Russia, impara da Steve Jobs

Foto: Reuters/Vostock photo

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La creatura dell’informatico statunitense, la Apple, non ha sempre fatto il miglior prodotto, ma la società è diventata leggendaria per la sua capacità di spingere l'opinione pubblica a desiderare le sue creazioni

L'annuncio del 24 agosto 2011 in cui l’amministratore delegato di Apple, Steve Jobs, rassegnava le dimissioni, a quanto pare per motivi di salute, è stato accolto con tristezza dagli esperti del settore, che si sono affrettati a lodare Jobs non solo come la forza motrice della società, diventata questa estate per un breve lasso di tempo la società a maggiore capitalizzazione di Borsa, ma anche come un visionario e come il più grande imprenditore degli ultimi 20 anni, o di sempre.

Ma tutte queste lodi sono giustificate o si tratta solo di pubblicità? Apple si distingue sicuramente da società come Microsoft e Google, anche loro di grande successo, ma che non sono mai riuscite a conquistare il cuore e la mente delle persone. In realtà, al di fuori del mondo degli affari, non sono mai neanche riuscite a elevare i propri amministratori delegati o i propri prodotti allo status di culto. Possono essere rispettate, anche temute, ma mai amate.

Questa è la grande lezione da imparare da Steve Jobs e da Apple, sia per le altre società, che per Paesi come la Russia, che sta ora cercando di incamminarsi sulla strada dell'innovazione tecnologica. Ma malgrado tutte le competenze tecniche, molti nel settore sono tristemente ignoranti di storia e sono troppo giovani per aver potuto sperimentare qualcos'altro in maniera diretta. In realtà, molti prodotti moderni non sono affatto così rivoluzionari o validi come sembrano essere.

Prendete l'iPod. La grande svolta nella musica portatile è stato il walkman della Sony. Prima di allora, la scelta era tra stereo portatile, ingombranti registratori a cassette e radio portatili dal suono metallico. Il titolo dell'album live dei Deep Purple del 1972, ormai diventato un classico, "Made in Japan" era una frecciata dall'Estremo Oriente alla qualità scadente dell'elettronica. Come sono cambiati i tempi!

Il walkman ha rappresentato un balzo in avanti grazie alla sua qualità sonora stupefacente, e io continuo a preferire la forma e le sensazioni che mi dava il mio vecchio, goffo walkman al design elegante e austero dei miei due iPod. Naturalmente, l'iPod è autosufficiente, non c'è più bisogno di portare in giro le batterie di ricambio e le cassette, e l'ultimo in commercio, il 160Gb, replica dell'iPod classico, può contenere 40.000 canzoni.

Ma per i veri appassionati di musica, i walkman, che restano il prodotto al top della gamma, avevano due grandi vantaggi rispetto all'iPod: erano dotati di cuffie eccellenti e di una risposta in frequenza migliore, che permetteva di cogliere anche le sfumature più impercettibili, aspetto di grande importanza per poter godere a pieno della musica. Il walkman professionale dei primi anni '80 ha portato le cose ancora a un altro livello ed è stato amato dai fan dell'hi-fi e dai giornalisti per le sue capacità di riproduzione sorprendenti, per la qualità della registrazione e per la sua resistenza - ho fatto cadere il mio per terra due volte e non ha riportato brutte conseguenze. Sony ha interrotto la sua produzione solo nel 2002.

Un'altra cosa che l'iPod - e la maggior parte dei computer - non può fare è riprodurre istantaneamente un brano di musica o un discorso, come si può invece fare nella maggior parte dei vecchi registratori a nastro premendo il tasto "rewind", se impostato in modalità di riproduzione. Si tratta di un vantaggio inestimabile per i musicisti e per i giornalisti che necessitano di trascrivere le interviste, ma se si prova a farlo con una registrazione digitale su un computer, si può sentire il disco rigido continuare a lavorare, cercando di cavarsela.

Il vero prodotto rivoluzionario di Apple non è stato l'iPod, ma iTunes, un'innovazione che ha salvato l'industria discografica dall'estinzione e ha posto la Gestione dei Diritti Digitali (Drm) su un piano più solido.

Ma in un classico caso di condizionamento, i legislatori di tutto il mondo occidentale hanno fatto proprie le argomentazioni degli appassionati di computer secondo cui Internet deve essere gratuito per tutti invece di fare il loro lavoro e tutelare le condizioni di vita di chi produce la musica, i film e i libri di cui noi tutti usufruiamo.

