Alla vigilia della riapertura del Planetario di Mosca, dopo lunghi lavori di ristrutturazione, il direttore scientifico Faina Rubleva si occupa della preparazione degli studenti dell'istituto Pavel Shternberg presso l'Università Statale di Mosca al mestiere di guida e ristabilisce così il legame tra le generazioni: molte delle persone nate nella capitale russa, anche se forse hanno sentito parlare del planetario, di sicuro non hanno mai avuto l'occasione di visitarlo.
Oltre al personale, gli unici che si spostano fra le sale oggi sono gli operai; la conversazione viene continuamente interrotta dal rumore del trapano e dai colpi dei martelli. Negli enormi, impressionanti spazi del nuovo museo, dagli alti soffitti e dalle pareti bianche, è ancora difficile orientarsi senza indicazioni. Al loro posto ci sono solo dei fogli A4 sui quali si può leggere: “Proseguimento dell'esposizione” e sotto i dettagli, del tipo “Insegna a muro. Materiale: vetro. Carattere e sfondo in linea con lo stile aziendale”.
L’Universo èinterattivo
Lo scopo della ricostruzione del planetario di Mosca è la creazione di un centro contemporaneo, ed è per questo che, al guardaroba, le nonnine con i cartellini numerati sono state sostituite da appendiabiti su rotaia, che ci sono una sala cinematografica 4D e gli ascensori per gli invalidi. Natalija Artijkina, il direttore esecutivo della ditta che gestisce il Planetario di Mosca, ci ha raccontato che la prima cosa che ha fatto il nuovo proprietario non appena ha preso possesso dell'edificio è stato analizzare il progetto di ristrutturazione rimasto da realizzare e l'esperienza dei colleghi all'estero: “I nostri specialisti hanno visitato i migliori planetari del mondo e i migliori musei interattivi, tra cui quelli di New York, Pechino, Valencia e della Germania. Sono andati a vedere come è organizzato tutto, che tipo di soluzioni vengono utilizzate dai tecnici migliori che si occupano dei sistemi di proiezione e dei musei interattivi”.
Quando si entra nell'edificio, si accede prima di tutto al museo “Urania”, la cui ossatura è costituita più che altro dagli oggetti custoditi da Faina Rubleva. Al centro della stanza è seduto il manichino di un astrologo, circondato dagli antichi strumenti usati per studiare la volta celeste, da libri e disegni. Nelle vetrine e sugli scaffali ci sono i modellini di apparecchi e strumenti spaziali oltre a un'esposizione dedicata alla storia del Planetario: foto, riproduzioni su scala, due vecchi proiettori dalle dimensioni impressionanti. Alle pareti ci sono diversi monitor che trasmettono filmati spaziali con sottofondo musicale.
La cupola stellata, meteoriti autentiche e certificate e un cinema 4D: il Planetario di Mosca riapre i battenti, completamente rinnovato
Sul secondo livello del museo si può ammirare una collezione di meteoriti autentiche (i collaboratori del museo fanno sapere con orgoglio di avere un certificato per ogni singolo sasso spaziale a conferma della sua autenticità) e un modellino del sistema solare: dal pavimento inclinato di piastrelle nere spuntano le copie dei pianeti dipinti a mano. Salendo ancora arriviamo in quello che è il massimo per un teatro stellare: una cupola del diametro di 25 metri e della superficie di 1000 metri quadri. Al centro della sala si innalza il famoso proiettore della Zeiss “Universarium M9”, simile alla Morte Nera di Guerre Stellari, che con i suoi 32 obiettivi è in grado di mostrare circa 9100 stelle. Il popolo vuole lo spettacolo e così qui, come si faceva anche in passato, vengono preparati degli show a tema con costellazioni e galassie della durata di 50 minuti. I collaboratori del Planetario, che hanno visto le proiezioni di prova di questo apparecchio, dicono che l'effetto è indimenticabile, sembra proprio di poter toccare le stelle sopra la propria testa.
Sul tetto del planetario è stata allestita una piattaforma astronomica, che resterà aperta dalla tarda primavera all’autunno: c'è una collezione di meridiane, uno Stonehenge in miniatura, un telescopio, un “globo di Nabokov” che gira insieme al nostro pianeta e grazie al quale si può vedere dov'è che in questo momento sulla Terra è buio e dove invece è già l'alba, e due osservatori. Sulla cima della piramide qui sistemata è attaccato un filo di 16 metri, che attraversa tutto l'edificio e alla cui estremità è appesa una sfera del pendolo di Foucault del peso di 50 chili, un oggetto di cui Faina Rubleva va particolarmente fiera. Si tratta infatti del più grosso pendolo di tutto il Paese: “Lo facciamo partire esattamente come faceva Foucault quando provò per la prima volta questo esperimento”.
