Il rimpianto di essere donna e mamma?

Fumetto Niyaz Karim

Fumetto Niyaz Karim

Alla vigilia dell’8 marzo il ministro russo della Sanità ha dichiarato di lavorare a un progetto di legge sulle pari opportunità. Monta la polemica.

La ventisettenne Svetlana Fadeeva lavora per un'impresa di costruzioni nella regione di Mosca. Candidata a una promozione, ha confessato al suo capo di essere incinta. Il giorno seguente non solo l’offerta di promozione è stata ritirata, ma il suo stipendio è stato drasticamente ridotto, di un terzo, anche lavorando il sabato e nei giorni festivi. Così, mentre il resto della Russia celebrava la Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo, come un giorno festivo, Svetlana lavorava dalle 9 alle 18.

I datori di lavoro di Svetlana hanno violato ogni legge russa a tutela dei diritti della donna. Hanno architettato una scusa per ridurle lo stipendio senza incorrere in infrazioni e hanno anche avuto la faccia tosta di dirle che poteva essere grata di averlo ancora, un lavoro. Svetlana potrebbe denunciare i suoi superiori alle autorità, ma non se la sente di impegnarsi in una lunga battaglia legale e preferisce pensare alla salute del figlio che porta in grembo. Ad ogni modo una cosa è certa: una volta terminato il periodo di maternità non tornerà al suo impiego.

Sfortunatamente Svetlana non è l’unico esempio di discriminazione contro donne in gravidanza. E non solo le donne incinte, ma anche quelle che hanno già dei figli sono vittime di discriminazione sul lavoro. “Quando ero alla ricerca di un impiego ho fatto diversi colloqui e sono stata rifiutata da dieci imprese diverse perché avevo dei figli. Ovviamente nessuno te lo dice in faccia, ma quando ti chiedono se hai figli ti accorgi subito che a una tua risposta affermativa l'espressione di chi hai di fronte cambia", racconta Maria Rybakova, 32 anni e due bimbi, in cerca di un lavoro nel settore bancario.

Non c’è da stupirsi se un terzo delle donne russe preferirebbe essere nata uomo. Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna il sito web www.superjob.ru ha condotto un sondaggio su un campione di uomini e donne che ha dato risultati impressionanti. Solo il 5% delle russe pensa che essere donna sia più gratificante. Questa tendenza è ancora più evidente con l’aumento dell'età delle intervistate. Tra le ragazze con meno di 24 anni il 26% preferirebbe essere nata uomo, percentuale che raggiunge il 33% tra le donne sopra i 45.

Una delle ragioni fondamentali di tale frustrazione è la discriminazione verso le donne che hanno o desiderano avere figli. Inoltre, come è stato dichiarato da un’intervistata, gli uomini guadagnano di più anche se hanno le stesse qualifiche. “Ogni volta che lotto per un impiego più prestigioso rimpiango di essere nata donna”, dichiara una ventisettenne di Orenburg. Secondo lo stesso sondaggio il 91% degli uomini è contento di esserlo e non crede che il fatto di essere donne avrebbe potuto offrire alcun vantaggio.

Diversi anni fa le Nazioni Unite manifestarono una certa preoccupazione per la discriminazione riservata alle donne in Russia, preoccupazione che si basava su valide ragioni. Secondo i dati ufficiali delle Nazioni Unite, il gap salariale tra uomini e donne in Russia oscilla tra il 35 e il 40%. Le posizioni di dirigenza sono per lo più occupate da uomini e tutte le organizzazioni che lottavano per i diritti delle donne hanno chiuso i battenti. Il governo russo vede solo tre donne occupare posizioni di rilievo (il ministro della Sanità, il ministro dello Sviluppo Economico e il ministro dell’Agricoltura). Solo il 13,8% della Duma di Stato (la camera bassa del parlamento russo) è costituito da donne, percentuale che precipita sotto il 5% al Senato. La situazione è addirittura peggiore nei governi regionali. Su 80 governatori regionali, solo due sono donne.

Ora sembra che il messaggio sia arrivato alle orecchie della persona giusta. Sollecitata dalle organizzazioni internazionali Tatjana Golikova, ministro russo della Sanità, in un incontro con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite Navanethem Pillay, ha annunciato che la Russia sta lavorando a un progetto di legge sulle pari opportunità. La notizia è emersa due settimane prima della celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, divenendo così simbolicamente un regalo alle donne. In realtà un progetto di legge simile venne approvato dalla Duma nel 2003, ma fu poi bloccato dal governo. “In Russia non esisteva una legge sulle pari opportunità finora. Non abbiamo ancora creato un meccanismo in grado di eliminare la discriminazione di genere, anche se la legge attuale contiene diverse disposizioni che vietano tale discriminazione".

L’iniziativa ha scatenato un acceso dibattito. Molti uomini si sono espressi contro e temono che la situazione possa essere ribaltata, mentre alcuni esperti legali si dimostrano scettici e sostengono che la legge non avrà un impatto reale sulla società. In Russia il Codice del Lavoro, così come gli articoli della Costituzione relativi al lavoro e le altre legislazioni, garantiscono parità tra uomini e donne. Tuttavia tale parità è solo teorica poiché nella vita reale queste leggi vengono ignorate e al momento non esistono meccanismi di applicazione delle norme in questione. Se non viene applicata, una legge nuova non serve a niente. Una cosa è approvare una legge per promuovere l'immagine della Russia all'estero, ma per la lotta alle discriminazioni e alle iniquità l'obiettivo principale ci vuole ben altro. L’approvazione della legge è solo un primo passo, ma resta da chiedersi quando verranno promosse misure che facciano rispettare tale legge.

La festa dell’8 marzo

La prima Giornata Internazionale della Donna venne celebrata a New York nel 1857, quando le operaie del settore tessile manifestarono per chiedere un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel marzo del 1908, sempre a New York, le donne organizzarono un'altra manifestazione in corrispondenza di uno sciopero. In Russia venne celebrata per la prima volta nel 1913. Nel 1977 le Nazioni Unite dichiararono l’8 marzo Giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale, che divenne poi la Giornata Internazionale della Donna. Ogni Paese festeggia l’8 marzo a suo modo. Anche in Russia le donne ricevono fiori (la mimosa, simbolo tradizionale della festa) e regali. In Francia, Spagna e Italia, ogni anno si tengono manifestazioni e marce in difesa dei diritti delle donne.

Una questione di numeri

Nei Paesi scandinavi le donne sono rappresentate in politica più che in ogni altra parte del mondo. I governi nordici sono costituiti per il 40% da donne. In Svezia, Danimarca, Norvegia, Islanda e Finlandia la presenza femminile tra i banchi del parlamento spazia tra il 34 e il 46%, mentre la media mondiale è del 18%.

Pari opportunità

L'iniziativa del ministro russo può essere paragonata al gesto del presidente venezuelano Hugo Chavez, che nel 2009 ha creato il Ministero per la Parità di Genere (organo governativo che non esiste ancora in Russia). Come vanto della propria generosità, Chavez definì tale ministero un "dono" per le donne del suo Paese.

Il primo Ministero europeo per le Pari opportunità fu creato in Danimarca nel 1999. La Svezia seguì l’esempio nel 2007 e un anno dopo fu la volta della Spagna. Altri stati (Italia, Norvegia ecc…) hanno creato ministeri di questo genere. In Africa e in America Latina la presenza di tali organismi è frequente, dovuta più che altro alle tragiche situazioni che le donne si trovano ad affrontare in quelle terre. Un Ministero per le Pari opportunità esiste nel 35% degli Stati latinoamericani (tra cui Venezuela, Bolivia, Perù).

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