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Le giovani generazioni italiane e russe a confronto nel secondo Forum giovanile internazionale che si è svolto al Campidoglio di Roma lo scorso 17 febbraio. L’appuntamento è stato organizzato, per la parte russa, dal direttore dell'agenzia Rossotrudnichestvo, Farit Mukhametshin, il rappresentante speciale del presidente per la collaborazione culturale internazionale Mikhail Shvydkoj, il presidente dell'Università Statale di San Pietroburgo, il presidente dell'Associazione internazionale degli insegnanti di lingua e letteratura russa e il presidente della commissione tutoria della Fondazione “Russkij Mir” Ljudmila Verbitskaja; per la parte italiana, da Antonello Biagini, prorettore per la Cooperazione e i Rapporti Internazionali presso l'Università La Sapienza di Roma e Edda Silvestri, direttore del Conservatorio di Santa Cecilia.
E, usando le parole della Verbitskaja a proposito dell'Anno di interscambio Italia-Russia, i giovani partecipanti sono saliti su “un traghetto che prende il largo e che farà ancora molte fermate in diverse città russe e italiane”. Particolare significato è stato attribuito al fatto che la prima fermata del viaggio sia stata proprio il Forum giovanile di Roma.
Il Presidente russo Dmitri Medvedev, in una lettera rivolta agli studenti, ha sottolineato che è proprio compito dei giovani più attivi, in grado di allacciare rapporti con i propri coetanei di talento che vivono all'estero, portare un significativo contributo all'innovazione dell'economia (e proprio alle innovazioni il forum ha dedicato un'apposita sezione).
L'apertura solenne dei lavori è stata preceduta da una visita guidata a Roma e in Vaticano. A sera, poi, il ricevimento offerto dalla Rossotrudnichestvo nella cornice meravigliosa di Palazzo Ferraioli, dove, oltre al classico rinfresco, gli studenti hanno potuto godere del canto dei loro colleghi. Il gruppo “Shestoe Chuvstvo” (“Sesto Senso”), della sezione di jazz dell'Università Statale di Arte e Cultura di Mosca , ha proposto una grande quantità di brani, da quelli classici a quelli pop, in tre lingue, russo, italiano e inglese. Il pezzo forte del programma è stato un medley di canti popolari russi in una rielaborazione contemporanea davvero sorprendente.
Durante la sessione “Innovazione”, invece, i giovani studiosi si sono scambiati informazioni sulle nuove tecnologie e opinioni su come commercializzarle. In contemporanea con le attività della Sapienza, al Conservatorio di Santa Cecilia si è svolta la parte culturale del programma del forum: master-class organizzate congiuntamente dal Conservatorio romano e da quello di San Pietroburgo e concerto finale eseguito dall'orchestra mista formata dai giovani musicisti russi e italiani diretti da Sergey Stadler.
Tra seminari e momenti di svago, insomma, il forum ha dato ai giovani russi e italiani la possibilità di definire in modo più preciso gli indirizzi principali per lo sviluppo della cooperazione bilaterale. Nel memorandum d'intesa compilato alla fine della giornata solo una piccola parte di tali indirizzi è stata messa nero su bianco. Tuttavia il risultato più importante del forum di Roma non sta certo nella firma dell'ennesimo documento ufficiale. “Cos'è che interessa davvero agli studenti di oggi di entrambi i Paesi e per che cosa ricorderanno il forum?”, Russia Oggi lo ha chiesto ad alcuni partecipanti.
“Dei progetti
presentati al Forum, a me è sembrato
particolarmente interessante quello sulla purificazione dell'acqua,
realizzato dall'Università di Genova insieme ai colleghi russi”,
afferma Agnese Cicci di Roma, studentessa
di Ingegneria chimica alla Sapienza di Roma. “Ci
sono due giganti – aggiunge -, gli Stati uniti e la Cina, che oggi,
in un certo senso, dettano a tutto il mondo le proprie regole. Anche
per questo l'Europa dovrebbe collaborare con Paesi come la Russia,
per cercare insieme soluzioni ai problemi ambientali”.
“Siamo arrivate al
forum per caso – confessano Caterina
Berardi e Chiara Mancuso Prizzitano, studentesse di Lettere
all’Università Tor Vergata di Roma -,
grazie all'invito di un nostro docente, dato che abbiamo studiato
russo per due anni e abbiamo fatto uno stage di cinque mesi in
Lettonia. Siamo alla ricerca di ulteriori opportunità per continuare
a studiare la lingua nelle università italiane e nei corsi
specialistici. E chissà che da queste collaborazioni bilaterali non
arrivino delle proposte di lavoro interessanti in Russia per i
giovani italiani o delle borse di studio per gli studenti del
Belpaese che scelgono di studiare il russo”.
“Credo che uno dei
problemi più importanti emersi – spiega Elina Badalova dell’
Università Statale di Kuban - sia quello dei metodi di insegnamento
del russo agli stranieri. Dobbiamo utilizzare un approccio più
moderno, libri di testo più attuali, un lessico più vicino alla
lingua parlata”. “Dal canto mio – continua – vorrei
intrecciare una collaborazione professionale con un giovane studioso
italiano per approfondire in particolare quella che è la tematica
italiana nel romanzo di Henry James “Gli Europei”. Sarebbe
bellissimo riuscire a stabilire uno scambio continuo di pubblicazioni
tra le persone interessate, organizzare dei seminari a tema per i
linguisti...”.
Al Forum, anche una
coppia di giovani sposi russi, Svetlana
Vakholkova e Maksim Kamanin, dottorandi dell’Università
di Astrakhan.“Per
noi – dicono - il forum non rappresenta solo il nostro primo
viaggio insieme in una città romantica come Roma, ma anche la
nascita di nuove amicizie. Subito dopo la presentazione del progetto
innovativo che abbiamo già realizzato in Russia (la proiezione di
immagini bidimensionali nello spazio grazie all'utilizzo di una
tecnologia non inquinante e di acqua), i dirigenti del nuovo
programma di sostegno all'innovazione dell'Università La Sapienza,
si sono impegnati a portare avanti l'idea dell'utilizzo dei nostri
apparecchi nel Sud Italia, a fini turistici”.“Ovviamente
– concludono -, quest'anno speriamo soprattutto nella
collaborazione fra russi e italiani nel campo dell'istruzione e
dell'innovazione. E ci piacerebbe molto che i nostri connazionali
imparassero dagli italiani cosa vuol dire avere cultura”.
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