Un’isola nella Neva, il sogno romantico di Abramovich

Roman Abramovich e Dasha Zhukova. Foto di Russianlook

Roman Abramovich e Dasha Zhukova. Foto di Russianlook

Il magnate russo si appresta a realizzare per il 2017, nel cuore di San Pietroburgo, un lussuoso centro commerciale e residenziale in omaggio alla bella consorte.
Il miliardario Roman Abramovich sta pensando di ricreare un’isola a San Pietroburgo. Gesto che farebbe anche la felicità della sua compagna Dasha Zhukova. Nonostante sia più comunemente associato a petrolio e calcio, Roman Abramovich si sta preparando a ultimare un importante progetto immobiliare che ha causato non pochi grattacapi all’architetto Lord Norman Foster. Il piano è quello di erigere un complesso da 256 milioni di sterline (oltre 300 milioni di euro)sull’isola New Holland, ricavata nel fiume Neva, a San Pietroburgo, combinando la costruzione di proprietà commerciali e residenziali d’élite con il restauro dei monumenti locali protetti dall’Unesco. Ma ciò che fa veramente discutere è la volontà del miliardario russo di spostare sull’isola una parte del Museo di Arte Contemporanea di Mosca.



 Musei, gallerie e negozi nella Neva


 Inclusi gli edifici residenziali, l’intero  complesso coprirà una superficie di  circa 123 mila metri quadrati,  compresi 65 mila metri quadrati per i  cinque monumenti architettonici  federali da restaurare, ai quali si  aggiungerà la costruzione di uno  spazio di circa 18 mila metri quadrati  per gli edifici adiacenti.


 Entro il 2017 l’isola avrà:

 - 21.000 metri quadri destinati a  uffici
 - 29.000 metri quadri per  appartamenti residenziali
 - Hotel e boutique di 5.000 metri  quadri
 - 18.000 metri quadri per negozi e  ristoranti
 - 9.000 metri quadri per gallerie  d’arte e musei
 - 643 posti auto
Abramovich si dedicherà alla gestione dell’isola per 7 anni, dopodiché le vie di comunicazione, i due nuovi ponti che collegheranno l’isola al resto della città e 1.500 metri quadri di spazio per esposizioni diventeranno proprietà della città di San Pietroburgo. Tutto il resto rimarrà in possesso del miliardario russo.
 

Sull’isola ci sarà la sede principale del Centro di arti moderne Garage, fondato e diretto da Daria (Dasha) Zhukova, compagna ventinovenne di Roman Abramovich. E sembra proprio che sia stata la Zhukova ad aver guidato l’evoluzione del magnate del petrolio in qualcosa di simile a un appassionato d’arte, o per lo meno in un collezionista di fama. La coppia, infatti, è nota per aver aperto centri culturali a Mosca, per aver dato esclusivissime feste con ospiti d’onore del calibro di Amy Winehouse e per aver speso cifre astronomiche per aggiudicarsi opere di celebri pittori contemporanei alle aste di New York. Secondo “ARTnews” Roman Abramovich è in cima alla top ten mondiale di collezionisti di opere d’arte. Ora come non mai il proprietario della squadra calcistica londinese Chelsea torna a guadagnare le prime pagine dei giornali russi con titoli come “Abramovich investirà 12 miliardi di rubli per un museo di arte contemporanea sull’isola New Holland”. Il riferimento è appunto all’enclave architettonica del diciottesimo secolo situata fra i maestosi canali di San Pietroburgo.
 

Le autorità cittadine discutono su cosa fare dell’isola dal 2006, data in cui il progetto di Norman Foster fu annullato e bisognava trovare un sostituto. Poi è arrivato Abramovich. Il mese scorso la gara d’appalto è stata vinta dalla New Holland Development, una divisione della Millhouse Capital Uk Ltd, società di proprietà del facoltoso Roman. Appresa la notizia, Abramovich e la Zhukova hanno discusso con Valentina Matvienko, governatrice di San Pietroburgo, del progetto che avrà una durata tra 7 e 8 anni. Subito dopo i due hanno lasciato la città a bordo del loro yacht.
 

