Il lago dei cigni interpretato dalla compagnia di ballo del Bolshoi. Foto di Itar-Tass
È fatta. Dopo un intenso lavoro tra le due parti, tutto è pronto per l’anno di celebrazioni dell’amicizia italo-russa, scandito, sin da gennaio, da un fitto calendario di appuntamenti.
Tra i più importanti, Caravaggio e Botticelli
al museo Pushkin di Mosca, oltre a Giotto e Antonello da Messina e i
grandi maestri del ’900 in altri importanti spazi cittadini. Le
famose uova Fabergé viaggeranno lungo la penisola, il tesoro del
Cremlino sarà al Pitti di Firenze.
Il Belpaese, inoltre,
sarà rappresentato a Mosca e San Pietroburgo dalla compagnia del
Piccolo Teatro di Milano, che, a sua volta, ospiterà il Balletto del
Bolshoi e il Teatro Taganka. Insomma, eventi, mostre, concerti,
spettacoli per tutti i gusti, inseriti in un proficuo scambio di
ricchezze tra l’uno e l’altro territorio. Ma non solo. Sono
previsti anche stage per i giovani e l’apertura a Roma di un Centro
russo di scienza e cultura.
Un anno intero, insomma, che
Italia e Russia trascorreranno a braccetto, per consolidare in pompa
magna, com’è nell’intento di entrambi i Paesi e per la prima
volta in maniera così varia e completa, quei legami culturali
reciproci che sembrano perdersi nella notte dei tempi. O almeno si
fanno risalire a cinque secoli fa.
L’opportunità, allora,
è da cogliere al volo, magari immaginando di indossare di nuovo i
panni di quella schiera di architetti italiani, capitanata da
Bartolomeo Rastrelli che trasformò San Pietroburgo e altre
importanti città russe, Odessa per tutte, nelle splendide località
che sono oggi. O di guardare lo Stivale con gli occhi dei pittori
Kandinsky, Vrubel o Jawlensky, residenti a lungo in Liguria.
In
quanti, poi, sanno che il simbolo di Mosca, il Cremlino, fu progetto
e realizzato a partire dal 1474 dall’architetto italiano Ridolfo
Fioravanti? Anche se il primo italiano a mettere piede nella capitale
russa fu, prima di mastri e costruttori del tempo di Ivan il Grande
(1440-1505), un fonditore di campane, che prese il nome di Boris.
Questi lacci di storia e cultura così stretti sono stati
ufficialmente messi nero su bianco nell’accordo intergovernativo
del 1998 e permettono ancora oggi lo sviluppo di programmi bilaterali
di scambio culturale tra Italia e Russia e viceversa. Così, è in
questo humus che sboccia l’Anno 2011, ai nastri di
partenza.
L’antipasto della kermesse è stato servito il 20 dicembre con l’esposizione dei presepi della Reggia di Caserta al Cremlino (fino al 29 marzo), mentre c’è trepidante attesa attorno al grande evento inaugurale: dal 20 gennaio a Roma si potrà visitare la mostra dedicata a Aleksandr Dejneka, uno degli esponenti più originali del realismo sovietico, ribattezzato il Guttuso russo.
A
chiudere il gemellaggio, a dicembre 2011, il balletto del Teatro alla
Scala e il “Requiem di Verdi” dell’orchestra scaligera, di
scena al Bolshoi di Mosca nella prima esibizione di stranieri dopo il
restauro del tempio moscovita della danza. Nel frattempo, riflettori
accesi anche su lirica e scienza e altre eccellenze.
L’intento
è «di allargare i rapporti: tutta la Russia è interessata
dall’anno della cultura», ha ribadito il ministro della Cultura
italiano Sandro Bondi. In particolare, gli ha fatto eco il collega
russo Alexander Avdeev, «si cercherà di rafforzare e sviluppare i
legami diretti tra 10 regioni russe e altrettante italiane, per
incentivare l’attività creativa di giovani attori e pittori, poeti
e scrittori».
Una chicca in calendario è, tra l’altro, il
gemellaggio tra scacchisti. A siglarlo saranno una repubblica
caucasica sul mar Caspio e Marostica (Vicenza), dove ogni anno si
ripete in piazza la tradizione della partita vivente a scacchi.
«Ci
sono tutte le premesse – ha commentato il ministro degli Esteri
Franco Frattini il 2 dicembre a Sochi - perché l’Anno si riveli un
successo. Ciascun Paese avrà anche modo di far conoscere e
apprezzare le proprie eccellenze».
Tra le sorprese, inoltre,
uno spettacolo con un regista russo di 92 anni che metterà in scena
un testo del coetaneo italiano, il poeta e sceneggiatore Tonino
Guerra, che ha ricevuto la laurea honoris causa a San Pietroburgo.
Ma i rapporti solidali tra Italia e Russia non si
esprimeranno solo con i numerosi eventi culturali. Due gioielli
architettonici dell’Aquila, sfregiati dal terremoto del 6 aprile
2009, il Palazzo Ardinghelli nel centro del capoluogo abruzzese e la
chiesa di San Gregorio Magno nell’omonimo paesino, saranno
riportati al loro splendore grazie al contributo degli esperti della
Federazione russa. Anche questo può servire a non spezzare quel
sottile filo rosso che unisce da sempre Italia e Russia.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email