Foto di RIA Novosti
I leader di Russia, Germania e Francia, che non mancano mai di sottolineare la favorevole disposizione reciproca, non si incontravano dal 2005. Forse è per questo motivo che hanno deciso di dedicare ben due giornate al summit di Deauville. Secondo le informazioni del Kommersant, ci sarebbe stato un altro grande amico di Mosca che non vedeva l'ora di partecipare all'incontro trilaterale, il premier italiano Silvio Berlusconi. I tre paesi hanno dovuto sfoderare tutta la loro abilità diplomatica per convincere il partner italiano a desistere senza farlo sentire offeso.
I presidenti Medvedev, Sarkozy e la cancelliera Merkel hanno iniziato a discutere insieme già durante la cena di lunedì sera, 18 ottobre. E' per questo che, il giorno dopo, sono stati in grado di firmare in brevissimo tempo un accordo comune di carattere generale, che rappresenta l'unico documento ufficiale del summit, ma non l'unico risultato.
I tre leader si sono presentati davanti ai giornalisti a mezzogiorno in punto e hanno subito iniziato a raccontare quante cose abbiano in comune la Russia e l'Europa. Ad esempio le materie prime, ha dichiarato Nicholas Sarkozy, aggiungendo subito che Russia, Francia e Germania sono unite anche da questioni quali lo scambio di tecnologie, il problema del nucleare in Iran e la regolamentazione del Medio Oriente.
“Dobbiamo sostenere il presidente Medvedev negli sforzi per la modernizzazione del suo paese- ha dichiarato Sarkozy. Lavoreremo a stretto contatto e affronteremo in modo graduale la questione dell'abolizione del regime visti, così importante per la Russia”.
Alle domande sulle prospettive di annullamento del regime visti con l'Unione Europea, che quest'anno Mosca ha sollevato con sempre maggiore insistenza in occasione di ogni colloquio sia con l'Unione Europea in generale che con i suoi singoli membri, è stata data a Deauville per la prima volta una risposta abbastanza articolata. I tre leader sono d'accordo sul fatto che bisogna stabilire un piano d'azione. Oppure, per esprimersi con le parole usate dal presidente Medvedev, “una carta stradale”.
E' stato così che il presidente Medvedev, dopo i colloqui con i colleghi di Francia e Germania, ha fatto capire che la posizione della Russia al riguardo è cambiata. Se prima Mosca chiedeva di passare il prima possibile a un regime senza visti, e al summit Russia-Unione Europea, svoltosi in giugno a Rostov-sul-Don, aveva addirittura proposto ai capi dell'Unione Europea un progetto di accordo pronto per essere firmato, adesso la parte russa ha accettato il fatto che non sarà un processo rapido.
“Abrogare i visti da un giorno all'altro non è possibile, anche se la Russia vorrebbe che accadesse in tempi brevi“ - ha affermato Angela Merkel. E Dmitri Medvedev ha confermato: “Nessuno ha dubbi sul fatto che i visti vadano abrogati. Abbiamo deciso che dovrà essere un processo sistematico con una carta stradale precisa. Il prossimo round di colloqui vedrà la partecipazione di tutti gli interessati, probabilmente a Bruxelles“ (al prossimo summit Russia-UE, n.d.r.).
Uno dei diplomatici russi che hanno contribuito alla preparazione del summit di Deuville, ha detto al Kommersant che la dichiarazione fatta da Medvedev è “esplosiva”. E ha spiegato perché: “Questo significa che esiste un accordo per lavorare in modo graduale e non spudorato. E' un approccio civile e non politicizzato”. Le scadenze per un'abrogazione definitiva del regime visti, secondo la fonte, saranno definite dopo che le regole migratorie interne alla Russia saranno state “ammorbidite” (ad esempio la registrazione obbligatoria per gli stranieri che entrano in Russia, che, al momento attuale, è a pagamento e alquanto complicata), le tecnologie russe per il controllo del traffico internazionale alle frontiere si saranno omologate a quelle europee, e la UE potrà avere delle garanzie che le frontiere russe, attraverso cui transita la maggior parte degli immigrati illegali, saranno difese in modo adeguato.
