Vadim durante uno dei suoi celebri e affollati dj-set. Foto: www.myspace.com/djvadim
Andrey Gurov, in arte Dj Vadim, è da oltre quindici anni uno dei maggiori agitatori della scena elettronica europea, grazie al suo stile peculiare e onnivoro al tempo stesso, ricco di rimandi all’hip-hop, al soul, alle sonorità downbeat, nel quale la tipica freddezza dei beat sintetici si fonde a un bollente flusso sonoro di matrice black. Risultato: un magmatico caleidoscopio musicale dove buio e luce, astratto e motorio trovano il loro ideale punto d’incontro. Nato a San Pietroburgo,Vadim si è trasferito da piccolo a Londra, città nella quale è cresciuto e si è formato, non solo musicalmente.
L’incontro fondamentale per Vadim è stato quello con la Ninja Tune, label inglese tra le più influenti e innovative, per la quale tra il 1996 e il 2003 ha prodotto una serie di album e di ep - molti dei quali omaggiavano nel titolo l’ex Urss - che lo hanno rapidamente portato a essere uno dei nomi “caldi” della musica elettronica contemporanea.
Non a caso, dal quel momento in poi ha collaborato con artisti del calibro di Stevie Wonder, The Roots, Super Furry Animal, oltre ad aver composto musiche per commercials di alcuni dei “corporate brands” più conosciuti. Ma quando gli si domanda quale è stata la sua collaborazione più ispirata e produttiva, Vadim non ha dubbi: “Quella con Yarah Bravo, è stata così incredibile che l’ho dovuta sposare”. La sua trasversalità musicale è pari solo alla sterminata collezione di dischi, dalla quale Vadim attinge per scovare i sampling giusti per le sue produzioni. Una vera e propria biblioteca di Alessandria piena di vinili e in continuo aggiornamento. “Non mi posso lamentare ma non è nulla in confronto a quella di Chris Tarrant – uno dei principali conduttori radiofonici inglesi – avrà più di mezzo milione di dischi. Dal canto mio ascolto e compro di tutto, mi piace essere nella musica a 360 gradi”.
Il suo nuovo progetto, The Electric, è una sorta di supergruppo nel quale collabora con Pugs Atomz, quotatissimo rapper di Chicago, e con la talentuosa cantante inglese Sabira Jade, artisti scoperti e “rodati” dal vivo durante il tour del precedente album, “U can’t lurn imaginashun”. L’album d’esordio per The Electric, “Life is moving”, è un ponte musicale tra il vecchio e il nuovo continente descritto così dallo stesso producer: “Un lavoro che ha in sé elementi hip-hop, soul e di elettronica ma che per quanto mi riguarda suona come “advanced hip-hop”, ovvero concepito e realizzato in maniera innovativa”. Innovativo ma al tempo stesso diretto e spigliato, le tracce infatti sono state registrate e pensate on the road, in camere d’albergo, in macchina e in aereo.
Un disco che sancisce anche il ritorno di un antico amore di Vadim, il soul, e che è stato pubblicato “in casa”, per la neonata etichetta Organically Grown Sounds. Una tracklist che spazia dal suono “old school” fatto di lascivi ammiccamenti (Overloaded), giochini di synth (Electric Company) basi ultrablack (il funk di So Now You Know) e atmosfere da struscio soul pompate con bassi giocattolosi, decorati con i classici catenoni dorati e hot pants d’ordinanza. Un ritorno in grande stile che gli ha permesso di mettersi alle spalle un brutto periodo personale, causa un delicato intervento per rimuovere un melanoma oculare. Una dimostrazione su tutte: il video del nuovo singolo “Toot Toot”, nel quale i personaggi del Mago di Oz vengono catapultati in un videogame in stile anni ‘80. Ironia, genialità e ispirato citazionismo ai massimi livelli. Lunga vita allo zar dell’hip-hop Dj Vadim.
Il parere: Dj Vadim
“La musica cambia e si rinnova continuamente. Nuovi generi appaiono e scompaiono. I musicisti sono influenzati dai cambiamenti della realtà circostante. Lo si vede nella tech house, come nella deep house e nel body & soul. Personalmente mi occupo di cosmic soul, galactic beat funk e drum’n’bass (non mi riferisco alla giungle, è un vero drum’n’bass). Ritengo che queste siano le canzoni e le melodie migliori sia per il corpo, che per l’anima. Quando vado in Russia, c’ è sempre la sensazione speciale. Una parte della mia famiglia vive ancora a San Pietroburgo”
Russian Beats presenta Mujuice e DZA
L’edizione 2011 del Sònar di Barcellona (16-18 giugno), il principale festival di “musica avanzata” in Europa, ha visto esibirsi due tra i più interessanti musicisti elettronici emersi dalla scena russa. Il moscovita Roma Litvinov, aka Mujuice, classe 1983, è riuscito a coniare un sound nel quale convergono la tecnica del glitch, strati di suoni acustici e neoclassici e delle melodie “trovate”. Un flusso debitore del jazz più avventuroso, quanto della techno e di Shostakovich, perfettamente rappresentato nel recente album “Downshifting”. Dal canto suo, Sasha “DZA”, anche lui giovanissimo e proveniente dalla capitale russa, è autore di un hip-hop mutante e pulsante, vicino al wonky-beat inglese. È tra i fondatori della comunità musicale How2make Crew, con la quale ha messo in scena la prima “hip-hopera” russa e ha partecipato con successo alla Red Bull Academy a Londra nel 2010 e al Midem di Cannes. Un artista in rampa di lancio come testimoniano le numerose collaborazioni con diverse label e artisti inglesi, come la Black Acre o Husdon Mohawke, oltre alla “decisiva” segnalazione su Pitchfork , il più seguito magazine musicale della Rete.
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