Dubbi nucleari all’orizzonte

Balakovo. Foto Itar-Tass

Balakovo. Foto Itar-Tass

Dopo l’incidente ai reattori giapponesi di Fukushima, alla vigilia del 25esimo anniversario di Chernobyl, Russia e Ucraina aumentano i controlli alle proprie centrali.

Chernobyl, un nome che tutti al mondo conoscono. Sinonimo di catastrofe nucleare. In questi giorni è finito di nuovo al centro delle discussioni non solo perché si sta avvicinando il 25esimo anniversario, ma perché l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo ha riportato d’attualità il dibattito sulla sicurezza in tema di nucleare.

La tragedia di Chernobyl si è verificata nel 1986, allora c’era l’Unione Sovietica. Oggi, in Ucraina, dove la centrale incriminata si trova, spenta e sepolta sotto un sarcofago di cemento che pure ha bisogno di qualche aggiustamento, funzionano quattro centrali nucleari con quindici reattori. In Russia ce ne sono dieci, con trentuno reattori.

Nelle altre repubbliche dell’ex Urss la situazione è questa: una centrale in Armenia, quella di Mezamor, ritenuta particolarmente pericolosa perché si trova in una zona sismica (è l’unica nel Caucaso); in Kazakistan quella di Aqtau è stata messa a riposo tredici anni fa; in Bielorussia sembra che verrà presto costruita la prima centrale nucleare con l’aiuto della Russia.

Putin in visita a Minsk non si è detto preoccupato dalle notizie giapponesi e ha detto che  “andremo avanti col progetto, che è di ultima generazione e con un livello di sicurezza superiore senza considerare il fatto che la Bielorussia non è una zona a rischio sismico”. Insomma non ci sarebbe nulla da preoccuparsi.

L’area sud del Paese è stata quella più colpita dalle radiazioni di Chernobyl, a causa del vento che spinse la nube tossica verso Minsk. In ogni caso Putin, dopo Fukushima, ha ordinato di controllare gli impianti nucleari russi, alcuni dei quali sono potenzialmente pericolosi. Come ha detto qualche giorno fa Vladimir Kouznetsov, membro del Consiglio pubblico presso l'Agenzia russa per l'energia atomica: “Le centrali nucleari di Balakovo e di Rostov si trovano tutte e due in zone sismiche attive e le centrali di Kola e di Novovoronej non rispondono alle norme di sicurezza internazionale”.

Anche in Ucraina si sono avviati i controlli per le quattro centrali atomiche attive a Rivne, Khmelnitsky, Zaporizhzhia e Yuzhnoukrainsk, Le prime due centrali si trovano nel nord del Paese e, secondo gli ambientalisti, sarebbero in zone non immuni da rischi sismici. Insomma il nucleare fa discutere e fa un po’ paura anche a Kiev, dove il primo ministro Mykola Azarov ha fatto aumentare i controlli per la sicurezza, dicendo anche che non si pensa a breve termine di abbandonare il nucleare.

Qui con l’energia atomica si soddisfa circa il 50 per cento del fabbisogno e abbandonandola su due piedi si rischierebbe di tornare all’età della pietra. In generale, al di fuori dello spazio postsovietico, si sta comunque ripensando l’approccio verso il nucleare. Il futuro lontano sarà segnato dalle energie rinnovabili, quello più vicino ancora da quelle tradizionali, petrolio e gas. E sotto questo punto di vista la Russia non deve certo preoccuparsi.

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