A sinistra, l'imprenditrice russa Jana Jakovleva, fondatrice dell'associazione "Solidarietà in affari". Foto: Anna Artemeva
Galina ed Evgeny Konovalov sono una coppia di imprenditori di Krasnodar. Una delle loro aziende si chiama Promawtomatika-Invest. Nel 2008 scoprirono che l’impresa era stata intestata a un’altra persona attraverso un contratto falso: «Nelle carte l’amministratore dell’azienda è stato semplicemente sostituito», afferma Galina e mostra i documenti.
La coppia sporge querela, ma nell’agosto 2010, Evgeny viene arrestato con l’accusa di aver fatturato illegalmente circa 300mila euro servendosi di un’altra controllata. In realtà, si trattava di un prestito infragruppo. «Durante la carcerazione gli è stata prospettata la libertà in cambio della rinuncia alla Promawtomatika-Invest», racconta Konovalova.
Lo scorso aprile sono state apportate modifiche al Codice penale: ora non è più possibile disporre la custodia cautelare per i sospettati di reati di natura economica. Evgeny è tornato in libertà un mese dopo il suo arresto, grazie al clamore suscitato dalla stampa e al sostegno personale di un deputato. E Galina ha fondato l’organizzazione "Uguaglianza per tutti di fronte alla Legge e in Tribunale”, che si propone di stare al fianco di imprenditori coinvolti in casi simili.
All’inizio del 2011 i Konovalov hanno conseguito due successi: il Tribunale distrettuale di Krasnodar ha ammesso errori di procedura ed ha riaperto il caso; successivamente la corte d’appello di Vladimir si è espressa a favore dei Konovalov.
Nel corso della loro battaglia, sono stati sostenuti da Jana Jakovleva, direttrice finanziaria dell’azienda chimica Sofeks, che nel 2006 aveva trascorso sette mesi in carcere a causa di un vuoto legislativo sfruttato da funzionari corrotti. Jakovleva ha fondato “Solidarietà in affari”, un’organizzazione che ha promosso la nascita di un comitato anticorruzione. Jana Jakovleva e il presidente della confederazione Boris Titov combattono ora uniti contro funzionari ricattatori.
«Il nostro comitato è l’espressione della lotta contro la corruzione», dice Titov. Secondo le sue stime, ogni anno vengono compiuti circa 70mila attacchi alle imprese da parte di raider. E alcune aziende impiegano fino al 10% del fatturato per le bustarelle a funzionari. Medvedev ha spiegato che a causa di questo malcostume, i cittadini smettono di credere nell’imprenditoria. Secondo i dati, il 17% degli imprenditori lascerebbe il Paese e il 50% non esclude un trasferimento all’estero. Un’ipotesi che determinerebbe la fine del ceto medio in Russia. Ecco perchè il Cremlino si sta spendendo in prima linea per il piano anticorruzione.
La citazione
Galina Konovalova, imprenditrice di Krasnodar:
"Il caso Konovalov è un esempio tipico di corporate raid. Gli impiegati pubblici sono i peggiori raider poiché mettono le mani sulle aziende e si nascondono dietro il Codice penale. Molti di questi processi si basano su elementi falsi e lo si capisce dal fatto che non ci sono né un vero danno, né dei soggetti danneggiati"
I numeri
70.000 - Sono gli attacchi alle imprese da parte di raider compiuti ogni anno nel Paese
300.000 - È l’ammontare in euro della fatturazione illegale di cui era accusata la coppia dei Konovalov
17 - Secondo i dati, è la percentuale di imprenditori che lascerebbe la propria attività se non cambieranno le norme
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