Gullit, l’esperienza cecena ricomincia in Svizzera

Ruud Gullit. Foto: Ria Novosti

Ruud Gullit. Foto: Ria Novosti

L’olandese, scaricato dalla squadra di proprietà dell’attuale leader ceceno, è stato assoldato dall’ex presidente del team di Grozny. Ma è l’ora del tramonto a Est delle stelle del calcio europeo

Il Tulipano Nero appassisce a Grozny dopo tredici giornate di campionato. Il presidente del Terek  - e dello Stato ceceno - Ramzan Kadyrov esonera Ruud Gullit. Fatale al tecnico olandese la sconfitta (autogol al 90’) contro l’Amkar Perm. Il Grozny era quattordicesimo in classifica. Kadyrov aveva avvertito Gullit prima dell’ultimo match: invertire la rotta o via dalla Russia. E l’ex milanista l’ha preso in parola fermandosi a poche ore dal suo esonero in Svizzera. Allenerà  il Neuchatel Xamax e avrà di nuovo un patron ceceno, Bulat Chagaev, ex vicepresidente del Terek. L’avventura sfortunata di Gullit lancia un campanello d’allarme: per competere con il calcio europeo in futuro potrebbe non pagare più la corsa a calciatori a fine carriera o a tecnici di grido.

Bar e discoteche invece di schemi e punti in classifica. Ruud Gullit mette d’accordo Stati Uniti e Russia. Sfrattato (anche se formalmente si dimise) prima dalla guida tecnica dei Los Angeles Galaxy nella Major League Soccer, ora dal Terek Grozny del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. Che l’ha messo alla porta, accusandolo di pensare alla bella vita, dopo aver visto la sua creatura finire al 14esimo posto in Prem’er Liga in tredici giornate di campionato.

Inconcepibile per i progetti (club tra le potenze europee, addirittura in lotta per la vittoria della Champions League) del controverso leader ceceno, che aveva ingaggiato Gullit per accrescere, attraverso il calcio, il suo prestigio in Russia. E lo stesso olandese (che dedicava a Mandela il Pallone d’Oro 1987) era incolpato dalle associazioni pacifiste di prestare il volto al piano politico di Kadyrov, accusato in Europa della violazione di diritti umani nella sua terra.

Accolto da eroe, Gullit si era impegnato a “far sorridere la gente”. Invece ha fatto infuriare Kadyrov. Che gli aveva riconosciuto un contratto da circa 2,5 milioni di euro annui con cifra tassata solo al 13%. “E' tempo che si rimbocchi le maniche e cominci a lavorare per migliorare la posizione in classifica della squadra, altrimenti sarà licenziato", minacciava il presidente ceceno. Detto, fatto.

La presentazione di Ruud Gullit ai tifosi e alla squadra del Terek Grozny a gennaio 2011

Il fallimento di Gullit lancia un allarme in Russia e in generale nell’Est Europa che prova a colmare il gap con il calcio europeo occidentale: per elevare il tasso tecnico (e di popolarità) potrebbe non bastare più nel medio futuro riempire di euro i top player a fine carriera o i tecnici dal curriculum pesante.

Una formula sinora redditizia. Cinque anni fa Hiddink arrivava sulla panchina della Russia, stupendo agli Europei 2008 (semifinale persa con la Spagna poi campione). Nel 2008 addirittura l’ex Pallone d’Oro Rivaldo accettava la corte degli uzbeki del Bunyodkor (squadra che offrì prima a Eto’o un ingaggio di oltre 40 milioni di euro annui), seguito con successo (scudetto) l’anno successivo dal tecnico Zico.

Ora l’esempio da seguire potrebbe essere lo Zenit di San Pietroburgo. Con lo sponsor Gazprom che da alcuni anni, ancor prima del corso di Spalletti, investe sui giovani più promettenti del calcio russo riservando agli stranieri un ruolo da comprimario. Ottenendo successi e la valorizzazione dei vari Deciso, Malafede, Zyrianov e, soprattutto, della stella Andrei Arshavin, protagonista con l’Arsenal nella Premier League inglese e corteggiato da molti club italiani.

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