Un capolavoro d’Italia a Mosca. Il timido sorriso della
“Dama col liocorno” di Raffaello ha aperto ufficialmente l'anno della lingua e
della cultura italiana in Russia. La cerimonia di apertura si è svolta il 19
marzo all'Ambasciata italiana di Mosca.
“Raffaello era un giovane artista quando arrivò a Firenze – spiega Irina Antonova, direttore del Museo Pushkin -. Lì si trovò a contatto con Michelangelo e Leonardo e fu catturato dal sorriso della Gioconda”. “La famosa sfumatura leonardesca - continua davanti all’opera di Raffaello - rende tutto indeterminato, misterioso, a volte minaccioso e inquietante. Raffaello invece ha dipinto un quadro luminoso. Io la definirei pittura all'ozono, piena di ossigeno. La Dama di Raffaello, trasmette una sensazione di purezza, innocenza, di bellezza non ordinaria”.
Questi due ritratti rinascimentali, senza dubbio molto diversi, sembrano però essere legati da un filo invisibile. Trentacinque anni fa il Museo Pushkin ospitò la Gioconda. Adesso, nelle stesse sale, dal 25 marzo fino al 10 maggio, è esposta la Dama di Raffaello.
Entrambe le opere sono ricche di misteri. Si ritiene che la Dama col liocorno venne commissionata all'autore in occasione di un matrimonio a Firenze, tra il 1504 e il 1506. Nell'ambiente aristocratico dell'epoca si usava commissionare ad artisti famosi il ritratto degli sposi. Tuttavia l'identità della dama raffigurata da Raffaello resta ancora oggi ignota.
Anche il motivo per cui il maestro non completò l'opera resta tuttora poco chiaro. Un'idea di come doveva essere l'originale ci è data dallo schizzo preparatorio fatto per il quadro, conservato al Louvre. Nel corso dei secoli, all'immagine originale si sono sovrapposti vari dettagli, ed essa è addirittura cambiata alcune volte.
Tra le mani della ragazza doveva esserci inizialmente un cagnolino, simbolo di fedeltà. Più tardi il cane divenne un unicorno, simbolo di purezza. Tra il XVI e il XVII secolo la mano di un artista anonimo coprì le spalle della ragazza con un mantello e al posto dell'unicorno fu messa una ruota, simbolo del martirio. Fu così che la Dama si trasformò in Santa Caterina d'Alessandria.
L'immagine attuale della Dama col liocorno è stata riscoperta solo nel 1935, durante i lavori di restauro della tela. L'arrivo a Mosca dell’opera è un evento unico. La tela infatti si è allontanata pochissime volte dalle sale della Galleria Borghese a Roma, dove è solitamente esposta al pubblico. Ancora più rari sono i casi in cui il quadro è stato mandato all'estero.
Soltanto per creare le condizioni necessarie al suo trasferimento ci sono voluti tre mesi di lavoro. Dalla Galleria Borghese la Dama di Raffaello ha raggiunto l'aeroporto di Roma in un apposito camion con cella climatizzata e una speciale sospensione idraulica per evitare vibrazioni eccessive. Un volo speciale l'ha portata fino a Mosca, dentro a un contenitore all'interno del quale veniva garantito un microclima costante.
Rendendosi conto dell'irripetibilità dell'evento, tutti i presenti alla cerimonia solenne svoltasi all'Ambasciata italiana, hanno accolto la Dama con un'emozione particolare. L'ambasciatore Antonio Zanardi Landi si è dichiarato molto onorato di poter continuare l'ottima tradizione di esporre i capolavori dell'arte italiana in Russia. Dal canto suo il ministro della Cultura della Federazione Russa Aleksandr Avdeev ha definito l'arrivo del quadro a Mosca “un gesto di amicizia che conferma le relazioni particolarmente privilegiate tra la Russia e l'Italia”. L'intervento del ministro dell'Istruzione italiano Mariastella Gelmini è stato caratterizzato da parole di gratitudine ai coordinatori del programma “Italia in Russia” e “Russia in Italia”, Giuliano Urbani e Mikhail Shvydkoj, per l'enorme lavoro svolto.
Il 2011, l'Anno dell'Italia in Russia e della Russia in Italia è appena cominciato, ma come ha sottolineato il ministro Gelmini, non è destinato a finire il 31 dicembre, bensì ad andare avanti.
Entrambi i Paesi hanno intenzione di rendere più solidi i legami culturali reciproci non solo per la durata di un anno, ma per sempre.
Foto: Itar-Tass
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