Tyumen: da avamposto di frontiera a capitale dell'energia

Foto di William Brumfield

Fondata nel 1586 nel luogo precedentemente occupato da un insediamento tartaro, punto di confluenza dei fiumi Tura e Tyumenka, Tyumen è stata la prima città russa in Siberia. Solo pochi anni prima l’area era stata conquistata dal leader cosacco Yermak; e fu proprio questo il primo passo dell’epocale movimento russo oltre i monti Urali verso le sconfinate terre nord asiatiche. Nonostante i fiumi Tura e Tyumenka fossero solo degli affluenti del Irtysh (a sua volta affluente dell’Ob), Tyumen era ben posizionata per sfruttare la vasta rete acquifera siberiana.

Come la maggior parte delle prime città russe in Siberia, Tyumen nacque come fortino per i cosacchi e altre truppe, che nel XVII secolo proteggevano le nuove rotte commerciali in via di sviluppo, dirette in particolar modo verso la Cina. Quando il confine meridionale del territorio asiatico di Mosca divenne più stabile, nel corso del XVIII secolo, Tyumen assunse maggiore importanza per lo sviluppo dei mezzi di trasporto, nonché per le piccole industrie e imprese commerciali che vi fiorirono. Tyumen, purtroppo, era anche tristemente nota come centro di smistamento del sistema di deportazione che spediva detenuti ed esuli politici in tutta la Siberia.

Essendo il punto amministrativo della Siberia occidentale, Tyumen diventò anche un centro della Chiesa Ortodossa russa. Il Monastero della Trinità, fondato nel 1616 sull’alta riva destra del fiume Tura e originariamente intestato alla Trasfigurazione di Cristo, prima della trasformazione voluta dal tenace vescovo ucraino Fedor Leshchinskii, non era altro che un insieme di modeste costruzioni in legno. Leshchinskii, alleato di Pietro il Grande, vedeva nell’architettura il riflesso di un’ampia trasformazione culturale, e la Chiesa della Trinità, che fece costruire presso il monastero dal 1709 al 1715, è il più longevo degli antichi edifici di Tyumen sopravvissuti fino ad oggi. Quasi distrutta durante l’era sovietica, la Chiesa della Trinità è ora in fase di restauro, così come la vicina Chiesa di San Pietro e Paolo (eretta fra il 1741 e il 1755). Questi primi esempi di stile barocco provinciale, con influenze ucraine, fecero da modello per tutte le altre chiese sorte a Tyumen durante il XVIII secolo, fino alla sontuosa cattedrale dell’Icona della Vergine del Segno (Znamenskii), recentemente rimessa a nuovo in modo splendido. Costruita in più fasi tra il 1768 e il 1891, la cattedrale mostra i ricchi ornamenti tipici di gran parte dell’architettura ecclesiastica siberiana.

La vastità, a volte sconfortante, del territorio siberiano portò, durante il XIX secolo, a un graduale sviluppo di nuovi mezzi di trasporto. Il primo battello a vapore in grado di navigare in un fiume siberiano fu costruito proprio a Tyumen nel 1838. Il maggiore impulso per la crescita economica arrivò però con il completamento di una linea ferroviaria che collegava la città con Yekaterinburg. Questa tratta divenne poi un segmento importante della ferrovia Transiberiana, che trasportava le risorse provenienti dalle foreste, dalle miniere e dalle fattorie siberiane, così come la pelle e altri prodotti delle industrie locali. Inoltre, a cavallo fra il XIX e il XX secolo, più di 500.000 coloni passarono per la città per raggiungere e coltivare le estese terre agricole siberiane.

Durante la seconda Guerra mondiale, Tyumen divenne il principale punto di riferimento per l’industria e l’istruzione, nonché per i rifugiati e i soldati feriti provenienti dal fronte occidentale dell’Unione Sovietica. Perfino la salma di Lenin fu trasportata da qui dal Mausoleo nella Piazza Rossa di Mosca.

Oggi Tyumen è il capoluogo di una grandissima provincia russa (l’Oblast di Tyumen), che si estende dal confine con il Kazakistan, in Asia centrale, fino al mar Glaciale Artico. Si tratta di una delle regioni produttrici di energia più ricche del mondo. Le enormi riserve di gas e petrolio, scoperte in quest’area circa 50 anni fa, compongono una grossa fetta delle risorse energetiche mondiali. Attualmente Tyumen è una delle poche città siberiane a presentare una crescita demografica: un censimento del 2002 riportava una popolazione di poco più di 500.000 unità, mentre le ultime stime parlano di 600.000 abitanti.

Anche se la distribuzione della ricchezza proveniente dalle risorse naturali non è stata uniforme (per usare un eufemismo), Tyumen ha comunque beneficiato di questa abbondanza. Una passeggiata nel centro storico della città evidenzia un forte contrasto fra le modeste costruzioni pre-rivoluzionarie, fatte in mattone e legno e raramente di più di due piani di altezza, e i massicci edifici sovietici o nuovissimi centri commerciali. Alcune delle nuove strutture sono appartamenti privati di qualità eccellente; altri ancora sono banche o l’Università Statale di Tyumen attualmente in espansione. Come di solito accade nelle città siberiane, gli abitanti di Tyumen vivono fuori dal centro storico, in strutture abitative nate in era sovietica.

Fortunatamente, vengono salvaguardati molti edifici testimoni della Tyumen che fu. Ciò è particolarmente evidente nelle dimore storiche della città, fatte in legno, con intarsi elaborati nelle cornici delle finestre, nello stile caratteristico di Tyumen. Molte città siberiane, come Tomsk e Novosibirsk, hanno il proprio stile nella costruzione di case in legno con finestre decorative; ma la “scuola” di Tyumen si distingue per l’impareggiabile qualità nella realizzazione della finestra, che spesso include un pannello intagliato sottostante al davanzale, come ulteriore elemento protettivo e decorativo. Questa solidità consente di costruire case di legno con numerose e ampie finestre, a prescindere dal clima rigido, e portando al massimo la luminosità degli interni durante il lungo inverno siberiano.

Con tanta ricchezza Tyumen avrebbe potuto voltare le spalle al proprio patrimonio storico, come hanno fatto molte altre città. Il fatto che Tyumen, invece, resti orgogliosa delle sue eccezionali case in legno è un segnale positivo per quanto riguarda lo spirito della sua comunità. E se può accadere qui, dovrebbe accadere dappertutto in Russia.

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