Il principale problema è garantire una risposta alle domande di iscrizione che crescono di anno in anno. La Italo Calvino è una scuola italiana, situata nel centro di Mosca - l’unica nell’intera Federazione - che copre tutto l’arco della formazione primaria: si va dalla scuola materna fino alla terza media.
Un istituto paritario, che rilascia diplomi validi per il sistema russo e che prepara quanti intendono continuare gli studi in Italia offrendo un programma formativo che prevede una serie di materie obbligatorie nell’arco della mattinata, alle quali si aggiungono lezioni facoltative nel pomeriggio. La scuola è aperta anche di sera, con una serie di iniziative che coinvolgono anche le famiglie degli studenti.
A frequentarlo sono tradizionalmente i figli dei funzionari italiani all’ambasciata di Mosca, ma negli ultimi anni sono cresciute soprattutto le richieste dei cittadini russi: sono molti, infatti, coloro che hanno relazioni commerciali con l’Italia e vogliono che i loro figli vengano educati nella lingua di Dante.
Così come i semplici appassionati della cultura italiana, che vogliono fornire ai propri figli una formazione alternativa rispetto a quella tradizionale degli istituti russi.
«Svolgiamo regolarmente gli esami, emettiamo pagelle, con le quali i bambini in Italia possono continuare gli studi in qualsiasi momento ed in qualsiasi scuola del nostro paese», spiega Iabichella. Le lezioni curricolari terminano alle 16.30 due giorni su 5. Negli altri giorni, per pranzare, è in funzione un servizio mensa fornito da un ristorante italiano. A disposizione degli alunni ci sono numerose attività facoltative: drammaturgia, musica, un laboratorio d’arte, uno di informatica, la piscina per i più piccoli e lezioni di inglese e russo. E sono molti i ragazzi che si fermano tutto il pomeriggio. «Sinceramente, non ho mai visto bambini così contenti di andare a scuola. La Italo Calvino per è un punto d’incontro anche per i loro genitori».
I ragazzi apprendono tre lingue: l’italiano, l’inglese e il russo. Gli insegnanti italiani si occupano delle materie filologico-letterarie e scientifico-matematiche.
Tra gli insegnanti di musica c’e anche il musicista Antonio Gramsci, che si occupa di musica medievale barocca e durante le ore di lezione fa usare ai ragazzi i tamburi orientali.
L’insegnamento della religione non è obbligatorio, anche se i figli di italiani vi aderiscono nella quasi totalità. Quest’anno come disciplina alternativa la scuola propone anche lo studio della carta dei diritti dei bambini.
Inoltre l’istituto è attivo in molti dei progetti di scambio culturale che si stanno realizzando in questi mesi, in occasione dell’anno culturale Italia-Russia. A Natale l’istituto ha organizzato una mostra di disegni dedeicate a Cipollino, un eroe dei libri di Gianni Rodari, autore molto amato anche in Russia.
E altre iniziative, assicura la direttrice, verranno lanciate prossimamente, per rendere, attraverso l’istruzione, sempre più saldo il legame tra i due paesi e le due culture.
Foto: Max Avdeev
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