Dalle icone a Kandinskij, l’arte russa a Firenze

La pittura di Kandinskij. Foto Ria Novosti

La pittura di Kandinskij. Foto Ria Novosti

In Italia e all'estero cresce l'attenzione per gli artisti della terra degli zar, sia tra il grande pubblico sia nel mercato dell'arte. Così, a Palazzo Pitti, l’opportunità per scoprirli

Riflettori accesi sull’arte russa. Fino al 30 aprile, presso la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, sarà possibile visitare la mostra “Dalle icone a Malevich. Capolavori dal Museo russo di San Pietroburgo”. Preambolo delle numerose iniziative che sull’asse Italia-Russia coinvolgeranno tutto il 2011, a Palazzo Pitti è ospitata una selezione di tesori del Museo russo di San Pietroburgo. Quaranta dipinti che nelle intenzioni della curatrice Eugenija Petrova vogliono essere rappesenttivi dell'evoluzione dell'arte russa.

“Sono stati scelti gli autori più importanti – spiega la Petrova –, dalla produzione sacra delle icone a Nikitin e Malevich, passando per Brjullov, Kipriensky, Kandinskij e Repin”. L'evento rappresenta un'occasione importante per la diffusione in Italia di un'arte che per molto tempo è stata tenuta in disparte e ritrova oggi, anche attraverso il mercato, nuovo vigore. “A livello di collezionismo, l'arte russa oggi è in netta crescita – spiega Sarah Mansfield, specialista del settore presso la casa d’asta londinese Christie's -. Sempre di più sono gli appassionati (russi e non) che si avvicinano a questo settore. L'attuale mostra di Firenze è da considerarsi un evento importante per continuare il percorso della diffusione dell'arte russa in Italia e a livello internazionale”.

Le quaranta opere in mostra accompagnano il visitatore in un viaggio che dal cinquecentesco Cristo Pantocrator in trono fra le potenze conduce al graduale distacco dalla tradizione pittorica delle icone religiose.

 

L’arte unisce Italia e Russia


Esiste una forte relazione tra l'arte russa e quella italiana. Nella prima metà del XIX secolo i rapporti tra i maestri russi e l’Italia si fanno intensi: molti pittori si recano nella penisola con lo scopo di perfezionare la propria arte. A Firenze il visitatore potrà osservare, tra le opere esposte, quelle precedenti al viaggio in Italia (Ritratto di Davydov di Kiprenskij) e quelle ispirate dal soggiorno nel Belpaese (Mezzogiorno italiano di Brjullov).

 

Proprio la presenza dell’opera di Brjullov (pittore vicino al romanticismo e morto nei pressi di Roma nel 1852) offre un’occasione unica e forse irripetibile. “E' da considerarsi eccezionale la possibilità di ammirare contemporaneamente il suo Ritratto di Elisaveta Saltykova e il Ritratto di Davydov. Ques'tultimo infatti è parte della collezione permanente della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti e il visitatore potrà osservare un affascinante vis à vis,” spiega Eugenija Petrova.

 

E' nota anche l'attenzione per i collezionisti italiani verso l'arte russa. Secondo Sarah Mansfield le opere delle avanguardie, del periodo futurista e del periodo post 1960 sono le più ricercate dagli italiani, senza dimenticare il sempre ricco settore delle uova di Faberge.

 

 

Il tema del sociale e le avanguardie

 

Le tematiche del sociale che hanno caratterizzato l'arte russa della seconda metà dell'Ottocento hanno un ruolo da protagonista anche all'interno della mostra di Firenze. A rappresentarle le opere di Vasilj Surikov e Il’ja Repin. Chiudono poi splendidamente il percorso cronologico i nomi più noti al grande pubblico italiano, i protagonisti delle avanguardie russe del primo Novecento: Kandinskij, il “suprematista” Malevich e il maestro dell’arte analitica Filonov. Da sottolineare anche la presenza di un'opera di Natalia Goncharova, vera e propria zarina dell'arte russa. Nel 2008 un suo dipinto fece segnare a un'asta il record assoluto per un'opera creata da una donna, a dimostrazione del peso crescente di un settore, quello russo, spinto dalle grandi risorse economiche dei magnati e dagli investimenti per diffondere l'arte di un Paese a metà tra Europa e Asia.

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