“Li troveranno: crimini come questo non devono restare impuniti”

Foto: Ria Novosti

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La notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana, a Mosca, Oleg Kashin, corrispondente del quotidiano russo “Kommersant”, ha subito una violenta aggressione da parte di due persone non ancora identificate e per 5 giorni si e trovato in rianimazione in stato di coma farmacologico dal quale e uscito solamente oggi. In seguito al pestaggio, Kashin ha riportato una ferita al cranio e fratture multiple agli arti inferiori, alle mani e al volto. Il giornalista è già stato operato alla mandibola e martedì verrà sottoposto a un'operazione di ricostruzione delle falangi delle mani. I colleghi di Kashin ritengono che l'aggressione sia da collegare all'attività professionale del giornalista, specializzato in tematiche socio-politiche. Tra le altre cose, si era recentemente occupato della questione del bosco di Khimskij e dei movimenti estremisti giovanili. L'accaduto ha avuto grande risonanza tra la popolazione russa e soprattutto in ambiente giornalistico.

Lunedì scorso, all'incontro con la redazione della “Rossijskaja gazeta” (in occasione del ventesimo anniversario della testata), il presidente Dmitri Medevedev ha commentato la tragedia di Oleg Kashin. La prima domanda rivolta al presidente da uno dei partecipanti ha toccato proprio questo tragico evento: quand'è che i giornalisti in Russia potranno svolgere tranquillamente il proprio lavoro, senza temere per la propria vita?

La risposta del presidente è stata esauriente: “Ho reagito così apertamente all'aggressione a Kashin per motivi molto semplici. Le caratteristiche proprie del mestiere di giornalista fanno sì che chi lo pratica si trovi sempre in zona rischio. La mia reazione immediata è stata intenzionale: il governo deve considerare con grande attenzione l'attività dei giornalisti. I giornalisti devono avere la possibilità di mostrare i fatti della nostra vita in modo onesto e professionale. Le opinioni possono essere di destra, di sinistra o radicali, non ha nessuna importanza. Neanche a me piace sempre quello che scrivono sul mio conto. Ma i giornalisti devono utilizzare le proprie opinioni e la propria autorità personale per parlarci dei fatti. Questo diritto deve essere garantito a tutti loro”.

“Quest'aggressione ci fa capire che il livello di criminalità nel nostro paese è ancora alto. Ci sono forze convinte che questo sia il modo per chiudere la bocca a giornalisti e politici. Queste forze devono essere fermate, e le persone che partecipano di esse, devono essere punite, senza tenere conto della loro eventuale posizione sociale e meriti passati. L'inchiesta lo dimostrerà. Oggi ho parlato con i responsabili delle indagini, che si stanno già occupando di trovare gli indizi che ci metteranno sulla pista giusta. E li troveranno, perché crimini come questo non restano impuniti. Qualunque siano le forze che ci stanno dietro. A giudicare da come hanno agito i colpevoli, non si tratta di un atto di criminalità ordinaria. I responsabili, a tutti i livelli, devono essere smascherati”.

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