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Dalla Premier League alla Nba, per i magnati russi oggi la conquista dell’Occidente passa soprattutto per lo sport. Come nel caso di Mikhail Prokhorov, probabile avversario di Putin al Cremlino e padrone della Polyus Gold, principale produttore russo di oro, che un anno fa ha acquistato i New Jersey Nets, franchigia del basket professionistico americano. Prokhorov ha investito 200 milioni di euro per l’80% delle quote, finanziando per il 45% la costruzione della nuova arena a Brooklyn dove i Nets giocheranno la prossima stagione. Obiettivo: vincere il titolo entro cinque anni. Ma ha fallito il primo colpo: Carmelo Anthony, sogno del mercato invernale, è passato dai Denver Nuggets ai New York Knicks.
Lo sbarco del russo nello sport statunitense infrange il muro di diffidenza verso i ricchi dell’Europa dell’Est. Che negli anni hanno piazzato capitali in Premier League. L’imprenditore di origine ebraica Aleksandr Gaydamak, erede del controverso padre Arkadi, arrestato per traffico illegale d’armi, nel 2006 acquisiva il Portsmouth, venduto poi a un emiro. Due anni dopo Alisher Usmanov, proprietario della MetalloInvest, principale produttore di ferro, entrava in possesso del 15% dell’Arsenal.
La febbre russa per il calcio ha invaso anche l’Italia. Con il Venezia passato a una cordata di imprenditori guidata da Yuri Korablin, immobiliare, ex presidente del Khimki con il pallino di Roman Abramovich. Proprio il patron del Chelsea, primo a investire in Europa nel 2003, ha avviato, con il finanziamento silenzioso (le norme Fifa vietano di essere azionisti di due società) al Cska Mosca, anche la corsa dei colossi industriali ai club nazionali. Seguito da Gazprom e Gazprom Bank, sponsor e proprietari dello Zenit di San Pietroburgo, che Luciano Spalletti ha condotto al triplete nel 2010.
Sullo Spartak Mosca ha messo le mani da otto anni Leonid Fedun, vicepresidente della petrolifera Lukoil. Le Ferrovie di Vladimir Jakunin investono nel Lokomotiv Mosca. Il Cska è sostenuto dalla banca Vtb; Kerimov, patron della Nafta-Moskva, investe nell’Anzhi.
Le prime sette squadre russe della scorsa Premier Liga vantavano bilanci ufficiali tra i 30 milioni di euro (Saturn) fino ai 68-72 milioni (Lokomotiv, Spartak). L’assegnazione dei Mondiali 2018 alla Russia offre opportunità invidiabili per investire. Putin ha suggerito ad Abramovich di lavorare all’organizzazione dell’evento con una partnership pubblico-privata per non far gravare sui conti dello Stato i 10 miliardi di euro necessari per realizzare stadi nuovi e infrastrutture.
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