Foto: Itar-Tass
Quando di recente Evgenia Ivanovna è giunta in ospedale, sua figlia Zoja ha sentito intuitivamente che avrebbe dovuto dare una bustarella all’infermiera, pur non trattandosi di una clinica privata. Le ha consegnato un biglietto da 500 rubli, circa 13 euro. I sociologi dicono che il punto non è tanto il valore della bustarella, ma la sua esistenza. Sulla carta i russi hanno diritto all’assistenza medica gratuita, secondo quanto dice la Costituzione del 1933. In realtà vige un sistema diviso in due: un’assistenza medica privata e un apparato sanitario statale zoppicante. I tagli hanno portato a ospedali in cattivo stato e lavoratori frustrati e pagati con stipendi da miseria.
35 percento è l’incremento
dei salari dei
medici nell’ambito
delle future riforme;
71 percento dei russi
ha messo in dubbio
di ricevere sostegno
medico sufficiente in caso
di emergenza.
La Russia occupa
il terzo posto, dietro il Giappone
(85%) e l’Ungheria (83%)
Nei giornali si susseguono gli articoli su situazioni antigieniche negli ospedali e su strumenti medici che vengono sterilizzati nelle pentole. Dmitri Pushkar è un chirurgo di fama mondiale. Gli chiediamo se è disposto a combattere per lavorare. «Lotto per la mia attrezzatura e affinché vengano isolati i muri umidi della mia sala operatoria. Devo lottare per tutto».
Il governo russo punta su riforme su larga scala e ha messo a disposizione più di sette miliardi di euro per il sistema sanitario, la modernizzazione degli ospedali e per una retribuzione migliore del personale medico. Un tasso di mortalità straordinariamente elevato, soprattutto tra i neonati, ha accelerato il processo. Alcuni demografi stimano che la popolazione russa scenderà entro il 2050 da 142 a 100 milioni. Ma nessun trend è irreversibile: i russi che possono contare su una vita più longeva e sana tendono ad avere più bambini. Il governo ha progettato in tutto il Paese una serie di centri sanitari specializzati in malattie cardio-circolatorie e malattie tumorali e ha promesso investimenti ingenti sul versante della prevenzione, completamente trascurata in epoca sovietica.
La popolazione ha scarsa fiducia nel proprio sistema sanitario statale. E non pochi optano per una copertura privata e coloro che possono permetterselo preferiscono curarsi all’estero.
Così le somme pagate al personale sanitario per ottenere cure adeguate non vengono vissute dagli utenti come bustarelle estorte. Questo è quanto Zoja ha dovuto vivere sulla propria pelle quando è entrata nell’ospedale con sua madre malata. «Appena varcata la soglia, bisogna dare soldi a tutti, si pagano le infermiere, il medico, il chirurgo e il materiale di pronto soccorso. Ovviamente nessuno ti dice in faccia che se non paghi riceverai un’operazione all’appendice soltanto di seconda classe».
Nell’ambito delle riforme, i salari dei medici vengono incrementati fino al 35%, ma siccome si trovano a un livello estremamente basso, l’aumento non sarebbe decisivo, secondo quanto afferma Kirill Danishevski, analista indipendente del settore sanitario. Dmitri Pushkar non attribuisce la responsabilità di un sistema sanitario scadente soltanto alla situazione economica. Si tratterebbe piuttosto di un problema morale. «È impossibile realizzare una riforma in un anno, possiamo però iniziare a pensare diversamente e a distinguere tra buoni e cattivi medici, premiando i primi in maniera adeguata», conclude Pushkar.
E il primario critica il ministro
Le affermazioni contro le riforme del sistema
sanitario fatte da un medico hanno provocato la dura reazione dei funzionari
del Ministero della Salute. Si sono sentiti offesi e hanno indirizzato una
lettera a Putin, per chiedergli di proteggerli dalle critiche di Leonid Roshal,
direttore dell’Istituto di Ricerca del reparto di Chirurgia e Traumatologia
Pediatrica d’emergenza di Mosca. La lettera vuole essere una risposta al
discorso del dottor Roshal che, lo scorso 12 aprile, aveva attaccato le riforme
del sistema sanitario condotte dal ministro Tatiana Golikova. «Se il suo
intervento mirava a distruggere tutto quello che facciamo, portando in un
vicolo cieco la causa cui dedichiamo tutto il nostro tempo, allora ci è
riuscito», si legge nella lettera. Per il resto, non è del tutto comprensibile
come Putin potrebbe «difendere dalle critiche» i sottoposti del ministro
Golikova. Nonostante il tono alquanto duro con cui ha definito la propria
posizione, il dottor Roshal non oltrepassa i limiti dei temi professionali
nella sua denuncia.
Leonid Roshal. Foto: Photoxpress
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