Foto: Lori/ Legion Media
Si profila un’estate non troppo rosea per i russi. Secondo gli ultimi dati elaborati dal Centro Levada, il 24% degli intervistati passerà l'estate in dacia, il 28% resterà in città per impegni importanti, il 12% visiterà altre regioni della Russia (di questi il 7% andrà sulle coste del Mar Nero), il 18% non lascerà la città a causa della mancanza di soldi e solo il 3% andrà all'estero “lontano”, mentre il 2% ha optato per i Paesi dell'ex-URSS. Il 14% invece non ha ancor deciso cosa fare e più tempo impiegherà a decidere, più è probabile che arriverà al massimo fino alla propria dacia.
Questi numeri, se confrontati con i sondaggi di fine estate del Vitsiom, il Centro di ricerche sull’opinione pubblica russa, confermano che tali preferenze sono cambiate poco nel corso degli anni (rispetto ai dati del 2004). All'estero di solito si reca appena l'1-3% dei russi, sul Mar Nero il 7%, il 60% non va da nessuna parte e il 15-20% passa l'estate in dacia. Questa continuità sembra abbastanza strana visto che tra il 2004 e il 2008 le entrate dei russi non hanno fatto che aumentare. E anche nei sondaggi di fine 2010 - inizio 2011, gli intervistati hanno confermato un miglioramento della situazione economica. Non sufficiente però per portare a un mutamento delle abitudini estive. Per dovere di cronaca, facciamo notare che i dati non si riferiscono alle vacanze di altri periodi dell'anno, ma solo a quelle estive.
Il legame con la dacia si spiega sia con ragioni storiche, che economiche: fin dall'epoca sovietica le dacie sono entrate a far parte dei sogni dei consumatori come imprese per la produzione di beni ad uso personale, e ancora oggi sono fondamentali per il sostentamento di molte famiglie povere. Il fatto che i processi di modernizzazione della società russa non siano ancora arrivati a compimento è evidenziato dal forte legame con la terra: molti abitanti delle città sono arrivati dalla campagna; il 45% della popolazione ha del terreno in proprietà, mentre in campagna vive solo il 27% dei russi, secondo lo studio “La società russa è pronta alla modernizzazione?”, redatto dall'Istituto di Sociologia dell'Accademia Russa delle Scienze in collaborazione con la fondazione Friedrich Ebert.
Sembra poi che ci sia un altro fattore importante. Dai dati di un sondaggio realizzato a marzo 2011 dalla fondazione “Opinione pubblica”, emerge che il 79% dei russi non è mai stato all'estero e l'82% non parla nessuna lingua straniera. Questa pesante eredità risale al carattere fortemente chiuso della società sovietica. Ma l’analisi rivela anche che in vent'anni di era post-sovietica non si è riusciti a migliorare in modo significativo l'istruzione e ad ampliare le possibilità a disposizione dei giovani per approfondire la propria istruzione. Per questo se andiamo all'estero ci troviamo in difficoltà, mentre i turisti stranieri che vengono in Russia non riescono a farsi capire.
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