Lukashenko: “L’attentato? Colpa nostra”

Foto: Itar-Tass

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Dopo l’esplosione alla metropolitana di Minsk, il presidente della Bielorussia non nasconde le responsabilità delle istituzioni, “che non sono state in grado di garantire la pace”.

Dopo l'attentato nella metropolitana di Minsk dell’11 aprile 2011, sono apparse versioni diametralmente opposte su come Aleksandr Lukashenko avrebbe potuto sfruttare la situazione a proprio favore. I politologi locali ritengono che non vale la pena di attendersi particolari svolte nella situazione politica interna. Lo stesso presidente alla conferenza stampa ha dichiarato che le istituzioni della Bielorussia sono responsabili di quanto è accaduto.

Quello di Minsk è stato un attentato. E' così, infatti, che la Procura bielorussa, in seguito alla riunione col presidente Lukashenko, ha classificato l'esplosione avvenuta nella metropolitana della capitale, quando un ordigno è esploso alla stazione Oktjabrskaja. Dodici le persone rimaste uccise, 157 i feriti, dei quali 22 in gravi condizioni. Tre cittadini russi sono rimasti coinvolti nell'esplosione. Questo è quanto ha comunicato il console russo in Bielorussia, Igor Konjakin. E' stata subito aperta un'inchiesta per terrorismo.

Diversi esperti di politica hanno già espresso l'opinione secondo cui dopo quest'attentato, il governo bielorusso potrebbe rafforzare il giro di vite contro l'opposizione. L'osservatore del Kommersant, Pavel Sheremet è convinto che dietro all'attentato non possa esserci l'opposizione.

“Ci sono diverse versioni. Secondo la prima versione - afferma Sheremet -, all'origine dell'attentato ci sarebbe un conflitto all'interno dei servizi segreti. Uno scontro tra i vecchi lupi e quelli giovani. Un secondo motivo, legato alla situazione della Bielorussia, potrebbe essere di natura economica. In Bielorussia sono due settimane che il mercato monetario è in preda al panico. Ora invece, dopo l'attentato, la Russia certamente non mancherà di aiutare i suoi vicini, e l'Europa, senza dubbio, non deciderà di introdurre sanzioni economiche contro la Bielorussia proprio in un momento simile. Quindi mi pare che i vantaggi che il governo avrà dalla situazione siano evidenti”.

Il politologo russo Aleksandr Feduta, invece, ritiene che, dopo l'esperienza dei disordini del dicembre dello scorso anno, il governo non abbia alcun interesse a inasprire ulteriormente il conflitto con l'opposizione. “Dal mio punto di vista – afferma -, in Bielorussia non ci sono forze radicali che potrebbero avere qualcosa da guadagnare da questo tipo di eventi destabilizzanti. Sono convinto che il governo non abbia alcun interesse a utilizzare quest'attentato come una scusa per giustificare un eventuale giro di vite, darebbe un'impressione estremamente negativa, perché la situazione aveva appena iniziato a normalizzarsi dopo la crisi politica scatenatasi in seguito agli eventi del 19 dicembre”.

Il presidente bielorusso Aleksendr Lukshenko, durante un incontro coi ministri, ha annunciato che anche le istituzioni sono responsabili di quanto è accaduto. “Non possiamo nasconderlo – ha detto -. La colpa di quanto è accaduto è soltanto nostra. Non siamo riusciti come invece abbiamo sempre fatto, a garantire la pace, anche se solo in un punto concreto della nostra capitale. E dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere perché la gente non pensi che mangiamo il pane dello Stato senza averlo guadagnato”. Il presidente della Bielorussia respinse le voci secondo cui l'attentato sarebbe stato rivolto contro il governo.

Gli abitanti di Minsk dicono che quest'attentato è un evento senza precedenti. Soltanto una volta la capitale della Bielorussia aveva visto qualcosa di simile. La notte del 4 luglio 2008, durante un concerto in occasione del Giorno dell'Indipendenza della Bielorussia, al centro della città vicino alla stele monumentale “Minsk – città eroica” esplose un ordigno artigianale pieno di chiodi e viti. Per fortuna non ci furono vittime, anche se i feriti furono 55. Tra di loro anche una cittadina russa, di Smolensk, Maria Ilina, che all'epoca aveva 19 anni.

 

Subito dopo la tragedia, il Presidente russo Dmitri Medvedev ha raggiunto telefonicamente Lukashenko, per esprimergli solidarietà per quanto accaduto. Medvedev ha offerto al collega bielorusso l'aiuto necessario per portare a termine l'inchiesta sull'incidente. Inoltre sono state subito inviate a Minsk le squadre per il soccorso medico.

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