Stanno
spuntando e crescendo come funghi i monumenti eretti per il nuovo
potere e la nuova ricchezza russa, che oltretutto mettono alla prova la
nuova edilizia e lo sviluppo urbano. Dal momento che la geografia pone
dei vincoli all’espansione, le “città del futuro” in Russia sono
costrette a concentrarsi all’interno del fitto tessuto urbano storico e
del ricco patrimonio culturale del Paese.
Questo sviluppo ha sollevato i conservazionisti che criticano la
devastazione inflitta al tessuto urbano dei centri storici scontrandosi
con la classe politica e imprenditoriale che crede invece che i
quartieri storici debbano lasciare il posto a metropoli davvero moderne.
Niente più del progetto di costruzione del grattacielo Okhta della Gazprom a San Pietroburgo, per un’altezza di 403 metri, simboleggia meglio i limiti dell’espansione urbana in Russia. Il progetto di un grattacielo moderno nel cuore storico dell’iconica città russa ha persino indotto l’Unesco a prendere provvedimenti a tutela della città patrimonio dell’umanità. Il progetto da oltre due miliardi di dollari interessa un appezzamento di terreno a circa 10 chilometri dal centro, in una zona industriale abbandonata ubicata sulle sponde dei fiumi Neva e Okhta, dirimpetto alla Cattedrale Smolny risalente al XVIII secolo. Il grattacielo porrebbe bruscamente fine a una tradizione risalente ai tempi di Pietro il Grande il quale volle che nessun edificio di San Pietroburgo sovrastasse mai la Fortezza di Pietro e Paolo. La guglia della Cattedrale, ancor oggi il punto più alto del centro di San Pietroburgo, è alta 123 metri, meno di un terzo della prevista altezza del grattacielo della Gazprom. Le leggi oggi in vigore vietano agli edifici dell’area scelta per erigere il grattacielo della Gazprom di superare i 100 metri di altezza, ma la giunta di San Pietroburgo nel settembre 2008 ha approvato un’ordinanza che consente all’Okhta di aggirare questa disposizione.
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Progetto di costruzione del grattacielo Okhta della Gazprom a San Pietroburgo. Foto di ITAR-TASS |
Secondo
un sondaggio condotto questo mese, anche il 72% dei residenti si
oppongono al grattacielo sostenendo che, se sarà costruito, lo skyline
della città sarà deturpato da quella che chiamano con tono denigratorio kukuruzina, ovvero “il dolce di mais”.
«Nessuno aveva mai pensato di costruire un edificio di tale altezza a
San Pietroburgo», ha commentato Vladimir Popov, responsabile del
sindacato architetti di San Pietroburgo, a Radio Free Europe. «La
nostra città è orizzontale e il centro è patrimonio dell’Unesco. Ci
sono pochissimi edifici verticali in città e la maggior parte di essi
sono templi religiosi, di poco più alti rispetto a tutti gli altri
edifici orizzontali. Ecco per quale motivo crediamo che la costruzione
del grattacielo sia assolutamente inadatta: è solo una fantasia
incivile».
Tai Adelaja è un editorialista del sito d’informazione www.russiaprofile.org
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