Mosca, caccia al bottino dell’ex-sindaco

Luzhkov con la moglie. Foto: Itar-Tass

Luzhkov con la moglie. Foto: Itar-Tass

Dopo 18 anni alla guida della città, a settembre Luzhkov si è visto revocare l’incarico da Medvedev. Presto anche le fortune accumulate negli anni hanno cominciato a vacillare.

Fine della carriera politica e fine delle fortune economiche. Dopo la revoca dell’incarico di sindaco di Mosca, avvenuta la scorso settembre per volontà del presidente Medvedev, per Yuri Luzhkov sono cominciate anche le grane economiche. E subito si è aperta la caccia a spartirsi il bottino. Ad accompagnarlo in questo destino è la moglie Yelena Baturina, solo un anno fa la donna più ricca del Paese, accreditata dalla rivista Forbes di una fortuna personale intorno ai due miliardi di euro.

 

Luzhkov e la consorte sono accusati di aver approfittato della carica per arricchirsi personalmente. Il mese scorso, la polizia ha fatto irruzione con le armi in pugno e i passamontagna in testa nella Banca di Mosca, negli uffici di Inteko, l’azienda della Baturina, e in altre due società legate a un controverso accordo immobiliare che ha consentito alla donna di ripagare ingenti debiti dopo la crisi del 2008.

 

Il sospetto è che dietro a queste operazioni ci sia un giro di fatture gonfiate. L’istituto di credito aveva ricevuto una forte iniezione di liquidità dal comune, all’epoca guidato da Luzhkov.

 

Il destino dell’istituto di credito sembra segnato: verrà assorbito dalla banca statale Vtb. Baturina ha detto che cercherà di non tornare a Mosca, alludendo al timore di essere arrestata, lamentando che questo porterà i suoi figli a crescere come orfani. Luzhkov ha presentato richiesta di residenza in Lettonia – che l’ha respinta – e sembra che stia cercando di ottenere l’autorizzazione a trasferirsi in un altro Stato europeo.

 

Vladimir Pribylovsky, analista del think tank Panorama, ha detto che in gran parte la spartizione del bottino non è visibile. Aggiungendo che la precedente amministrazione municipale usava una sfilza di società offshore per occuparsi di buona parte delle ricchezze della città: «Non abbiamo visto mettere le mani su queste società collegate tra loro», è stato il suo commento.

 

Il nuovo sindaco Sergei Sobyanin ha iniziato a fare a pezzi l’amministrazione di Luzhkov, sostituendo i vecchi potenti con persone fedeli al governo federale. «Si tratta di un lungo iter e oggi siamo solo all’inizio», ha spiegato, senza fornire altri particolari.

 

Il destino è sicuramente segnato per il capo della divisione pubblicitaria municipale e il numero uno della metropolitana di Mosca. E nel Paese si scommette su decine di altri nomi coinvolti. Così, in tanti aspettano trepidamente l’evolversi delle cose sperando di sostituirli a breve nelle posizioni di potere.

 

I progetti da favola di Luzhkov

Nel 2008 la moglie del sindaco Elena Baturina ha presentato l’ambizioso progetto “Arancia”, curato dal celebre architetto Norman Foster. L’avveniristico complesso alberghiero-espositivo avrebbe dovuto prendere il posto della Casa dell’Artista sul lungofiume. Questo concept-project prevedeva la costruzione di cinque edifici di vetro di 15 piani ciascuno. Per la disposizione delle sue parti e per il colore arancione, il complesso, nelle intenzioni dei suoi ideatori avrebbe dovuto assomigliare a un’arancia tagliata a spicchi. Al buio l’edificio sarebbe stato illuminato di arancione. Ma il direttore del Museo Statale di Architettura David Saraksjan fece notare l’assurdità del progetto. Da molti anni, poi, i moscoviti hanno la speranza (e il terrore) di avere nella capitale la propria Disneyland. Se ne parla dal 1992, quando lo scultore Zurab Tsereteli vinse il concorso pubblico per la costruzione del parco giochi nella parte occidentale di Mosca. Ma, al posto del regno delle favole, sul territorio ad esso destinato presto iniziarono ad apparire officine meccaniche, distributori di benzina, mercati e discariche.

 

 


Nikolay Petrov, analista e studioso del Carnegie Endovment for peace:

" Questa redistribuzione delle proprietà non riguarda soltanto gli affari di Baturina, ma tutto ciò che era vicino a Luzhkov e alle sue "risorse amministrative". Espressione che sta a indicare la possibilità per i leader politici di influenzare in qualche modo il risultato delle elezioni.La banca, la metropolitana, l’industria delle costruzioni e qualsiasi altra cosa sia controllata dal sindaco o da gente che gli è vicina”

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