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Russia e Nato non sono più nemici, ma tra Mosca e l’Alleanza Atlantica non è scoppiato nemmeno l’amore. E sarebbe strano che fosse successo il contrario. In vent’anni dalla dissoluzione dell’Urss e dallo scioglimento del Patto di Varsavia (1° luglio 1991) l’atmosfera è sicuramente cambiata, i nemici sono diventati meno diffidenti, è stato creato il Consiglio Russia-Nato. Al Cremlino non è piaciuto l’allargamento ad Est, dalle Repubbliche baltiche alla Mitteleuropa, ancor meno il tentativo di Washington di inglobare Georgia e Ucraina.
La spinta americana è stata controbilanciata all’interno della Nato dal pragmatismo francese e tedesco. Ma il futuro è ancora incerto. Se è vero che ci sono punti che sono rimasti inconciliabili anche dopo la seduta di inizio luglio del Consiglio tenutasi a Sochi (uno su tutti lo scudo antimissile) è altrettanto vero che i campi di cooperazione sono molti (a partire dalla lotta al terrorismo e alla proliferazione nucleare). Il Presidente russo Dmitri Medvedev ha dichiarato che “in generale, tutti sono entusiasmati dei risultati raggiunti. La seduta del Consiglio Russia-Nato è stato veramente proficua. Va constatato che le eccezionali possibilità in questo senso sono state aperte dal vertice di Lisbona. Sulla base delle sue decisioni assai positive possiamo ora costruire il partenariato strategico”.
Forse il capo di Stato russo ha peccato di ottimismo, nel senso che il sistema di difesa stellare è una questione difficile da decifrare. Lo stesso ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov ha spiegato che le relazioni sono certo buone, ma gli ostacoli sono ancora presenti: “Abbiamo detto più volte ai nostri partner che la Russia non considera la Nato un nemico. Ma noi vediamo un pericolo nel fatto che l’infrastruttura miliare della Nato, nel contesto dell’allargamento dell’alleanza, si avvicina ai nostri confini ad onta dell’accordo del 1997”.
“Alla Russia – ha affermato Lavrov - interessa una situazione nell’area Euro-Atlantica in cui a tutti i Paesi sia garantita la sicurezza. È la sostanza dell’iniziativa del Presidente Medvedev. In questa chiave è stato esaminato il progetto di scudo antimissile europeo. Se il progetto sarà congiunto esso potrà cambiare in modo radicale nel senso positivo il rapporto tra la Russia e la Nato”. L’evoluzione dei rapporti tra i due attori in scena dipenderà molto anche da chi entrerà il prossimo anno sia al Cremlino che, soprattutto, alla Casa Bianca. Il corso avviato da Medvedev e Obama dopo lo stallo di Putin-Bush potrebbe avere insomma sì un rilancio, ma anche subire un’inversione.
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