Foto di PhotoXPress
Ded Moroz, detto anche Nonno Gelo, vive a oltre 1000 chilometri a Nordest da Mosca, in mezzo a foreste di abeti, su un’altura che si affaccia sul fiume Sukhona. Fu Yuri Luzkhov, il sindaco di Mosca rimpiazzato di recente, a dichiarare 12 anni fa che la piccola ma idilliaca cittadina di Veliky Ustyug tra le foreste era la dimora ufficiale russa di Babbo Natale. Di colpo l’antico centro monastico e mercantile si trasformò in una meta turistica: solo nell’anno in cui fu inaugurata, la casa di Babbo Natale attirò 3mila turisti.
Oggi è visitata ogni anno da 200mila visitatori e offre un’occupazione stabile a quasi tutti gli adulti che vivono a Veliky Ustyug. “Forse siamo solo una piccola cittadina, ma di fatto la nostra cittadina è ‘grande’”, ha detto Nikolai Ilyushin, capo dell’amministrazione regionale locale, riferendosi con orgoglio all’attributo “Veliky” che significa “grande”, acquisito chissà quando dalla cittadina nel corso del XV secolo.
La residenza di Ded Moroz, nota con il nome di “Votchina”, è ubicata fuori città in mezzo a una spettacolare distesa di abeti. Al centro vi è Terem, una casa di legno nella quale si dice sia vissuto Ded Moroz. Il copriletto di satin, i poggiatesta scolpiti e le pantofole morbide e soffici non sono granché convincenti, ma Ded Moroz in persona — alto quasi due metri, dalla voce tonante e dalla stretta di mano che stritola letteralmente le ossa — è una presenza che non passa certo inosservata.
Il Babbo Natale russo ha una sensibilità molto più antica di quello occidentale, diventato orami un marchio quasi commerciale. Anche se anch’egli una lunga barba bianca e un cappotto rosso, è più serio che allegro. Le sue vesti sono ricamate e cambiano a seconda delle stagioni, in quanto è un’attrazione che dura tutto l’anno. Anzi: pare quasi che Ded Moroz abbia un guardaroba degno di Ken in “Toy Story 3”, compresi abiti in velluto blu scuro, argento brillante, seta azzurra per l’estate, lino Vologda e stivali di feltro detti Valenki.
Tra le altre attrazioni presenti nella terra nativa di Babbo Natale ci sono il “sentiero delle favole”, un percorso a ostacoli all’aperto lungo il quale i turisti possono incontrare alcuni personaggi del folklore russo. Alcuni di questi molto noti, come la strega Baba Yaga, mentre il suo alter ego buono, Zhar Baba (“Nonnina calore”) pare sia stata inventata di sana pianta, a mo’ di pretesto per far accomodare i visitatori accanto a un caminetto acceso in una casa di tronchi di legno decorata da fiori secchi e far loro degustare un infuso di erbe dal samovar.
Il laboratorio di Ded Moroz è al piano di sopra, accanto alla sala del trono. Bambini e adulti possono costruirsi da soli i propri souvenir: decorazioni in corteccia di betulla, delicatamente incisa, o tradizionali bambole di pezza e merletti, una delle specialità della zona. Ma uno dei luoghi più frenetici dell’intera città è l’Ufficio Postale che si trova accanto al municipio: dal 2003 ha ricevuto circa due milioni di lettere. E per smistare la corrispondenza che arriva sotto le feste sono necessarie 40 persone in più rispetto agli 11 impiegati a tempo pieno.
Intorno alla metà di novembre i fiumi e i laghi locali si ghiacciano completamente ed è allora che si apre la stagione delle feste, compreso il compleanno di Ded Moroz. Dopo averlo festeggiato, Ded Moroz parte per una sorta di viaggio di lavoro in Russia che culmina con il suo arrivo a Mosca dove accende le illuminazioni dell’albero di Natale principale. Anche nella capitale ha una casa, più piccola, dove ricevere visite. A Veliky Ustyug, tuttavia, c’è qualcosa di particolare e suggestivo, che pare proprio aver catturato l’antico spirito natalizio per quanto in parte intriso di una buona dose di kitsch contemporaneo.
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