Le giornate romane di Medvedev

Dopo gli incontri con Napolitano e Berlusconi, il Presidente della Federazione ha fatto visita a Papa Benedetto XVI. E l’Italia incassa i primi risultati a suo favore

I Capi di Stato della Federazione Russa e dell’Italia, Dmitri Medvedev e Giorgio Napolitano, hanno dato il via all’Anno della cultura e della lingua russa in Italia e della cultura e della lingua italiana in Russia. I Comitati organizzatori nazionali, istituiti con un Protocollo firmato in occasione del Vertice intergovernativo di Roma del 3 dicembre 2009, coordineranno manifestazioni ed eventi culturali nei due Paesi, rafforzando una comunanza di valori e un sentire condiviso.

 

Questo è il forte segnale, di una sempre più importante amicizia tra i due Paesi. A parte l’incontro tra Medvedev e Benedetto XVI (il primo del leader russo in Vaticano dopo il pieno ristabilimento delle relazioni diplomatiche nel dicembre 2009), che ha concluso la visita a Roma, la cerimonia di apertura dell’Anno ha potuto far ricredere gli osservatori ed intellettuali che hanno dubitato e denigrato il percorso politico ed economico, avviato dalla Russia in passato.

 

Durante la visita di Medvedev a Roma sono stati firmati documenti relativi a una più forte cooperazione nel settore dell’energia e in ambito finanziario, oltre a un documento intergovernativo nel settore della cooperazione per la sicurezza, che darà il via libera al passaggio su territorio russo di militari italiani impegnati sul fronte caldo afgano. Non solo questo. L’Italia ha fatto bene a credere nella Russia, e deve difendere il solco tracciato dalla fine degli anni ’90, avendo rafforzato la sua presenza in settori chiave di tale economia esclusivamente in funzione di cooperazione. E in una fase di incoraggiante crescita economica in Russia, l’Italia potrà essere un partner affidabile e capitalizzare la posizione di privilegiata cooperazione nel settore energetico e in un più dinamico e competitivo settore industriale e dei servizi avanzati.

 

Decisivi saranno nuovi percorsi con scelte calibrate da realizzare con velocità e decisione, interconnettendo le infrastrutture energetiche, consolidando la collaborazione scientifica e aprendo gli orizzonti dell’alta tecnologia, della meccanica e delle telecomunicazioni.

In una fase storica caratterizzata da “WikiLeaks” e dall’instabilità nel Maghreb e in altre regioni del mondo, la comunanza di idee politiche e di forte cooperazione economica tra i nostri due Paesi sono elementi da rilevare positivamente. Si deve prendere atto dell’attuale ruolo politico della Russia nella nuova architettura della sicurezza europea e globale: l’Europa sarebbe condannata a rimanere incompleta senza una strategica partnership con questo Paese.

 

L’Italia ha osservato nella nuova Russia un rapido cambiamento, analizzando correttamente le difficili realtà socio-politiche e intuendo che avrebbe saputo far fronte alla situazione caotica in cui si era infilata alla fine degli anni ‘90; non ricattati dai cliché interpretativi occidentali contrari al nuovo corso moscovita, insieme abbiamo fatto passi importanti.

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