I tre capi di Stato hanno parlato molto del fatto che ora la Russia e l'Occidente sono amici.
- Viviamo in un mondo nuovo, un mondo in cui la Russia e l'Europa sono amiche!- ha constatato con gioia Nicholas Sarkozy.
A conferma di queste parole, Dmitri Medvedev ha annunciato la sua decisione di prendere parte alla riunione del Consiglio Nato-Russia (NRC) in occasione del summit dell'organizzazione che si terrà a Lisbona.
- La collaborazione tra la Federazione Russa e la Nato è un punto molto importante. Andrò a Lisbona. Servirà a sviluppare ulteriormente il dialogo, - ha detto il presidente russo.
Infatti fino a prima di Deauville la sua partecipazione al summit restava in forse. Il Cremlino aveva continuato a rispondere col silenzio ai rinnovati inviti dell'organizzazione Nord-atlantica. L'ultima volta che un presidente russo aveva partecipato ad un summit della Nato era stato nella primavera del 2008. La poltrona di presidente era allora occupata da Vladimir Putin che si era recato all'incontro di Bucarest tra i leader dell'alleanza con un unico scopo: convincerli a bloccare il piano d'azione per l'ammissione di Georgia e Ucraina nella Nato. Allora era riuscito a raggiungere l'obiettivo, tra l'altro, non senza l'aiuto di Angela Merkel e Nicholas Sarkozy, che erano intervenuti contro l'ingresso di Kiev e Tbilisi nell'alleanza. Nell'agosto dello stesso anno era scoppiato il conflitto in Ossezia del sud, in seguito al quale le relazioni tra Mosca e la Nato erano peggiorate a tal punto, che un incontro fra le alte sfere sarebbe stato impensabile. Ora quei contrasti sono rimasti nel passato. E il presidente Medvedev dopo aver parlato con Sarkozy e la Merkel ha ritenuto possibile programmare la propria partecipazione al summit e alla riunione dell'NRC.
La delegazione russa ha inoltre spiegato al Kommersant che l'incontro di novembre a Lisbona ha lo scopo di siglare accordi concreti fra le parti. In quella sede, ad esempio, potrebbe trovare una soluzione la questione dell'acquisto da parte della Nato di alcune decine di elicotteri russi Mi-17da utilizzare in Afghanistan. Secondo le fonti del Kommersant, le trattative tra Russia e Nato al riguardo durano da oltre un anno e ora pare che tutti siano pronti a firmare un accordo sul cosiddetto “pacchetto elicotteri”.
A parte questo, al summit portoghese, dovrebbe essere stilata la versione definitiva dell'elenco delle minacce e sfide che accomunano Russia e Nato. “E' un documento che potrebbe renderci più vicini all'alleanza nord-atlantica, dato che verte sui problemi che affliggono sia noi che loro, e su come questi problemi possono essere risolti. Deve essere assolutamente pronto entro il summit”, ha dichiarato l'interlocutore del Kommersant.
Finalmente, come ha detto Angela Merkel, “la Nato è pronta a discutere con la Russia tutti i problemi, inclusi quelli relativi all'installazione dello scudo antimissile sul territorio europeo”. A giudicare dagli umori di Medvedev, Sarkozy e Merkel, sembra proprio che il summit della Nato a Lisbona segnerà la definitiva riappacificazione tra Mosca e l'organizzazione del trattato. Anzi, proprio a questo si accenna nella dichiarazione conclusiva dell'incontro di ieri, nella quale i tre leader hanno espresso l'intenzione di basarsi sul principio dell'unitarietà della sicurezza di tutte le nazioni dello spazio euro-atlantico, per sconfiggere insieme la crisi e risolvere i conflitti congelati, come ad esempio la guerra di Transnistria.
Le prospettive di avvicinamento tra Mosca e la Nato si inseriscono in pieno nel nuovo corso di politica estera, che Dmitri Medvedev ha esposto ai diplomatici russi durante la riunione del corpo diplomatico svoltasi a luglio. In quell'occasione il presidente aveva affermato che la Russia era intenzionata a migliorare i propri rapporti in primo luogo con Germania, Francia, Italia, nonché con la UE in generale e con gli Stati Uniti.
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