Foto: Itar-Tass
Si alza il sipario su Anton Cechov, con tanto di acrobazie. Al Piccolo Teatro Strehler di Milano, fino al 15 maggio, andrà in scena lo spettacolo “Donka. Lettera a Cechov”, ispirato alla vita e alle opere del grande drammaturgo russo, autore di testi come “Il giardino dei ciliegi” , “Le tre sorelle” e “Zio Vanja”.
Commissionato per l'apertura del Cechov International Theatre Festival 2010 a Mosca, lo spettacolo di Daniele Finzi Pasca, noto al pubblico internazionale in quanto autore di spettacoli indimenticabili come quelli del Cirque Eloize e del Cirque du Soleil, ha debuttato lo scorso anno in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita dello scrittore ed è stato accolto con una standing ovation di 15 minuti. Da allora in poi la troupe di artisti internazionali diretta da Finzi Pasca ha girato il mondo riscuotendo sempre un grande successo di pubblico fino a giungere in questi mesi in Italia.
Il regista svizzero ha deciso di omaggiare lo scrittore russo in una maniera del tutto nuova, regalando al suo pubblico uno spettacolo in cui si mescolano circo, danza e acrobazie, accompagnate da un gioco di luci e di movimenti e da un ininterrotto sfondo musicale.
La parola donka, presente nel titolo dello spettacolo, in russo indica il campanellino che si appende alla canna da pesca e che suona quando un pesce abbocca e si ricollega alla grande passione di Cechov per la pesca, considerata come un momento di meditazione. Il regista è andato così letteralmente a ripescare nella vita e nell'opera dello scrittore per riscoprirne i particolari, i dettagli e i tanti silenzi contenuti nelle note dei diari personali facendo rivivere tutto ciò attraverso l'arte circense. Il tutto accompagnato dal suono del campanellino della canna da pesca che fa da sotto fondo durante lo spettacolo.
La musiche composte da Maria Bonizago rievocano l'atmosfera della lontana madre Russia di fine Ottocento e accompagnano le evoluzioni e le danze acrobatiche di un cast d'eccezione composto da otto artisti internazionali. Una galleria di soggetti tipicamente cecoviani, fanciulle, eterni studenti, dottori, sognatori e scapoli, appare sulla scena, animandola con cori, danze accompagnate dal rumore del vento e dal cinguettio degli uccelli.
Il regista ha immaginato un mondo immerso in una situazione di apparente non azione, tipica di molti soggetti cecoviani, dando allo spettatore la sensazione che accada qualcosa di nuovo e sconvolgente che smuova da un momento all'altro i personaggi dalla loro perenne situazione di instabilità.
Così fanciulle vestite di bianco, giocolieri e clown tristi e malinconici animano la scena in uno spettacolo suddiviso in quadri in cui si sussegue una serie di istantanee che cercano di ridar vita e voce ai temi più amati da Cechov.
Ma, sin dall'inizio, insieme ai tanti sentimenti presenti nella vita e nell'opera di Cechov, aleggia anche quello più oscuro: il tema della morte e della malattia che affliggeva lo scrittore. Tracce di rosso appaiono da subito in piccole quantità per sfociare poi nella parte finale interamente dedicata al tema.
In “Donka” si mescolano così in una fantastica suggestione letteratura, vita, amore e tutti i sentimenti tipici del Cechov uomo e scrittore. Un esempio di come l'arte del circo e della danza possano fondersi tranquillamente con un grande classico della letteratura.
Informazioni su www.piccoloteatro.org
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