Foto: Kommersant Photo
I collezionisti italiani sono tra i più affascinati dall’arte russa. «In Italia sono richiesti gli artisti delle avanguardie e del periodo futurista russo», dice Sarah Mansfield, specialista del settore presso la casa d’aste Christie’s, «senza dimenticare il settore delle uova di Faberge».
L’attenzione, trainata a livello internazionale dai capitali russi, non è nuova in Italia. Il mercante Emilio Bertonati già negli anni ‘70 aveva saputo fare entrare l’arte russa all’interno di grandi collezioni italiane. Ancor prima, nell’800, un nutrito numero di artisti russi avevano adottato l’Italia come patria, lasciando dietro di loro una serie di opere nelle collezioni private. «Gli artisti russi vissuti a Napoli nella prima met à dell’800 hanno prodotto durante il loro soggiorno opere che oggi hanno un valore crescente, Shchedrin e Briullov su tutti - spiegano da Finarte Milano - molte di queste opere oggi sono difficili da trovare e potrebbero essere proprio in collezioni italiane».
Recentemente grandi nomi russi hanno fatto un balzo dal punto di vista delle quotazioni: in particolare Malevich e la Goncharova, diventata l’artista donna piu’ quotata al mondo. Anche in questo il collezionismo italiano ha dimostrato di essere presente. «Alcuni compratori italiani hanno partecipato alla bagarre che si è creata intorno a questi nomi. Nessun nostro connazionale è riuscito a battere la concorrenza, ma il fatto di presentare offerte importanti durante le aste dimostra già molto», sostiene Giovanna Bertazzoni, a capo del dipartimento di arte impressionista e moderna di Christie’s Londra.
Il rapporto tra collezionismo russo e italiano, però, sembra non essere a senso unico.
I grandi collezionisti russi da tempo sono interessati alle opere italiane, con una particolare predilezione per l’antico e i maestri del ‘900. Morandi e Fontana sono solo alcuni dei nomi ricercati. Oltre a Guttuso, il cui tratto stilistico è molto apprezzato, tanto da vederlo spesso presente nelle collezioni all’ombra del Cremlino.
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