In guerra per i bambini

Foto: Itar-Tass

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I genitori russi temono l’ingerenza delle istituzioni tra le mura domestiche. “Finché la famiglia non sarà sovrana rispetto allo Stato il problema continuerà a esistere”, avverte l’esperto.

Le mamme e i papà russi sono preoccupati per l'interesse dimostrato dai funzionari statali nei confronti dei loro figli, interesse che diventa ogni giorno più insistente. Nonostante il numero di interdizioni della potestà genitoriale sia passato dalle 74 mila del 2008 alle 56 mila del 2010, secondo i dati ufficiali, nella società si fa sempre più forte la sensazione che lo Stato si intrometta troppo spesso nella vita interna al nucleo familiare.

Tali sensazioni non sono prive di fondamento. Nelle statistiche ufficiali infatti non sono inclusi tutti i casi di allontanamento della prole dai genitori da parte degli organi assistenziali in via extra-giudiziaria. Quante siano tali decisioni in Russia non si sa. Ma ogni volta che accade in modo illegale, dal punto di vista dei cittadini, la vicenda è sempre seguita da grande clamore su internet e sui mass media. Dal momento però che nessuno riesce a ricevere spiegazioni su come e quando i bambini possano essere tolti ai genitori, il panico cresce e la chiarezza non aumenta.

La situazione è peggiorata dopo che le amministrazioni regionali hanno deciso di mettere in pratica le indicazioni della Commissione per i minori. A Mosca, ad esempio, gli educatori delle scuole materne, hanno l'obbligo di controllare i bambini riguardo a eventuali segni di percosse, comunicare alle istituzioni superiori se un genitore viene a prendere il figlio in stato di ubriachezza e anche organizzare concorsi con i disegni dei bambini, dai quali, secondo gli autori del regolamento, si potranno trarre conclusioni sulla serenità o meno della vita familiare del piccoli.

Alle riunioni sempre più spesso viene chiesto ai genitori di prestare attenzione ai rumori che provengono dagli appartamenti dei vicini e, se i rumori fanno pensare a un litigio violento, li invitano a chiamare la polizia. Dai cittadini più coscienziosi, le istituzioni si aspettano addirittura un'eventuale auto-denuncia: molti genitori hanno ricevuto moduli, elaborati dal Dipartimento per l'istruzione di Mosca, che contengono domande del tipo: “Vi può capitare di colpire vostro figlio in un luogo pubblico?”.

Non sorprende che la gente sia preoccupata per questo improvviso interesse dello Stato verso i bambini, così che può capitare che signore provenienti dagli organi di assistenza sociale, in possesso di non si sa bene quali poteri, possano usare l'argomento delle ridotte dimensioni dello spazio abitativo o della povertà per ritenere i bambini “in una posizione socialmente pericolosa” e decidere di allontanarli dalla famiglia.

Il segretario responsabile della Commissione per la Difesa dei minori di Mosca, Yuri Kotov, non vede niente di strano nell'attività degli assistenti sociali: “Abbiamo firmato un accordo con l'Unicef e tutto avviene nell'ambito della politica della città”.

La situazione è ulteriormente complicata dalle tendenze demografiche del Paese. Se i funzionari statali hanno sempre una risposta pronta per le domande della popolazione, qualsiasi sofismo retorico è impotente di fronte alla realtà dei fatti.

“Secondo i demografi, per far sì che la popolazione resti uguale, senza diminuire né crescere, bisognerebbe che circa il 60% delle famiglie russe avesse tre bambini. In Russia queste invece sono il 6%. In Europa e negli Usa sono poco di più, il 13-15%”, spiega Anatolij Antonov, ordinario di Sociologia della famiglia e scienze demografiche dell'Università Statale di Mosca e presidente del Dipartimento di previsioni demografiche dell'Accademia Internazionale di ricerche sul futuro. “E in un momento in cui le famiglie con prole numerosa rappresentano un elemento tanto prezioso, quelli che dominano sono umori di tutt'altro tipo. Al posto del sostegno psicologico, lo Stato contemporaneo dimostra ben altre velleità, come quella di schiacciare gli interessi della famiglia”.

Il professor Antonov ritiene che l'allontanamento dei bambini dalla famiglia sia il risultato di una particolare interpretazione della Convenzione internazionale sui diritti dei minori da parte dei funzionari, che si occupano dei beni materiali. Finché l'istituzione della famiglia non sarà “sovrana rispetto allo Stato”, il problema continuerà a esistere, e oltre alle cure della famiglia, i nostri figli, volenti o nolenti, riceveranno anche quelle dello Stato.

Articolo originale pubblicato su kommersant.ru

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