Metti
un gruppo di accademici, analisti, giornalisti – 53 stranieri, 44 russi
– su una nave per tre giorni e proponi di fare il punto sul piano di
modernizzazione lanciato un anno fa dal presidente Dmitri Medvedev. Il
risultato può essere sorprendente, e certamente lo è stato al Valdai
Club, riunito quest’anno a inizio settembre sui laghi Ladoga e Onega,
poi a San Pietroburgo, Mosca e Sochi.
La sorpresa è stata ascoltare partecipanti russi molto più critici degli esperti stranieri, più scettici, forse più impazienti.
“Molte parole, poco di fatto”, è il riassunto di molti “patrii”
interventi. Il centro delle rimostranze russe è la sfera economica,
sempre in orbita attorno ai pianeti gas e petrolio e a rischio di
archiviare i propositi di diversificazione, ora che il greggio è tornato
stabilmente sopra quota 70 dollari. Invece per americani, europei,
anche secondo i cinesi, in Russia ci sono segnali di cambiamento. Magari
non clamorosi, « ma qualcosa si sta muovendo, seppur lentamente » , ha
ribattuto, quasi a nome di tutta la compagine estera, uno storico di
indubbio peso come Richard Pipes. Lo stesso fatto che sul versante russo
del convegno siano fioccate le critiche rivolte alla squadra al comando
è un segnale di cambiamento, viene da dire. Ma al Valdai Club
dissentire è prassi, anche quando si incontrano esponenti del governo o
del Cremlino, che siano ministri, consiglieri, o lo stesso premier
Vladimir Putin.
La formula funziona e, arrivata alla settima edizione, marcia verso un
formato più articolato, non incentrato solo sulla convention
settembrina. Così, a margine del meeting 2010, si è discusso molto anche
di futuro del Valdai Club, che già organizza mini-riunioni in altri
momenti dell’anno: Russia e Europa, Medio Or iente, Usa. Le idee per
diversificare il Valdai e trasformarlo in un gruppo d’opinione più
attivo anche in termini di proposte, ci sono. Si pensa ad esempio a una
fondazione che produca documenti analitici e raccomandazioni per la
classe dirigente. Il primo assaggio in tal senso, quest’anno, è stata
l’elaborazione del “Valdai Index”, un documento di valutazione della
politica e dell’economia frutto di un sondaggio interno al gruppo, poi
presentato al premier Putin. Altro verrà. E tra i partecipanti di più
lunga data sia già un gran via-vai di mail e telefonate, nel nome del
“nuovo formato”.
Orietta Moscatelli è caporedattrice di “Nuova Europa” dell’agenzia di stampa Apcom
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email