Nel primo semestre dell’anno gli investimenti immobiliari sonoammontati a 700 milioni di euro, il 65% in più rispetto al 2009.Foto di Legion Media
Un balzo del 65% solo nel primo semestre. Russi e stranieri, italiani compresi, investono sempre di più nel mattone russo: 700 milioni di euro nei primi sei mesi di quest’anno, secondo la società Jones Lang LaSalle. E, secondo gli esperti, gli investimenti continueranno a crescere anche nel semestre in corso portando il volume totale nel 2010 a 3 miliardi di euro. Segno di ripresa del settore dopo la crisi.
Anche le aziende italiane mostrano un crescente interesse dopo la crisi degli investimenti iniziata alla fine del 2008. Interesse che si fonda tra l’altro su una tradizione consolidata: in buona parte sono stati proprio gli italiani a plasmare il volto odierno delle due principali città russe. I monumenti architettonici più significativi di Mosca e San Pietroburgo sono infatti legati ai nomi di architetti italiani come Aristotele Fioravanti, Francesco Bartolomeo Rastrelli, Domenico Giovanni Trezzini, e Carlo Rossi.
I produttori e i fornitori italiani di macchinari, attrezzature e materiali per l’edilizia hanno trovato da tempo la loro nicchia di mercato in Russia. Aziende come Fiori, Antec, Officine Mondial, Concrete Systems, Vebra e altre commercializzano da tempo i loro prodotti in Russia tanto che l’import di materiali edili è la terza voce in ordine di importanza nelle importazioni russe dall’Italia, dopo l’arredamento e i beni di lusso. Sono rari gli stabilimenti di produzione italiana in territorio russo, come le fabbriche di produzione di cemento e di piastrelle in ceramica nella provincia di Mosca.
Gli affari vanno bene anche per i costruttori. L’italiana Codest, ad esempio, attiva sul mercato russo dal 1984, ogni anno riceve premi dal governo di Mosca come miglior appaltatore. È stata la Codest a curare la ristrutturazione del prestigioso albergo Balchug, situato di fronte al Cremlino, e dell’Accademia delle Arti Glazunov nonché a realizzare varie strutture dell’aeroporto di Domodedovo. In altre regioni russe opera con successo la società Columbus, fondata nel 1990, che ha al suo attivo la costruzione di quattro ipermercati a Volgograd, di un centro commerciale a San Pietroburgo e di un altro in fase di costruzione ad Astrakhan.
Ci sono poi aziende che optano per finanziamenti frazionati. «Ogni settimana vengono a trovarci piccoli e medi imprenditori. Nel caso in cui i partner italiani abbiano difficoltà a ottenere i finanziamenti, garantiamo loro il sostegno delle banche russe», spiega il direttore in Russia del Domina Hotels Group, Vladimir Maslov.
Negli anni Novanta е Duemila, Mosca è diventata la Mecca dei designer italiani in cerca di lavoro e di possibilità creative. Basti solo citare che Leonardo Tonioni ha restaurato le facciate e gli interni dell’hotel Savoy di Mosca, che Giovanni Bartoli ha realizzato una catena di cinema a Mosca e in diverse regioni e che Antonio Citterio ha progettato il Barvikha Hotel & Spa. Oggi come 200 anni fa, in conclusione, le attività di maggiore successo per gli italiani sul mercato russo restano l’architettura e il design.
IL COMMENTO
Pierfederico Lossa: “C’è ancora tanto lavoro da fare”
Pierfederico Lossa vive a Mosca dal 2001 ed è managing director della società di gestione degli investimenti Origin Ltd. Si occupa in particolare d’investimenti diretti nel settore immobiliare russo, o per dirla più concretamente, cerca investitori all’estero, compra terreni nelle regioni di Mosca e Samara e costruisce cottage che poi vende.
«Prima della crisi i profitti del settore immobiliare erano strabilianti. Nel 2008 la crescita è stata del 30%, mentre nel 2007 era stata del 15. Ma conosco degli analisti che già nel 2006 prevedevano la crescita del mercato. Il fatto che sia cresciuto del 30 e del 15% e che poi, durante la crisi, abbia subito un crollo del 40% va visto nell’ottica di una “correzione del mercato”», spiega.
Girando per Mosca, aggiunge, spesso ci s’imbatte in palazzi che avrebbero bisogno di restauri e in aree edificabili. «C’è ancora tanto lavoro da fare qui nella capitale, per non parlare poi della provincia». Certo i problemi non mancano. Lossa ne cita uno per tutti: la burocrazia. «Non può impedire la crescita, ma - ammette - se per qualunque operazione occorre investire il doppio del tempo, questo può compromettere il tuo progetto e diventare un serio ostacolo».
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