Energia, collaborazione necessaria

Foto: PhotoXpress

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Tra Russia e Europa serve una partnership energetica efficace e trasparente. Bruxelles punta sulla diversificazione delle rotte e il duello tra South Stream e Nabucco è alla stretta finale.

Qualche giorno fa a Bruxelles i capi di stato e di governo dell’Unione si sono occupati di energia. E questo è un tema che riguarda molto da vicino Mosca, dato che la Russia è il principale fornitore di gas e petrolio per l’Europa. Nel testo conclusivo del Consiglio europeo si legge che l’Ue ha bisogno di diversificare le sue rotte e le sue fonti di approvvigionamento, come chiedeva, fra l'altro, l'Italia (con un occhio al gasdotto South Stream di Eni e Gazprom) e che l'esigenza di diversificazione degli approvvigionamenti di gas non riguarda solo “le fonti”, ma anche “le rotte”.

 

Viene citato il cosiddetto Corridoio sud (che comprendente i gasdotti Nabucco, Tap e Itgi), che porterà nell'Ue il gas della regione del Caspio sul fronte meridionale. Non si parla invece di South Stream, segno che la priorità europea è quella del Nabucco. Sulla questione abbiamo già scritto (russiaoggi.it).

 

L'esecutivo Ue avrebbe assicurato che non porrà obiezioni al South Stream almeno fino a che non costituirà un ostacolo allo sviluppo del Corridoio Sud. Insomma, la partita è ancora tutta da giocare. Ma sulla questione del gas russo non si scappa e, come si legge nel documento di Bruxelles, Mosca e l’Unione devono lavorare insieme: “Occorre portare avanti al più presto i lavori per sviluppare un partenariato con la Russia affidabile, trasparente e regolamentato su temi di interesse comune nel settore dell'energia e nell'ambito dei negoziati sul processo successivo all'accordo di partenariato e di cooperazione, alla luce delle attività in corso riguardanti il partenariato per la modernizzazione e il dialogo sull'energia”. La formula, al di là del burocratese, è alquanto semplice: L’Europa ha bisogno di gas, la Russia ce l’ha.

 

La spesa energetica gli europei la fanno in gran parte a Mosca; l’Italia pesca un po’ più in Africa, la Germania a Nord, per questioni geografiche. Cioè si compra da chi è più vicino e offre i migliori prezzi. Poco cambierà nei prossimi decenni: utilizzo del gas non convenzionale e sterzata in massa a Oriente del Cremlino e di Gazprom non sono all’ordine de giorno. La dipendenza è quindi simmetrica, nel senso che le risorse russe, gas e anche petrolio, possono essere acquistate solo dagli europei, dato che le “pipeline” vanno tutte, o quasi, dalla Russia verso l’Europa. Se Mosca insomma non vende a Occidente rischia di chiudere. Ecco perché la collaborazione efficace e trasparente tra Mosca e Bruxelles è inevitabile e necessaria.


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