Mentre la coppia era altrove, i cittadini di San Pietroburgo hanno cominciato a discutere del progetto per l’isola di New Holland, arrivando a pensare che più di un piano per far rinascere l’isola, quello di Abramovich voglia essere il più magnifico dei regali per la sua compagna. Basti pensare ad alcuni dei precedenti doni fatti dal miliardario alla Zhukova, come il “Benefits Supervisor Sleeping” di Lucian Freud costato oltre 17 milioni di sterline (circa 20 milioni di euro),  la “Donna di Venezia” di Alberto Giacometti (7,5 milioni di sterline,  9 milioni di euro) o un attico da 1,5 milioni di sterline (quasi 2 milioni di euro) nella West London, il tutto mentre si sta costruendo una casa tutta per loro nei pressi di Harrods dal valore di 150 milioni di sterline (circa 180 milioni di euro). Alcuni hanno persino avanzato l’ipotesi che Abramovich stesse investendo così tanto denaro nel progetto di San Pietroburgo, con tanto di opere d’arte, per superare il valore dei regali precedenti fatti alla compagna.
 

Quando è stato chiesto se Abramovich stesse investendo sull’isola di New Holland per fare un altro regalo a Dasha, il capo ufficio stampa John Mann ha risposto ridendo: “Il Centro di arte contemporanea Garage avrà una succursale a San Pietroburgo, ma non sarà l’attrazione principale dell’isola di New Holland, anche se la gente continua a parlarne. Ciò che avrà luce sarà un complesso polivalente che comprenderà appartamenti, negozi, spazi commerciali, parcheggi, un hotel e, successivamente, delle aree per progetti culturali su cui si è tanto discusso”
 

Ad ogni modo, è un progetto di difficile attuazione. Roman Abramovich è il cinquantesimo investitore candidatosi al restauro delle maestose gallerie, le volte e gli archi dell’isola di New Holland. Ciò che prima apparteneva alla Marina Russa, e che fungeva da alloggi per i marinai della flotta zarista, oggi è uno spettacolo fatiscente e desolato. Alcuni pensano anche che sia un luogo maledetto, dacché ogni progetto, uno dopo l’altro, è andato a monte e un vice governatore, incaricato di dare nuova vita al sito, ha trovato la morte in un incidente ferroviario.
 

Il noto architetto di San Pietroburgo Veniamin Fabritsky ha messo in guardia gli addetti ai lavori sulla possibilità che i costi preventivati per l’opera possano triplicarsi, così come successe con il piano iniziale da 300 milioni di dollari (circa 230 milioni di euro) di Lord Foster. Ma la saggezza popolare ha indicato Roman Abramovich come l’unico in grado di farcela. Oltre al Museo, anche “hotel, boutique e altre rappresentazioni della moderna globalizzazione si incastoneranno perfettamente sull’isola”, ha dichiarato recentemente Veniamin Fabritsky alla rivista russa Ogoniok.“Forse, dovremmo credere in Abramovich”.


Tutta la progettazione dovrà essere vagliata e approvata dal governo cittadino e John Mann ha sottolineato che “nulla andrà a stravolgere il design originale dell’isola, quindi non dovrebbero esserci problemi con l’opinione pubblica. Ciò che si vuole creare è un bene per la città e per la popolazione”. Quello che secondo il pensiero di tutti sarà alla base di spese folli è piuttosto la passione sfrenata di Dasha per editoria, design e moda. Ma certo è che il matrimonio fra grossi capitali e l’amore per l’arte può dare vita a realtà straordinarie.


San Pietroburgo
Onore o onere per l’investitore?
 

Pietro il Grande fece costruire questa enclave artificiale nella Neva nel 1721 con l’intento di realizzare il primo porto militare russo. Ma l’isola di New Holland è da sempre un simbolo della città di San Pietroburgo, soprattutto per il monumentale arco di 23 metri realizzato dall’architetto francese Jean-Baptiste Vallin de la Mothe. Da quell’arco le navi potevano scorrere lungo i canali della città fino al fiume Neva, per poi raggiungere il Golfo finlandese o il Mar Baltico.


Nel 1730 vi furono costruiti dei magazzini per l’essiccazione e lo stoccaggio di legname per la costruzione di navi. Più tardi quei magazzini divennero proprietà della Base marina e militare di Leningrado. Vietato al pubblico ai tempi dell’Unione Sovietica, il territorio è stato consegnato alla città di San Pietroburgo soltanto nel 2004. Per anni l’isola di New Holland è stata spesso occasione di scontro fra popolazione e autorità locali; un impaccio per entrambi. E il rapido deterioramento di questo sito architettonico protetto non ha fatto altro che aggravare la situazione.
 

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