londra la Nazionale ha ottenuto diciannove medaglie nei Mondiali delle stelle cadenti di Daegu, Corea del Sud. Nove ori, quattro argenti, sei bronzi. Secondo posto nel medagliere alle spalle degli Stati Uniti. Eguagliato il primato fatto segnare dall’Unione Sovietica nel 1991 a Tokyo.

Un bottino ideale per prepararsi alla competizione iridata che Mosca ospiterà nel 2013. E non sono mancate le delusioni, soprattutto con il flop della Isinbayeva nell’asta. Marcia (6 medaglie vinte su nove), corsa, salto in alto sono invece le specialità in cui la delegazione russa ha fatto il pieno. Con le donne che sono salite sul podio tredici volte.

Nella 20 chilometri femminile si è rinnovato il dispotismo illuminato di Olga Kaniskina, al suo terzo titolo mondiale, emulata tra gli uomini da Borchin e Kanavkin (20 km) e Bakulin e Nizhegorodov (oro 50 km). La Kaniskina è ormai un rullo compressore che travolge avversarie, dall’argento agli Europei 2006 di Goteborg seguito dai trionfi mondiali nel 2007 e 2009, l’alloro olimpico a Pechino 2008 e l’Europeo dello scorso anno a Barcellona. Il suo segreto, come quello di Borchin, si chiama Vicktor Chegin, il guru della marcia, l’uomo che olia i muscoli nel centro tecnico a Saransk, capitale della Repubblica Autonoma dei Mordvini.

Tra le altre medagliate c’è anche Yulia Zaripova, nuova campionessa del mondo nei 3.000 metri siepi. Una conferma ad alti livelli dopo l'argento ai Mondiali di Berlino 2009 e il titolo europeo l'anno scorso a Barcellona. Primo gradino del podio a sorpresa per Marya Savinova che negli 800 metri ha battuto il seme mediatico della discordia Caster Semenya.

Oro anche nell’eptathlon per Tatyana Chernova, nel lancio del martello per Tatyana Lisenko e nel salto in alto per Anna Cicerova. Metallo più pregiato anche nel giavellotto con Marya Abakumova che si è messa alle spalle la campionessa olimpica ceca Barbora Spotakova.

Poi le note negative. Poche, di spessore. Come le medaglie conquistate in metà delle 26 discipline in programma. Come il sesto posto nell’asta della primatista mondiale Elena Isinbayeva, risultato più inatteso dell’intera competizione dopo la squalifica per falsa partenza di Usain Bolt nella finale dei 100 metri. Il talento della russa è stato offuscato da un anno di stop per infortunio. Un risultato modesto che rischia di bloccare la sua rincorsa verso l’ispirazione di un tempo. In Corea ha fallito anche la stellina delle riviste patinate Darya Klishina, sesta nel salto in lungo.

 

 

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