Foto: Daria Gonzales
Nel 2008 Perm ha annunciato di essere la nuova capitale culturale della Russia. A Mosca la notizia è stata accolta con humor, a San Pietroburgo hanno sorriso con ritegno e i vicini Urali sono rimasti a bocca aperta. Per ora è difficile definire Perm il trend setter culturale della Russia. E sarebbe strano se questo fosse davvero successo in pochi anni.
Oggi Perm è un tipico esempio di come le regioni della profonda Russia riescano a trasformare la vita culturale delle loro città anche senza il contributo della capitale. Le matrioske, i balli e le canzoni popolari russe, tutto ciò che per molto tempo è stato considerato come l'unico modo possibile di esprimersi della vita culturale delle regioni, è un ricordo degli anni '90.
La leggendaria bambola russa adesso si fa vedere al massimo nelle installazioni video della vecchia manifattura tabacchi, che fino a ieri era solo una fabbrica abbandonata. Adesso l'edificio è stato trasformato in un centro espositivo sulla falsa riga del “Krasnyj Oktjabr” di Mosca. Negli ex capannoni della fabbrica, sotto i tubi arrugginiti, su pareti logore sono appesi i quadri di artisti contemporanei di Tver, San Pietroburgo, Nizhnyj Novgorod. Il progetto rientra nel programma del festival “Notti Bianche a Perm” che ha avuto inizio il 1° giugno 2011.
All'inizio dell'estate tutta la città si è trasformata in una galleria d'arte. Vicino alla Sala Grande della Filarmonica, in sella a delle motociclette, si incrociano gigantesche figure umane rosse: sono le sculture in legno del gruppo di artisti pietroburghesi “ProfessorS” ; davanti alla biblioteca “Gorkij” c'è un'enorme mela dal diametro di tre metri. Metà della superficie ha una sfaccettatura di piastrelle, l'altra metà un rilievo in mattoni. Installazioni astratte di rametti o legna si trovano quasi in ogni piazzetta o parco e sul lungofiume sono apparse delle grandi lettere “П” (la “P” russa, iniziale del nome della città) in legno.
Ma il risultato più significativo della pop art di strada sono sicuramente i muri. Graffitari da tutto il mondo hanno lasciato qui le proprie opere. La superficie complessiva delle pareti disegnate è di circa 200 chilometri quadrati. Ce ne ha parlato il curatore di questo progetto, Sergej Arsenev: “Abbiamo invitato artisti da Messico, Argentina e anche da New York. Ognuno ha disegnato secondo lo stile del proprio Paese. Credo che sia un tipo di espressione artistica che richiede molto coraggio: bisogna portare le proprie creazioni in strada. Richiede grandi capacità. Tutti possono esporre i propri quadri in una galleria: ci sono le condizioni ideali, pareti bianche sulle quali qualunque opera può fare il suo effetto. Per iscriversi nel paesaggio urbano, invece, c'è da fare un grande lavoro”.
I muri dei cantieri e i piloni dei ponti grazie al colore si sono trasformati da squallidi elementi da zona industriale in un inno all'estetica urbana. Il festival dura 26 giorni. E nel calendario non c'è un solo buco. Ecco alcuni dei nomi più illustri nel programma del festival: Pascal Von Wroblewski, Theodor Currentzis con l'orchestra Musica Aeterna e il coreografo Wayne Macgregor (che a Mosca non si è ancora visto).
L'evento di punta del festival musicale “Musica di libertà” è l'esibizione di Chao La Ventura insieme a Manu Chao. “L'abbiamo scelto di proposito. Questo antiglobalista della musica col cuore di un rocker è l'artista ideale per rappresentare lo spirito della kermesse”, spiega il curatore del festival musicale Aleksandr Cheparukhin.
L'evento conclusivo delle Notti Bianche è il festival di arti multimediali “Spazio aperto”.
Il culmine questa volta è il lancio del campione del mondo di volo col paracadute Valerij Rozov. L'”uomo-alato” atterrerà proprio nel centro della città da un'altezza di 4000 metri. Contemporaneamente sulla piattaforma prevista per l'atterraggio ci saranno acrobati sui trampoli, bambole giganti e altre creature extra-terrestri.
In questa città ci sono molti luoghi mistici. Uno di essi è il teatro “Del Ponte”, creatura di Sergej Fedotov, che lo scorso anno ha ricevuto il premio speciale della giuria del festival teatrale “Maschera d'Oro”. La troupe mette in scena 3-4 spettacoli al giorno e c'è da dire che gli spettatori non mancano mai. La maggior parte del pubblico è costituita non dagli abitanti di Perm quanto dagli ospiti della città. Tuttavia gli organizzatori non sono particolarmente preoccupati da questo fatto. “Le persone non interessate ci sono dappertutto e sono sempre la maggioranza, - afferma il presidente dell'Amministrazione della regione di Perm, Boris Milgram -; il nostro obiettivo è quello di creare l'abitudine a interessarsi, aprire alla gente nuove prospettive, in modo che poi decida in modo autonomo cosa guardare e a che cosa partecipare. L'importante è che ci sia la possibilità di scegliere. E questo a sua volta farà scaturire l'interesse. Non si può avere tutto subito”.
Il caso di Perm non è sicuramente tipico per la Russia. I problemi con cui si scontrano più spesso gli organizzatori di mostre e tournée sono sempre gli stessi: l'amministrazione cittadina o provinciale non concede i permessi per lo svolgimento degli eventi culturali, l'edificio in cui si vorrebbe aprire una galleria d'arte viene giudicato pericolante e abbattuto, mentre in seguito al suo posto sorge un nuovo centro commerciale. A Perm è tutto il contrario. Le autorità locali sembrano decise a trasformare davvero la città in una “capitale europea della cultura” senza badare a spese. Per l'organizzazione del festival delle “Notti Bianche” sono stati spesi quest'anno 172 milioni di rubli (circa 5 milioni di euro).
C'è da dire, però, che nonostante gli sforzi delle autorità, è improbabile che Perm riesca a raggiungere lo status di “capitale europea della cultura”, né nel 2020, né in qualunque altro anno. E il motivo è semplice. Tutti gli stranieri incontrati in città hanno avuto reazioni molto perplesse quando hanno sentito questo titolo. Ad esempio la stilista olandese Anna Cohen ha commentato: “Capitale europea della cultura? Ma è Europa questa?”. Sì, alle nostre latitudini si ritiene abitualmente che il confine dell'Europa siano gli Urali, ma in Unione Europea non è affatto così. Quindi per quanto riguarda l'Europa, gli ospiti del festival hanno dei dubbi. Nei confini della Russia invece Perm di sicuro merita il bronzo. Dopo Mosca e San Pietroburgo, Perm è oggi la terza città del Paese, sia come dimensioni che come livello culturale.
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