Foto: Michael Martin
In questo rifugio unico al mondo anche i visitatori non stanno mai fermi. Volenti o nolenti, ci si muove sempre, anche durante il sonno o i pasti. Per la maggior parte degli ospiti di Barneo, a eccezione forse dei gruppi di scienziati che si fermano anche per tutta la stagione, la base non rappresenta la meta ultima del viaggio. È solo una tappa di poche ore o di qualche giorno che precede e segue l’evento principale: la conquista del Polo Nord.
I turisti provenienti da diversi continenti raggiungono la base in aereo. A Barneo c’è anche un aeroporto. È il più settentrionale e vicino al Polo, ed è l’unico al mondo ad essere costruito su una crosta di ghiaccio alla deriva. Barneo è visitata ogni anno da centinaia di esploratori polari esordienti, professionisti, semplici curiosi e celebrità. Nel 2006, per esempio, il Principe Alberto II di Monaco ha onorato il Polo Nord della sua presenza. Quest’anno a Barneo ha soggiornato il principe Harry del Galles.
APRILE - È l’unico mese all’anno a disposizione di turisti e viaggiatori per andare al Polo Nord
LONGYEARBYEN - È da qui che parte la maggior parte dei voli che collega la terraferma
IL CAMPO BASE BARNEO - Località da cui partono i tour per il Polo
TOUR - Il costo varia dai 10 ai 30mila euro. Si può raggiungere il Polo Nord, accompagnati da guide esperte, in elicottero o con gli sci
DURATA: Da pochi giorni a due-tre settimane.
Per informazioni consultare: www.norpolex.comwww.barneo.ru
È sorprendente come questo pezzetto di ghiaccio fluttuante, la cui esistenza dipende non tanto dalla volontà umana, quanto da quella divina e dalle condizioni meteo, ogni anno ad aprile diventi un punto di passaggio cruciale sulla via per il Polo, e che anche principi e regnanti non possano fare a meno di sostarvi. Per i tour operator dell’Artico, l’incontaminato ghiaccio azzurro luccica d’oro. A quanto pare, anche se il nostro mondo è stato ormai esplorato in lungo e in largo, lo spirito pionieristico rimane vivo. E molti sono disposti a pagare per scoprire cosa provarono Robert Peary, Frederick Cook e Umberto Nobile così lontano da casa.
Tutti gli ospiti che atterrano a Barneo vengono accolti, appena scesi dall’aereo, con i piatti tipici della cucina polare. Al campo si trova un giaciglio in tende calde e spaziose, un posto letto è garantito, e nell’area comune un pasto caldo è sempre pronto.
Qui, nel punto in cui i meridiani si incontrano, è facile perdere la cognizione del tempo: il sole non tramonta mai durante il giorno polare e le ore segnano il tempo solo per convenzione. In questo vacuum temporale, l’area comune diventa luogo di incontro 24 ore su 24, dove l’acqua nel samovar bolle sempre; e il tè o il caffè sono accompagnati dai biscotti e da strabilianti racconti di avventure da far invidia a Jack London. Sorge una domanda: perché i russi occupano questo continente alla deriva e non i norvegesi o i canadesi, per esempio?
Ascoltando i racconti degli organizzatori, può sembrare che la ricerca di un banco di ghiaccio adatto a ospitare il campo Barneo non sia un’impresa difficile. Si tratta in realtà di un lavoro estremamente pericoloso che richiede a chi lo svolge, dai piloti ai trattoristi, un’alta qualifica e una grande esperienza. Competenze che, probabilmente, altri Paesi non possono vantare. Una curiosità: Barneo era il segnale di chiamata usato da un radiotelegrafista polare. Ogni volta che lo usava, sentiva meno freddo. In russo il Borneo è, infatti, Barneo.
La testimonianza: Michele La Rosa
Imprenditore e libero professionista, svolge le sue attività a Bologna
"Alla partenza per il campo base Barneo, tappa intermedia verso il Polo, non sapevo cosa avrei trovato. Ma, appena arrivati a destinazione, mi sono sentito a casa: un adattamento istantaneo al freddo, al luogo, alle persone. Mi sarei aspettato un’accoglienza con pochi generi di conforto e condizioni meteo impegnative, ma così non è stato. Barneo è una base molto ben organizzata dove non ho rimpianto le comodità di un buon hotel. E il cibo è ottimo, lo dice un italiano.
Meta successiva, il novantesimo grado di latitudine. La prima giornata di cammino si è svolta sotto un sole splendente. Dopo qualche ora di viaggio nel deserto di ghiaccio, è arrivato il momento di allestire il campo. Quindi una notte passata sul ghiaccio, una veloce colazione e di nuovo in viaggio. Dopo ore di fatica e qualche buffa caduta, abbiamo finalmente raggiunto il tetto del mondo."
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