La sfera del pendolo si trova al primo piano del secondo museo, il “Lunarium”, luogo in cui si è incarnata più di tutto l'essenza interattiva del nuovo Planetario. Nel suo aspetto, il “Lunarium” sembra un misto di tutte le navi spaziali hollywoodiane messe insieme e tutte le tecnologie ad esso connesse, nell'immaginario della maggior parte delle persone. Secondo quanto è stato progettato, i bambini dovrebbero venire qua e, spingendo i pulsanti, mettere in azione dei meccanismi che daranno loro una serie di nozioni riguardo al funzionamento del mondo circostante. In realtà l'esposizione attirerà visitatori di ogni età, anche se per ora ci sono solo guide, operai e donne delle pulizie.
Tra gli esperimenti più divertenti ci sono la creazione delle nuvole e lo scontro tra asteroidi: è stupefacente il viaggio nel segreto delle scienze astronomiche
Il sistema grazie al quale è possibile calcolare a quale altezza si riuscirebbe a saltare se si fosse sulla Luna è costituito da un'altura inclinata con una tavola che scivola sopra: ci si spinge con i piedi, si fa un salto di un paio di metri, si resta sospeso in aria per una frazione di secondo e poi si atterra di nuovo. C'è una bicicletta tandem fissata davanti a uno schermo: pedalando viene mostrato quanto ancora si dovrebbe pedalare a una certa velocità per raggiungere i vari pianeti. Poi c'è il modellino di un buco nero: un largo piatto con un avvallamento al centro. Al centro c'è un buco. Se si lascia andare una monetina sul bordo, inizia a girare per un terribile minuto lungo il bordo, finché non inizia a cadere verso il buco, gira ancora un po' sul margine, per una ventina di secondi finché non viene inghiottita completamente dalla “materia”.
Il meccanismo per la creazione delle nuvole? Si spinge una superficie di gomma e dal suo interno scaturisce una densa nuvola. Sotto il soffitto del secondo piano di questa sala scorrono dei tubi trasparenti all'interno dei quali si possono lanciare dei razzi che partono con uno scoppio del loro motore all'ossigeno o all'idrogeno. Se si dirigono i riflessi del sole prodotti dagli specchi verso le batterie solari, degli aerei in miniatura iniziano a girare. C'è una gru telecomandata a distanza, che si può sollevare per trasportare la “terra di Marte”. Col contatore Geiger è possibile misurare il livello di radiazioni, con l'antenna radio a disco si può provare a captare un segnale radio, col simulatore video si può agganciare una nave spaziale alla Stazione spaziale internazionale.
C'è un apparecchio in grado di separare la luce nei suoi spettri colorati, quello che mostra le differenze tra la galassia di cui fa parte la Terra, che gira attorno al Sole, e una galassia in cui il Sole viene fatto girare attorno alla Terra. Ci sono tornado e buchi neri in miniatura: girando una manovella l'acqua dentro al cilindro inizia gradualmente a formare un mulinello dentro al quale vengono risucchiate le palline di gomma. E ancora il gioco interattivo “Indovina la costellazione”. Uno schermo sul quale, trovandosi sulla Luna, è possibile osservare qualunque stella o corpo celeste. Una bilancia che mostra quanto si peserebbe in diversi punti della galassia: su Plutone 1 chilo, su Giove 190, su Marte 30 e sulla Luna 10. Bulbi a corrente alternata e al plasma. Un modellino multidimensionale dell'Universo con le diverse superfici e terreni delle varie parti della galassia. In un angolo della sala, la donna delle pulizie, finché nessuno la disturba, si è fermata davanti a uno schermo dove lancia gli asteroidi contro i pianeti. L'asteroide con un sibilo si scontra con la superficie, il pianeta inizia a fumare e sullo schermo appare il nome del corpo celeste che è appena stato annientato. E altre decine di apparecchi con pulsanti, leve, telecomandi che si possono spingere, tirare, avviare, e stare a guardare che cosa ne viene fuori.
Il nuovo planetario, sulla scia dei musei scientifici europei, fa molto affidamento all'“edutainment”, imparare, cioè, divertendosi. La direzione ha addirittura riattivato i circoli astronomici, a cui ogni anno potranno iscriversi gli alunni delle scuole medie per un corso di tre anni con lezioni serali di due ore alla settimana. Dopo aver superato gli esami di fine corso, chi lo vorrà, potrà restare a lavorare come guida al Planetario o all'osservatorio durante i mesi estivi.
Foto: Anton Akimov/ didascalie Egor Mostovshchikov/ per la rivista "Bolshoi gorod"
Articolo originale in russo su www.bg.ru
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email