Marte è sempre più vicino

Foto AFP/East News

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La coppia di astronauti italo-russa ha simulato la prima passeggiata sul pianeta rosso nell’istituto di Mosca dove è in corso un’importante sperimentazione.

La straordinaria missione scientifica “Mars 500”, in corso presso l'Istituto per i Problemi Biomedici di Mosca, ha raggiunto un traguardo: tre dei sei temerari volontari che un anno e mezzo fa avevano deciso di rinunciare ai comfort della terra per affrontare le “tribolazioni marziane”, hanno finalmente simulato lo sbarco sulla superficie di uno dei più misteriosi pianeti del nostro universo, Marte.


Il russo Aleksandr Smolevskij e l’italo-colombiano Diego Urbina sono stati i primi uomini a sbarcare su Marte. La loro permanenza sul finto suolo marziano è durata mezz’ora. Durante questo lasso di tempo i “marsonauti”, nelle loro tute spaziali “Orlan-E”, con l’aiuto di un sismometro hanno dovuto controllare le sorgenti di campi magnetici positivi e negativi, prelevare campioni di suolo e di rocce e sistemarli in appositi container per trasportarli al lander, all’interno del quale il cinese Wang Yue assisteva i colleghi, tenendosi in costante contatto con loro.

 

Nella seconda uscita, prevista il 18 febbraio, Urbina verrà sostituito dal cinese e nella terza passeggiata, il 22 febbraio, ricomparirà di nuovo il duo russo-italiano. Tra l’altro, dovrebbero essere simulate situazioni d’emergenza, durante le quali, secondo uno scenario concordato, uno dei partecipanti della missione sul suolo marziano dovrebbe cadere e infortunarsi a un braccio.

 

Gli astronauti    hanno analizzato il suolo utilizzando strumenti progettati per un altro nostro programma di esplorazione lunare: palette, bastoni da montagna e pinze afferra oggetti. Ma prima di dedicarsi al loro compito principale, Smoleevskij e Urbina hanno svolto un’importante missione pubblica: dentro fori praticati appositamente hanno impiantato le bandiere della Russia, dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea) e della Cina.

 

Gli astronauti indossavano delle tute spaziali Orlan-E, una versione modificata delle consuete tute utilizzate durante il lavoro nello spazio dagli equipaggi della Stazione spaziale internazionale. Tute tre volte più leggere e del peso di 32 chilogrammi, nelle quali lavorare non è in ogni caso uno scherzo.

 

Allo “sbarco” su Marte al Centro di controllo russo dei voli, nei dintorni di Mosca, hanno assistito almeno duecento giornalisti. Un afflusso così massiccio si spiega con l’enorme interesse che l’esperimento, avviato nel giugno scorso, ha suscitato in tutto il mondo. Se ci sia o meno vita su Marte, la scienza non può ancora dirlo, ma la missione con equipaggio su Marte non è più solo una fantasia: nei laboratori scientifici di differenti Paesi si fanno decine di ipotesi su come potrebbe verificarsi l’evento, anche se per il momento solo a livello teorico. Occorre produrre le tecnologie e preparare l’equipaggio ed è proprio questo, secondo gli scienziati russi, il maggiore problema.

 

Il viaggio su Marte e ritorno dovrebbe durare circa due anni, ma l’equipaggio sarà in grado di sostenere una simile prova? Si sono verificati casi in cui dopo voli spaziali di durata decisamente inferiore i componenti dell’equipaggio sono tornati nemici. Così, durante un viaggio fino a Marte potrebbero persino venire alle mani. La domanda potrà apparire buffa, ma è del tutto normale. E la risposta dovrebbe venire anche dall’esperimento “Mars 500”, nel quale sei volontari trascorrono circa 500 giorni in un complesso chiuso dove viene simulata la vita su una navicella spaziale.

 

Il viaggio si articola in tre fasi: 240 giorni di volo virtuale dalla Terra a Marte, 30 per lo sbarco sul suolo marziano e altri 240 per il ritorno, più 10 giorni di adattamento verso l’orbita terrestre bassa. L’equipaggio deve effettuare più di un centinaio di esperimenti, un terzo dei quali con il contributo internazionale.

