Nella foto in alto, la direttrice del Museo Pushkin di Mosca, Irina Aleksandrovna Antonova, ammira la Medusa di Gian Lorenzo Bernini, all'interno dell'ambasciata d'Italia in Russia. L'opera sarà al Pushkin dal 2 giugno.Foto: Itar-Tass
Video: Ufficio stampa
Pietrifica, con il suo mitologico sguardo, anche Mosca. In tutta la sua bellezza e, allo stesso tempo, in tutto il suo orrore, la Medusa di Gian Lorenzo Bernini è arrivata nella capitale russa. Anche per la preziosa scultura del Barocco italiano, custodita nei Musei capitolini di Roma, accoglienza trionfale come era accaduto nei mesi scorsi per “Pallade e il Centauro” di Botticelli (tutt’ora ospite al Museo Pushkin, fino al 17 luglio) e ancor prima per “La Dama con liocorno” di Raffaello, l’opera che ha dato il la alla serie degli appuntamenti de “I capolavori dei Musei italiani. Da Raffaello a Caravaggio”, organizzati nell’Anno di interscambio 2011.
La presentazione alla città è avvenuta ufficialmente all’ambasciata d’Italia a Mosca: in una delle sale più belle di Villa Berg, tra due carabinieri in alta uniforme, il busto marmoreo rubava la scena. “Non potevamo portare fin qui un palazzo o una fontana o una piazza del grande architetto che ha fatto Roma – ha esordito l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi -, ma questa scultura, tra tante, non è stata una scelta casuale: Medusa ha lasciato una traccia nella storia dell’arte russa del passato e contemporanea; è pure un personaggio ricorrente nei libri russi per bambini e ha ispirato le canzoni di vari gruppi rock e punk”.
“Nei musei russi c’è tanto Tintoretto, Canaletto, Cinquecento e Seicento italiani ma c’è poco Bernini – ha sottolineato nel suo intervento Giancarlo Galan, ministro dei Beni culturali -, per questo abbiamo portato a Mosca un pezzo particolarmente bello della sua produzione”. D’altronde, come ha spiegato il vice ministro russo alla Cultura Andrej Busygin, “i russi in visita a Roma conoscono la città eterna attraverso le sue opere architettoniche. E da questa scultura – ha concluso – si percepisce tutto il gusto dell’estetica”.
“Un altro personaggio femminile, dopo la Dama con liocorno e Pallade del Botticelli, arriva al Pushkin – ha sottolineato Irina Aleksandrovna Antonova, direttrice del museo che esporrà l’opera di Bernini dal 2 al 30 giugno -. In questo busto si riflette perfettamente l’incarnazione dell’epoca barocca in tutta la sua drammaticità: nel marmo è stata scolpita la trasformazione di una bella fanciulla in una belva. Vorrei che questa scultura potesse rimanere il più possibile nelle nostre sale”.
Con un augurio, invece, ha salutato i presenti Giulio Urbani, ex ministro della Cultura e attuale responsabile per la parte italiana dell’Anno 2011. “L’ammirare l’allegoria berniniana che grava i personaggi di pensieri brutti – ha detto – possa liberarci per un attimo dalle nostre preoccupazioni”.
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