Foto: Andrey Svitalo_Metro
Ci voleva l’Anno della cultura e della lingua Italia-Russia per portare fuori dai confini della Penisola “La Tempesta” di Giorgione, uno dei grandi capolavori del Rinascimento veneziano, che fino al 7 agosto incanterà i visitatori dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Il dipinto a olio su tela, straordinaria rappresentazione dell’ambiente naturale, nonché oggetto di innumerevoli interpretazioni da parte dei principali critici d’arte internazionali, era stato all’estero solo un’altra volta, negli anni Trenta, durante una mostra che portò a Londra molte meraviglie dell’arte italiana, compresa la Venere del Botticelli.
Del resto i legami tra San Pietroburgo e Venezia non sono pochi, e se tutti sanno che Giacomo Casanova visitò la Russia alla fine del Settecento, e si lamentò di quanto fosse inospitale, sembra che a battezzarla “Finestra sull’Europa” fu un italiano, un veneziano, il letterato Francesco Algarotti. Fu il più celebre degli illuministi italiani a viaggiare per l’impero russo, ma non l’ultimo.
A circolare per tutta l’estate e l’autunno sui vagoni della metropolitana di Mosca, facendo compagnia ai suoi nove milioni di passeggeri quotidiani, sono i grandi poeti italiani, da Francesco Petrarca a Eugenio Montale. I loro versi sono esposti dentro i vagoni su pannelli bilingue che rendono omaggio al gemellaggio culturale tra i due Paesi. Così, nei sotterranei della capitale russa, moscoviti di tutte le età, accaldati in questi primi giorni di afa estiva, viaggiano verso il lavoro facendo la conoscenza di Beatrice di Dante e Silvia di Leopardi.
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