L'idea che copiare e distribuire film e musica in digitale sia in qualche modo diverso dal fotocopiare i libri e dal registrare la musica sulle cassette era falsa fin dall'inizio e ha portato anche alla diffusione di un sentimento di diritto acquisito, con risultati che stanno diventando sempre più visibili, come la grande quantità di cultura e informazioni spazzatura che sta contaminando Internet. Ed è ironico che i governi occidentali sostengano gli amari reclami delle aziende contro la pirateria dilagante in Cina, pur essendo stati incapaci di tutelare i diritti di proprietà intellettuale a casa propria.

Eppure, è molto difficile discutere il successo fenomenale di Apple. Rende affascinanti, ad alto margine di profitto prodotti acquistati da milioni di persone in tutto il mondo, e in ultima analisi, questo è tutto nel business. Copiare questo trucco non è affatto facile, anche per aziende di livello mondiale, e la leadership può passare molto rapidamente da una società - o un Paese - a un'altra.

La Russia sta cercando di modernizzarsi e sta pubblicizzando il suo progetto Skolkovo, un centro per l'innovazione alle porte di Mosca, in patria e all'estero, come la risposta del Paese alla Silicon Valley, ma c'è un massiccio scetticismo a livello nazionale e internazionale. La Russia ha poche aziende di valore al di fuori di quelle operanti nel settore bancario, nel petrolio, gas, metalli e industria mineraria, mentre brillano per la loro assenza le aziende high-tech.

Invece di risolvere questo problema attraverso riforme appropriate a livello nazionale, come al solito, l'approccio a Skolkovo è sovietico, cioè consiste nell'immissione da parte del governo di grandi risorse finanziarie all'interno del progetto. L'oligarca russo e azionista della compagnia petrolifera Tnk-Bp, Viktor Vekselberg, ha detto che Skolkovo aveva ricevuto una promessa di 3 miliardi di dollari di finanziamenti governativi per i prossimi tre anni. L'obiettivo è quello di raccogliere la stessa quantità di denaro da fonti private, comprese le grandi multinazionali: Siemens, Ge e Nokia-Siemens si sono dette disponibili a costruire centri di ricerca e sviluppo a Skolkovo e a investire fino a 50 milioni di dollari ciascuno.

Ma i russi più brillanti e migliori stanno lasciando il Paese in massa. Circa 40.000 russi lavorano nella Silicon Valley a stelle e strisce e le stime sono che fino a 100.000 emigrano ogni anno. Al di fuori del settore tecnologico, è anche utile ricordare che lo sviluppo di un solo nuovo farmaco costa mezzo miliardo di dollari, così 3 miliardi di dollari o addirittura 6 miliardi, non permettono in ogni caso di andare molto lontano.

Neppure i leader russi capiscono la scienza e la tecnologia. Sia Medvedev che Putin hanno detto, per esempio, che il denaro investito in ricerca e sviluppo dovrebbe produrre risultati e non essere sprecato, ma si tratta di un settore ad alto rischio. Infatti, non vi potrà mai essere alcuna garanzia di successo e il progresso scientifico e tecnologico spesso deriva da una scoperta casuale e non può essere pianificato.


La Russia ha sprecato anni dai tempi dell'Unione Sovietica nella sua ricerca ancora senza successo di una visione nazionale, così è ancora nella fase dei discorsi, ma far seguire i fatti alle parole sarà ben più duro. German Gref, ex ministro dell'Economia e ora capo di Sberbank, la più grande banca russa, ha detto al talk show di Vladimir Pozner che la creazione di un'industria automobilistica nazionale richiederebbe almeno 15 anni.

Alla fine di agosto, AvtoVaz, uno dei più grandi produttori di auto della Russia, ha fatto un piccolo passo in avanti con l'assunzione di Steve Mattin come Chief Designer. Mattin ha in precedenza lavorato presso Mercedes-Benz e Volvo e comincerà il suo nuovo lavoro a ottobre 2011. Sarà interessante stare a vedere se riuscirà nella stessa impresa di Steve Jobs trasformando la AvtoVaz in una affascinante, tecnologicamente avanzata azienda automobilistica.

Ian Pryde è fondatore e CEO di Eurasia Strategy & Communications a Mosca

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