 

Come affrontare l’inevitabile stress? Come mantenere buone condizioni fisiche e psicologiche? Nell’esperimento gli scienziati hanno cercato di simulare al massimo grado tutti gli aspetti della missione su Marte con i loro effetti, compreso il totale isolamento dell’equipaggio, pur mancando, naturalmente, la condizione principale, che è quella dell’assenza di gravità. Gli scienziati hanno cercato, tuttavia, di ricrearla: gli astronauti hanno dovuto dormire anche a testa in giù in letti in angoli di meno 12 gradi. E a indossare speciali tute comprimenti “Centauro” che impediscono al sangue di rifluire.

 

Tra gli obiettivi del progetto c’è quello di stabilire se il volo può essere realizzabile in termini psicologici e fisiologici e di sviluppare i requisiti necessari alla realizzazione della missione con equipaggio che volerà su Marte”, ha spiegato Anatolij Grigor’ev, vicepresidente dell’Accademia delle Scienze russe e direttore scientifico dell’Istituto per i Problemi Biomedici di Mosca.

 

La navicella spaziale è composta da cinque botti metalliche con un volume complessivo (inclusi lander, modulo di ricerca, modulo residenziale, magazzino e serra) di 550 metri cubi. Ed è stato creato un modulo separato di 1200 metri cubi che simula la superficie di Marte. Tra l’altro, all’interno, il modulo residenziale è simile a un vagone di lusso, con l’aggiunta di una sauna. Le tavole di legno di quercia sono, a detta degli scienziati, il rivestimento migliore per le pareti perché si evitano esalazioni nocive e l’atmosfera diventa più accogliente.

 

Il prototipo era stato costruito all’Istituto per i Problemi Biomedici con la collaborazione diretta di Sergej Pavlovich Korolev. Ma ora, di quelle botti è rimasto solo l’involucro. La configurazione del nuovo veicolo è compatibile con Rsc Energia.

 

Le fasi preparatorie dell’esperimento sono durate più di due anni. Più di seimila volontari provenienti da 30 Paesi diversi hanno espresso il desiderio di volare su Marte. Ma a pescare il biglietto vincente sono stati in pochi. I requisiti richiesti erano troppo rigidi: età, competenze, condizioni di salute. Anche riguardo al fumo: le sigarette erano bandite.

 

Chi fa parte del primo equipaggio marziano? Aleksej Sitev, comandante, 38 anni; come capo ingegnere collaudatore al Centro di addestramento degli astronauti “Jurij Gagarin” ha partecipato all’addestramento degli equipaggi della Stazione spaziale internazionale. Sukhrob Kamolov, medico chirurgo, 37 anni, ha lavorato presso il Centro Bakuleve e ha effettuato interventi sul cuore. Aleksandr Smoleevskij, 32 anni, ricercatore e medico militare; al Centro di ricerca e sperimentazione di medicina aerospaziale ed ergonomia militare ha diretto il laboratorio di ricerche psicofisiologiche. Romain Charles, 31 anni (Francia), ingegnere. Diego Urbina, ricercatore, 27 anni (Italia), ingegnere, membro dell'equipaggio del Mars desert research station nello Utah (Usa). Wang Yue, ricercatore, 27 anni (Cina), ha lavorato al Centro cinese di addestramento degli astronauti e partecipa all’addestramento e alla selezione di astronauti.

 

Molti sono i test che li attendono. Come ha osservato l’accademico Igor’ Ushakov, direttore dell'Istituto per i Problemi Biomedici, attraverso i metodi della realtà virtuale verranno simulati anche piogge di meteoriti, tempeste d’aria, fughe alla superficie in condizioni d’emergenza, azioni di decollo e atteraggio…


“La missione con equipaggio su Marte potrebbe avvenire tra vent’anni”, ha dichiarato il sottosegretario di Stato Vitalij Davydov, viceresponsabile dell’Agenzia spaziale federale russa. E ha aggiunto: “Dal prossimo anno fino al 2025, l’Agenzia spaziale federale russa sarà impegnata nell’attuazione del programma spaziale della Federazione Russa. Ritengo che dagli esiti di questo programma risulterà più chiaro quando procedere alla realizzazione della missione su Marte”. Ora la Russia sta elaborando un modulo con una centrale nucleare che potrà essere utilizzata per i viaggi interplanetari.

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