A corto di moschee, a Mosca si prega in strada

A novembre dovrebbero iniziare i lavori di costruzione di una nuova moschea, ma i residenti e gli ortodossi si oppongono.

I circa due milioni di seguaci dell’Islam possono contare su appena quattro moschee nella capitale. Ogni tentativo di costruire nuovi luoghi di culto viene però ostacolato. Foto di Sergueï Mukhamedov

Quando i musulmani hanno celebrato la fine del Ramadan, i media russi hanno diffuso la fotografia dell’enorme folla che pregava per strada (qui sopra nella galleria fotografica), fuori dalla Grande Moschea di Mosca strapiena di fedeli, sotto il titolo “una città musulmana”. In realtà i seguaci dell’Islam rappresentano un quinto dei 10,5 milioni di abitanti della capitale russa e quelle fotografie hanno messo in luce ben altro: la grande penuria di luoghi di culto per i circa due milioni di musulmani moscoviti che possono contare in tutta la città solo su quattro moschee.

È per questa ragione che i musulmani moscoviti, che rappresentano la più grande comunità islamica presente in una capitale europea, stanno progettando una nuova moschea nel quartiere sudoccidentale Tekstilshiki che dovrebbe ospitare 3000 fedeli. Nel 2008 il Consiglio dei Mufti russi aveva chiesto alle autorità municipali di trovare dei terreni adatti all’edificazione di una nuova moschea e di una scuola islamica e poi scelto, tra i vari siti proposti, quello nel quartiere di Tekstilshiki, una zona industriale nella parte sudoccidentale di Mosca, ubicata al di fuori della circonvallazione cittadina. I lavori dovrebbero iniziare a novembre, ma il progetto sta incontrando una ferrea opposizione.

Le proteste dei residenti

Oltre mille residenti del quartiere hanno firmato una petizione per stralciare il progetto sostenendo che creerebbe problemi di parcheggio e difficoltà ai proprietari di cani. Alcuni inoltre lamentano che il previsto tempio islamico sorgerebbe sull’unica “zona verde” del quartiere. «Si tratta di un’area verde e di un’area residenziale. Ci portiamo a spasso i cani», così Aleksandr Kuzmichyov, programmatore di computer di 55 anni, riassume le obiezioni. Altri esprimono sentimenti xenofobi verso i ceceni e i musulmani provenienti dal Caucaso. A prescindere dalle singole ragioni, l’11 settembre si sono dati tutti appuntamento per protestare sul viale Volzhsky dove dovrebbe essere costruita la moschea.

La Chiesa ortodossa

La Chiesa ortodossa per ora si è astenuta dall’opporsi esplicitamente, ma ha criticato le autorità municipali per non aver approvato nello stesso sito la costruzione di una chiesa ortodossa. Una riprova dei rapporti sempre più tesi tra cristiano-ortodossi e musulmani. I primi affermano che gli immigrati musulmani dal Caucaso e dall’Asia centrale stiano alterando il panorama etnico e religioso russo. I secondi denunciano i rapporti sempre più stretti tra la Chiesa ortodossa e lo Stato.

A Mosca la Chiesa ortodossa ha progetti ambiziosi: mira a edificare 200 nuovi luoghi di culto nei prossimi tre o quattro anni. La maggior parte delle sue chiese attualmente sorge nel centro storico. Mentre i nuovi luoghi di culto dovrebbero essere edificati nelle zone più periferiche della città.

Intanto ogni nuovo tentativo di edificare altre moschee invece viene intralciato. «Ci sono circa 900 chiese per i cristiani e solo quattro moschee per due milioni di musulmani. Se fossero onesti e amichevoli, cristiani e autorità, dovrebbero ammettere che non è abbastanza», osserva Nafigulla Ashirov, copresidente del Consiglio dei Mufti russi a Mosca. «È da vent’anni - continua - che tentiamo senza successo di costruire una nuova moschea a Mosca. Ma non ci sono mai problemi per le altre costruzioni anche quando si tratta di demolire vecchi edifici per far posto a centri di distribuzione del gas, ristoranti o nightclub».


Il numero

2 mln - i musulmani che vivono a Mosca, la capitale europea con la più grande comunità islamica





I precedenti

Italia
Solleva polemiche il progetto di costruzione di una nuova moschea a Torino. A Milano da quando due anni fa è stata chiusa la moschea di viale Jenner non si trova un accordo per la costruzione di un nuovo luogo di culto islamico

Spagna
Secondo un recente rapporto sono una sessantina le moschee la cui costruzione è stata ritardata o rinviata “sine die” fra il 1995 e il 2008 a causa delle proteste degli abitanti dei comuni spagnoli dove sarebbero dovute sorgere

Polonia
Simili polemiche in Polonia sul progetto di costruzione nella capitale di un centro di cultura musulmana. Mentre in Svizzera un anno fa è stato deciso per referendum il divieto di costruire minareti in tutto il Paese

Germania
Sempre lo scorso settembre la polizia tedesca chiude ad Amburgo la moschea Taiba, in passato chiamata “Al Quds”, che veniva frequentata da Mohammed Atta, la mente degli attentati suicidi dell’11 settembre 2001

Stati Uniti
Proteste contro il progetto di un centro islamico a due isolati da Ground Zero: per molti è un insulto alle vittime dell’11 settembre. Un pastore minaccia di bruciare il Corano nell’anniversario del crollo delle Torri Gemelle




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